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Pubblichiamo qui di seguito la traduzione di un articolo prodotto dalla nostra nuova sezione in Perù.
Da un po’ di tempo lo Stato peruviano sta sviluppando una campagna contro il terrorismo, in particolare contro alcuni gruppi indeboliti ma armati, come Sendero Luminoso. All’inizio era solo una campagna per indebolire il tentativo di legalizzare una frazione di Sendero Luminoso - il Movadef1 - che aspirava a partecipare al gioco politico con gli altri partiti. Quando i gruppi terroristici, come è avvenuto con l’IRA in Irlanda o adesso con l’ETA in Spagna, tentano di integrarsi “normalmente” nel circo politico, le forze già presenti nello Stato scatenano sempre delle campagne di discredito, di demolizione e di molestia affinché i nuovi arrivati siano quanto più deboli possibile e non possano capitalizzare ciò che hanno acquisito in precedenza con la lotta armata. Quando i partiti borghesi si alleano è normale che prima si diano dei colpi bassi. Il che non è paradossale: ognuno cerca di allearsi con un “partner” il più debole possibile, perché in questo mercanteggiare spietato, non farlo significherebbe esporsi ad essere indeboliti a propria volta.
Ma dopo che il tentativo di legalizzare il Movadef non ha avuto successo, ecco che lo Stato si mette a parlare di incursioni e atti di violenza da parte di Sendero Luminoso (dai graffiti alle autobombe, dagli assassinii ai rapimenti, ecc.). E col tempo, vediamo lo Stato iniziare a fare connessioni tra alcuni settori della popolazione e il gruppo terroristico, in settori particolari quali le miniere dove i conflitti diventano sempre più acuti, come è il caso, ad esempio, per Conga in Cajamarca o per i minatori che lavorano illegalmente nella foresta amazzonica,. Perché lo Stato si inventa questo collegamento? Perché lo Stato comincia a fare un legame tra le manifestazioni contro le miniere con Sendero Luminoso?
La risposta è ovvia: perché questo rende più facile esercitare una repressione estremamente violenta sotto il pretesto che “in questi movimenti sono presenti membri infiltrati di Sendero Luminoso”. Lo Stato ha già iniziato questa repressione contro i contadini impoveriti che lottano contro l’inquinamento minerario nei loro villaggi e per sopravvivere. La campagna contro Sendero Luminoso serve a giustificare la repressione dello Stato contro i movimenti di protesta ed è un chiaro avvertimento ai movimenti che appariranno in futuro. Questa campagna non cerca inoltre di stabilire un legame tra il comunismo e il terrorismo. La lotta della classe operaia non ha nulla a che fare con il terrorismo e il terrorismo non ha nulla a che fare con la classe operaia, perché il terrorismo è sempre stato il nemico ed un fattore di distruzione di questa. I comunisti, quindi, rigettano apertamente i metodi e le visioni del terrorismo, le sue pratiche e posizioni sono antagoniste a quelle della classe operaia.
“Il terrorismo non è per niente uno strumento di lotta della classe operaia. Espressione di strati sociali senza avvenire storico e della decomposizione della piccola borghesia, quando non è addirittura l'espressione della guerra che si fanno in permanenza gli Stati, esso costituisce sempre un terreno privilegiato di manipolazione della borghesia. Spingendo all'azione segreta di piccole minoranze, esso si situa su un piano che è completamente all'opposto della violenza di classe, che richiede l'azione di massa cosciente e organizzata del proletariato”2.
Il terrorismo è dunque una pratica che non appartiene in niente alla tradizione del movimento operaio. Il terrorismo non permette un processo né di critica né di riflessione, al contrario, provoca paura e angoscia; così come in un paese in guerra i bombardamenti non favoriscono la riflessione o la presa di coscienza sui motivi della guerra, ma al contrario provocano gli esodi, le fughe di popolazioni che sono spinte al si salvi chi può, generando così una perdita e un ostacolo alla presa di coscienza collettiva della classe operaia.
Le pratiche terroristiche (e quelle di Sendero Luminoso in particolare) non esprimono altro che la disperazione e la decomposizione della piccola borghesia attraverso le “azioni esemplari” di gruppi di élite, una pratica che è totalmente all’opposto della violenza di classe che si pone come azione collettiva e cosciente delle masse in lotta per la distruzione del capitalismo, come avvenne in Russia nel 1917 con il movimento dei Soviet. Le pratiche proletarie si basano sulle assemblee generali, le decisioni collettive, la pratica comune e su tutto ciò che promuove le condizioni per lo sviluppo della coscienza. La coscienza della classe operaia si forgia nella lotta collettiva e unitaria.
Noi rigettiamo pertanto la politica d’amalgama che la borghesia e lo Stato peruviano, guidata dal burattino Humala, stanno facendo per mettere nello stesso sacco “terrorismo ed eversione” o qualsiasi espressione di malcontento o di lotta contro l’ordine attuale. Il loro scopo non è altro che preparare il terreno per giustificare la repressione cruenta contro la classe operaia in Perù, in un contesto di crisi globale del capitalismo che porta in sé tutta una serie di attacchi alle condizioni di vita della nostra classe, provocando reazioni di indignazione e di lotta.
Possiamo vedere fino a che punti questi gruppi terroristici sono estranei alla classe operaia con il recente rapimento di 30 lavoratori dell’impianto di gassificazione Camisea, eseguito da un gruppo di Sendero Luminoso, che voleva scambiarli con il “compagno Artemio” imprigionato. La cattura del “compagno Artemio” e la legalizzazione del Movadef, insieme ai presunti attacchi di questo gruppo terroristico, servono allo Stato come cavallo di Troia per preparare il terreno alla brutale repressione della classe operaia, classe che ha iniziato a lottare in altre parti del mondo (Spagna, Grecia ...) e la cui lotta si materializzerà sia in Perù che nel resto del continente americano.
Internacionalismo - Perù (aprile)1. Movadef: “Movimiento por Amnistía y Derechos Fundamentales” (Movimento per l’Amnistia e i Diritti Fondamentali). Sendero Luminoso, fondato nel 1970, è un movimento di ispirazione maoista che sostiene la lotta armata e gli atti terroristici. La sua “tattica di guerriglia” ha seminato il terrore in tutto il paese e ha portato a sanguinosi massacri della popolazione (circa 70 mila morti) nel corso degli anni 1980 e 1990 in Perù, in particolare nelle zone rurali e nei villaggi dove hanno condotto le sue “azioni (NdR).
2. Estratto dalle posizioni di base della CCI: https://it.internationalism.org/posizioni