Lettera aperta della CCI ai militanti del BIPR

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Parigi, 7 dicembre '04

Compagni,
A partire dal 2 dicembre abbiamo assistito ad alcune significative modificazioni sul sito Internet del BIPR. Una dopo l’altra, prima la versione inglese poi quella spagnola della «Dichiarazione del Circolo dei Comunisti Internazionalisti contro i metodi nauseabondi della CCI» del 12 ottobre, che vi si trovavano da più di un mese e mezzo, sono scomparse (molto curiosamente, la versione francese di questa dichiarazione è ancora presente al momento in cui noi vi inviamo questa lettera: forse che il BIPR persegue una politica differente secondo il paese e secondo le lingue?[1]). D’altra parte sulle pagine italiane del vostro sito, l’introduzione che precedeva la «Presa di posizione del Circolo dei Comunisti Internazionalisti sui fatti di Caleta Olivia» è stato ridotto di tre quarti perdendo il passaggio seguente: “Recentemente il Nucleo Comunista Internazionalista di Argentina ha rotto con la Corrente Comunista Internazionale, che da tempo indichiamo come ormai inutile sopravvivenza di una vecchia politica sicuramente non adeguata a contribuire alla formazione del Partito internazionale. L'organizzazione argentina ha anche cambiato nome assumendo quello di Circolo di Comunisti Internazionalisti”.

Queste modifiche dimostrano che il BIPR comincia (forse?) a prendere coscienza del vespaio nel quale si è ficcato prendendo per oro colato e pubblicando senza la minima precauzione ciò che il preteso «Circolo» ha raccontato nelle sue differenti «dichiarazioni», in particolare a proposito del comportamento della CCI. In altri termini, il BIPR non è più capace di nascondere a se stesso, né soprattutto di nascondere ai lettori del suo sito Internet, ciò che la CCI ha affermato da circa due mesi: le accuse fatte alla nostra organizzazione sono delle pure menzogne inventate da un elemento torbido, un impostore mitomane e senza scrupoli. Ciò detto, l’eliminazione discreta e progressiva di queste «dichiarazioni» non cancella né ripara in alcun modo il considerevole errore politico, per non dire il comportamento inqualificabile, di cui si è resa responsabile la vostra organizzazione. Proprio il contrario.
E’ per questo che questa lettera vuole essere un appello solenne ai militanti del BIPR di fronte a un comportamento della loro organizzazione assolutamente scandaloso e incompatibile con tutto ciò che è alla base di un atteggiamento di classe proletario.
Un breve riepilogo dei fatti:
Verso la metà di ottobre, il BIPR pubblica in diverse lingue sul suo sito Internet questa famosa «Dichiarazione contro i metodi nauseabondi della CCI» del cosiddetto «Circolo dei Comunisti Internazionalisti» che si presenta come il successore del «Nucleo Comunista Internazionale» con cui la CCI era in discussione da diversi mesi (con, in particolare, due incontri in Argentina anche tra il NCI e delegazioni della CCI).

Cosa contiene in sostanza questa «Dichiarazione»? Si tratta di una serie di accuse estremamente gravi contro la nostra organizzazione:

-    la CCI utilizza delle «pratiche che non corrispondono all’eredità trasmessa dalla Sinistra comunista, ma piuttosto ai metodi propri della sinistra borghese e allo stalinismo» con «l’intenzione subdola di distruggere [il nostro piccolo nucleo] (vale a dire il «Circolo», nuovo nome del NCI), dove i suoi militanti in maniera individuale provocano la diffidenza reciproca e seminano i germi della divisione nei ranghi del nostro piccolo gruppo»;

-    la CCI «si è ingaggiata in una dinamica di distruzione non solo contro quelli che si mettono a rischio di sfidare le “leggi e le teorie immutabili” dei guru di questa corrente, ma anche contro tutti quelli che cercano di pensare da soli e che dicono NO ai ricatti della CCI»;

-    la CCI utilizza «la tattica stalinista della “terra bruciata”, cioè non solo la distruzione del nostro piccolo e modesto gruppo, ma anche l’opposizione attiva ad ogni tentativo di raggruppamento rivoluzionario di cui la CCI non sarebbe alla testa, attraverso le sue politiche settarie e opportuniste. E per raggiungere questo scopo, essa non esita a utilizzare tutta una serie di astuzie ripugnanti aventi per obiettivo centrale quello di demoralizzare i suoi oppositori e, così, di poter eliminare un “nemico potenziale”»;

-    «mancando di aderire alle sue posizioni che non hanno niente a che vedere con la tradizione rivoluzionaria, la CCI tenta di sabotare ogni tentativo di raggruppamento rivoluzionario come è stato il caso della Riunione Pubblica [del BIPR] del 2 ottobre 2004 a Parigi (Francia) e (…) come cerca oggi di distruggere il nostro piccolo gruppo d’Argentina».

Qualunque lettore un pò esperto delle questioni concernenti i gruppi della Sinistra comunista (o che vi si richiama) avrà riconosciuto lo stile delle calunnie che la FICCI rovescia da diversi anni sulla nostra organizzazione. Ma l’analogia non si ferma qui. La si ritrova anche nella sfrontatezza con cui le menzogne più grosse vengono assestate:
- «Su loro richiesta unanime, i compagni che la CCI ha chiamato al telefono per seminare i germi della diffidenza e della distruzione del nostro piccolo gruppo, propongono all’insieme dei membri del Circolo dei comunisti internazionalisti il rigetto totale del metodo politico della CCI che essi considerano come tipicamente stalinista e il cui obiettivo centrale, obiettivo della direzione attuale della CCI, è di impedire il raggruppamento rivoluzionario per il quale diverse correnti e gruppi lottano; e propongono di denunciare questi comportamenti davanti all’insieme delle correnti che si dichiarano nella continuità della Sinistra comunista».
La realtà è molto diversa, come noi abbiamo riportato già in altri testi e come viene detto nella dichiarazione del NCI del 27 ottobre: effettivamente, abbiamo chiamato un compagno del NCI ma non certo per tentare di «distruggere [il NCI] o i suoi militanti uno per uno ».
Lo scopo della nostra prima telefonata era cercare di capire come si era costituito questo «Circulo de Comunistas Internacionalistas» e perché dei compagni che avevano testimoniato qualche settimana prima un atteggiamento estremamente fraterno nei confronti della nostra delegazione e che non avevano manifestato nessun disaccordo con la CCI (in particolare a proposito dei comportamenti della FICCI), adottavano adesso, il 2 ottobre, una «Dichiarazione» particolarmente ostile nei confronti della nostra organizzazione, voltando le spalle a tutto ciò che avevano difeso fino a quel momento. Da quel momento, noi abbiamo messo in dubbio che l’insieme dei compagni del NCI si fossero associati a questa «Dichiarazione» (malgrado quanto veniva affermato sull’«unanimità» di questo orientamento tra i membri del NCI). Le discussioni che noi abbiamo avuto per telefono con i compagni del NCI ci hanno permesso di informarli di quello che stava avvenendo: la comparsa di un «Circolo» che si presentava come la continuazione del NCI e che scatenava degli attacchi contro la CCI. Noi abbiamo potuto ugualmente verificare che questi compagni non erano per niente informati di questa nuova politica portata avanti dall’individuo B. (il solo a poter accedere a Internet), alle loro spalle e a loro nome. Quando noi abbiamo chiesto a un compagno che avevamo potuto raggiungere per primo telefonicamente se voleva che noi lo richiamassimo, lui ha risposto di sì insistendo che queste telefonate fossero le più frequenti possibile e suggerendo che noi chiamassimo quando si fosse trovato in compagnia degli altri compagni in modo da poter parlare anche con loro. Ecco a cosa corrisponde «la richiesta unanime dei compagni che la CCI ha chiamato»: essi non hanno per niente «proposto all’insieme dei membri del “Circolo” il rigetto totale del metodo politico della CCI» ma l’hanno calorosamente approvato. Mentre il metodo «che essi considerano come tipicamente stalinista» è quello di mister B.
Questo interessante personaggio, all’inizio della sua dichiarazione del 12 ottobre ci avverte: ciò che viene affermato sui “metodi della CCI” può “sembrare una menzogna”. Effettivamente, le “dichiarazioni” di Mr B. possono “sembrare una menzogna”. E vi è una buona ragione a ciò: sono realmente una menzogna, una pura menzogna. Evidentemente, la FICCI ha immediatamente creduto a questa menzogna che somigliava ad una menzogna. Tutto ciò che le può permettere di gettare del fango sulla nostra organizzazione è benvenuto e poco importa se l’accusa “può sembrare una menzogna”. Dopo tutto, la menzogna è la sua seconda natura, il suo marchio di fabbrica (assieme al ricatto, al furto e alla delazione). Ma ciò che è al contrario assolutamente inverosimile, che “sembra una menzogna”, è che un’organizzazione della Sinistra comunista, il BIPR, abbia preso la stessa traiettoria della FICCI pubblicando sul suo sito Internet, senza il minimo commento, quindi avallandole completamente, le elucubrazioni infami di Mr B.
Al BIPR piace fare le lezioni agli altri, ad esempio dando la sua propria interpretazione delle crisi della CCI credendo sulla parola alle menzogne della FICCI e senza darsi neanche la pena di esaminare seriamente l’analisi che ne fa la stessa CCI (vedi per esempio “Elementi di riflessione sulle crisi della CCI” sul sito Internet del BIPR). Al contrario, il BIPR non ama che qualcuno faccia degli apprezzamenti sul suo modo di comportarsi: «noi rigettiamo come ridicole le “messe in guardia” da parte [della CCI]», «Non è alla CCI, né ad alcun altro che dobbiamo rendere conto del nostro modo di agire politico e la pretesa della CCI a rilanciare delle presunte tradizioni della sinistra comunista sembrano soltanto patetiche» (vedi Risposta alle stupide accuse di una organizzazione in via di disgregazione, sul sito Internet del BIPR). Malgrado ciò, noi ci permettiamo di dire al BIPR come avrebbe agito la CCI se avesse ricevuto una dichiarazione come quella del “Circolo” che avesse messo gravemente in causa il BIPR.
La prima cosa che noi avremmo fatto sarebbe stata quella di contattare il BIPR e di chiedergli la sua versione su tali accuse. Avremmo inoltre verificato la credibilità e l’onestà dell’autore di questo tipo di accuse. Se si fosse verificata la natura menzognera dell’accusa, noi avremmo immediatamente denunciato questo comportamento apportando la nostra solidarietà al BIPR. Se l’accusa fosse risultata fondata, e se noi avessimo ritenuto necessario farla conoscere attraverso la nostra stampa, avremmo chiesto al BIPR la sua posizione in modo da pubblicarla a fianco al documento di accusa.
Voi potete forse pensare che queste sono parole platoniche e che nella realtà noi avremmo fatto tutt’altro. I lettori della nostra stampa sanno comunque che è questo il nostro modo di agire, modo che noi abbiamo peraltro già messo in pratica quando la LA Workers’ Voice si è lanciata in una campagna di denigrazione del BIPR (vedi Internationalism n°122).
Come ha agito il BIPR quando ha ricevuto la «Dichiarazione del ‘Circolo»? Non solo è stato contento di sottoscriverlo subito pubblicandolo in diverse lingue sul suo sito senza la minima verifica della sua autenticità, ma ha anche rifiutato per oltre una dozzina di giorni di pubblicare la smentita che noi gli abbiamo richiesto a più riprese (vedi le nostre lettere dei giorni 22, 26 e 30 ottobre) da aggiungere alla dichiarazione del “Circolo”.
La pubblicazione della nostra smentita era il minimo che poteva fare il BIPR (e che d’altra parte qualunque giornale borghese accetta di fare in generale) e tuttavia ci sono volute tre lettere per arrivare a questo, tre lettere e un certo numero di fatti che cominciavano a dimostrare il carattere menzognero della “dichiarazione”. L’inserzione della nostra smentita era il minimo, ma era ancora nettamente insufficiente poiché, non prendendo posizione sulla dichiarazione del «Circolo», il BIPR continuava ad avallare le sue menzogne. E’ per questo che nelle nostre lettere del 17 e del 21 novembre noi vi abbiamo chiesto «di pubblicare immediatamente (vale a dire alla ricezione di questo messaggio) sul vostro sito Internet la Dichiarazione del NCI del 27 ottobre che si trova sul nostro proprio sito in tutte le lingue corrispondenti», una dichiarazione che non partiva dalla CCI, della quale si poteva sempre lasciare intendere che raccontasse non importa cosa, ma dei principali testimoni dell’impostura e delle menzogne calunniose di Mr B. Finora, voi non avete ancora pubblicato questa dichiarazione del NCI (che vi è stata spedita da Buenos Aires tramite posta normale) di cui voi avete consapevolezza della sua veridicità poiché avete cominciato a ritirare progressivamente e discretamente dal vostro sito la dichiarazione del «Circolo».
Per settimane, avete fatto orecchio da mercante di fronte alle richieste della CCI affinchè fosse ristabilita la verità. Adesso che questa verità risplende sempre più (ma non certo grazie a voi), voi scegliete il metodo più ipocrita possibile per cercare di evitare che questa vi possa infangare: ritirate un documento che per circa due mesi ha rovesciato sulla nostra organizzazione carrettate di fango con lo stesso silenzio che aveva accompagnato la sua messa in circolazione da parte vostra.
Compagni, siete coscienti della gravità dei vostri comportamenti? Siete coscienti che questo atteggiamento non è degno di un gruppo che si richiama alla Sinistra comunista ma appartiene ai metodi del trotskismo degenerato, o anche dello stalinismo? Vi rendete conto che voi fate la stessa cosa di Mr B (i cui maneggi recenti con il sito «Argentina Roja» dimostrano che ritorna ai suoi vecchi amori stalinisti) che ha trascorso il suo tempo a fare apparire e scomparire dei documenti sul suo sito Internet per cercare di mascherare i suoi tiri mancini?
In ogni caso, poiché avete messo i vostri mezzi di comunicazione al servizio della calunnia contro la CCI, non basta far sparire discretamente questa calunnia come se niente fosse stato. Voi avete commesso un errore politico di una gravità estrema e adesso occorre riparare. Il solo mezzo degno per una organizzazione del proletariato è dichiarare sul vostro sito Internet che il documento che vi è rimasto per circa due mesi è una collezione di menzogne e denunciare le azioni di Mr B.
Comprendiamo l’amara delusione che avete dovuto provare scoprendo la verità: il NCI non ha rotto con la CCI ed il “Circolo”, sul quale riponevate grandi speranze (vedi il vostro articolo nel numero di ottobre di Battaglia Comunista “Anche in Argentina qualcosa si muove”), non è altro che un grande raggiro uscito dall’immaginazione di Mr B. Ma questa non è una buona ragione per schivare ogni presa di posizione sui metodi di questo impostore. Si tratta anche di una questione di solidarietà elementare con i militanti del NCI che sono state le prime vittime delle manipolazioni infami di questo elemento che ha usurpato il loro nome.
Comprendiamo anche che è penoso per voi riconoscere pubblicamente, ancora una volta (dopo il vostro comunicato del 9 settembre 2003 su i “Comunisti radicali d’Ucraina”), che siete stati vittime di un imbroglio. Quando vi è capitata questa disavventura la CCI non ha fatto il minimo commento. Piuttosto che rigirare il coltello nella piaga, abbiamo pensato che toccava a voi, dato che siete una “forza dirigente responsabile” (secondo i vostri stessi termini), tirare le lezioni da questa esperienza. Tuttavia ciò non ci ha sorpreso dopo le disillusioni che avete avuto, in particolare con il SUCM ed il LAWV, nonostante le nostre messe in guardia che voi avete “rigettato come ridicole”. Ma oggi il problema va ben al di là del ridicolo di essere stati raggirati. Dietro la toccante ingenuità con la quale avete creduto sulla parola ad un mitomane scroccone, c’è la doppiezza con la quale avete accolto sul vostro sito le infamie di questo individuo. Questo è un comportamento assolutamente indegno di una organizzazione che si richiama alla Sinistra comunista.
Il BIPR afferma che la CCI ha perso ogni “capacità/possibilità di contribuire positivamente al processo di formazione dell’indispensabile partito comunista internazionale”, (Battaglia Comunista di ottobre 2004, “Anche in Argentina qualcosa si muove”). Contrariamente al BIPR (ed alle differenti piccole cappelle della corrente bordighista), la CCI non ha mai pensato di essere la sola organizzazione capace di contribuire positivamente alla formazione del futuro partito rivoluzionario mondiale, anche se, evidentemente, valuta che il proprio contributo a questo compito sarà il più determinante. E’ per questo che sin dalla sua riapparizione nel 1964 (dunque ben prima della fondazione della CCI propriamente detta), la nostra corrente ha ripreso l’orientamento che era quello della Sinistra comunista di Francia ed ha sempre difeso la necessità del dibattito fraterno e della cooperazione (evidentemente nella chiarezza) tra le forze della Sinistra comunista. Ancor prima che Battaglia Comunista ne facesse la proposta nel 1977, noi avevamo a più riprese, ma invano, proposto a questa organizzazione di organizzare delle conferenze internazionali dei gruppi della Sinistra comunista. Per questo abbiamo risposto con entusiasmo all’iniziativa di Battaglia e ci siamo implicati con serietà e determinazione in questo sforzo. Ed è sempre per questo che abbiamo rigettato e condannato la decisione di Battaglia e della CWO di porre fine a questo sforzo alla fine della 3ª conferenza nel 1980.
Effettivamente noi pensiamo che alcune delle posizioni del BIPR sono confuse, sbagliate o incoerenti e che esse possono creare o mantenere delle confusioni all’interno della classe. Per questo pubblichiamo regolarmente nella nostra stampa degli articoli che criticano queste posizioni. Tuttavia noi pensiamo che il BIPR, per i suoi principi fondamentali, è un’organizzazione del proletariato e che esso apporta un contributo positivo all’interno di questo contro le mistificazioni borghesi (in particolare quando difende l’internazionalismo di fronte alla guerra imperialista). Per questo abbiamo sempre considerato fino ad oggi che era interesse della classe preservare un’organizzazione come il BIPR.

Questa non è la vostra analisi riguardo alla nostra organizzazione, poichè dopo aver affermato nella vostra riunione con la FICCI del marzo 2002 che “se siamo portati a concludere che la CCI è diventata un’organizzazione ‘non valida’, allora il nostro scopo sarà fare di tutto per spingere alla sua scomparsa”(Bollettino della FICCI n°9) voi avete adesso cominciato effettivamente a fare di tutto per raggiungere questo scopo.
Il fatto che voi valutate che la CCI costituisce un ostacolo alla presa di coscienza della classe operaia e che sarebbe preferibile per la sua lotta che la CCI scomparisse, non ci pone in sé dei problemi. Dopo tutto è la stessa posizione che hanno sempre difeso le differenti cappelle della corrente bordighista.
Così come non ci pone problema il fatto che vi dotiate dei mezzi per pervenire a questo obiettivo. La questione è “quali mezzi”? Anche la borghesia è interessata alla scomparsa della CCI, come alla scomparsa degli altri gruppi della Sinistra comunista. E’ per questo, in particolare, che ha scatenato delle campagne ripugnanti contro questa corrente assimilandola alle correnti “revisioniste” complici dell’estrema destra. Per la classe dominante TUTTI i mezzi sono buoni, ivi compreso e soprattutto, la menzogna e la calunnia. Ma questo non è possibile per un’organizzazione che pretende di lottare per la rivoluzione proletaria. Allo stesso titolo delle altre organizzazioni rivoluzionarie del movimento operaio che l’hanno preceduta, la Sinistra comunista non si distingue solo per le posizioni programmatiche, quali l’internazionalismo. Nella sua lotta contro la degenerazione dell’IC e contro la deriva opportunista del trotskismo che l’ha condotta nel campo borghese, la Sinistra ha sempre rivendicato un metodo basato sulla chiarezza, e dunque la verità, in particolare contro tutte le falsificazioni di cui lo stalinismo si è fatto portatore.
Marx diceva “la verità è rivoluzionaria”. In altri termini, la menzogna, e ancor più la calunnia, non sono armi del proletariato, ma della classe nemica. E l’organizzazione che ne fa uno degli strumenti di lotta, quale che sia la validità delle posizioni inscritte nel suo programma, prende la via del tradimento o, comunque, diventa un ostacolo decisivo alla presa di coscienza della classe operaia. In tal caso, effettivamente, e ben più che a causa della presenza di errori nel suo programma, è preferibile, dal punto di vista degli interessi del proletariato, che una tale organizzazione scompaia.

Compagni, ve lo diciamo francamente, se il BIPR persiste nella politica della menzogna, della calunnia e, peggio ancora, del “lasciar correre” e del complice silenzio di fronte a comportamenti di gruppuscoli di cui queste sono il marchio di fabbrica e la ragion d’essere, come è il caso del “Circolo” e della FICCI, allora darà la prova che anch’esso è diventato un ostacolo alla presa di coscienza del proletariato.
Sarà un ostacolo non tanto per il discredito che potrà apportare alla nostra organizzazione (gli ultimi avvenimenti hanno dimostrato che noi siamo capaci di difenderci, anche se pensate che “la CCI è in via di disgregazione”), ma per il discredito ed il disonore che questo tipo di comportamenti infligge alla memoria della Sinistra comunista d’Italia, e dunque al  suo contributo insostituibile. In questo caso, effettivamente, sarebbe preferibile che il BIPR scomparisse e, come voi dite così bene, “il nostro scopo sarà fare di tutto per spingere alla sua scomparsa”. E’ chiaro, evidentemente, che per raggiungere questo scopo noi impiegheremo esclusivamente le armi che appartengono alla classe operaia che, naturalmente, ci impediscono l’utilizzo della menzogna e della calunnia.
Un ultimo punto:
La dichiarazione del 12 ottobre del «Circolo», così come l’articolo della FICCI nel suo Bollettino 28, evocano i nostri pretesi «tentativi di sabotaggio» in occasione della vostra riunione pubblica del 2 ottobre a Parigi. Voi stessi non siete estranei a questo tipo di accuse poiché nella prima versione della vostra presa di posizione su questa riunione pubblica apparsa unicamente in italiano (e non in francese – ancora un mistero del BIPR!) voi riportate «le avanguardie rivoluzionarie anche laddove scarseggiano, ostacolate nel loro emergere dai miasmi prodotti da una organizzazione in via di disfacimento, come la CCI a Parigi. E’ per questo che il BIPR continuerà il suo lavoro anche su Parigi, prendendo tutte le misure necessarie a prevenire ed evitare sabotaggi, da qualunque parte essi vengano». In seguito, voi avete ritirato la fine di questo passaggio (prova del fatto che voi non eravate molto sicuri di voi), e in particolare il riferimento ai nostri «sabotaggi». Ciò detto, un certo numero di visitatori del vostro sito e i contatti abbonati ai vostri comunicati per e-mail hanno potuto prendere conoscenza di queste accuse. Ugualmente, la FICCI ed il «Circolo» continuano a pubblicarlo sul loro proprio sito senza che voi li smentiate.
Compagni,
se voi pensate che noi abbiamo tentato di sabotare la vostra riunione pubblica a Parigi, allora ditelo francamente, spiegando perchè. Noi potremo allora discuterne con degli argomenti piuttosto che essere confrontati a pettegolezzi ipocriti.
Un’ultimissima cosa. La presente lettera è centrata attorno a una sola questione: la pubblicazione sul vostro sito Internet di una «Dichiarazione» infame che calunnia la CCI. Ciò detto, l’uso (attivo o passivo) della menzogna e della calunnia come mezzo di «lotta» contro la CCI non si ferma là. Vi ricordiamo che vi abbiamo scritto due lettere nelle quali vi chiediamo tra l’altro una presa di posizione su una questione della massima importanza (a meno che le parole non siano prive di senso): «Pensate voi, come non ha smesso di ripetere la FICCI, che la CCI sarebbe sotto il giogo di agenti dello Stato capitalista (appartenenti alla sua polizia o a una setta massonica)?»
Vi ricordiamo pure che finora, anche se voi giustificate il furto da parte della FICCI del nostro elenco di abbonati, voi non avete fornito spiegazioni al fatto che questi ultimi hanno ricevuto per posta un invito alla vostra riunione pubblica, malgrado non vi avessero mai comunicato il loro indirizzo. La sola «spiegazione» che noi abbiamo avuto è quella di un membro del presidium della vostra riunione pubblica del 2 ottobre a Parigi che ha detto: «noi non eravamo al corrente dell’invio di questi inviti e non siamo d’accordo».
·   Se non è il BIPR che ha fatto questi invii, allora chi è stato?
·  Perchè non approvate questa iniziativa dal momento che approvate il furto del nostro elenco abbonati?

Se non avete voglia di dare queste spiegazioni alla CCI, vi chiediamo di avere almeno la correttezza di darle ai nostri abbonati, i quali non sono necessariamente dei simpatizzanti della CCI.
Ecco dunque un esempio di questioni che per noi non sono chiuse. E le rimetteremo sul tappeto tutte le volte che sarà necessario se voi decidete di applicare la vostra politica tradizionale del silenzio nei confronti delle nostre lettere.Ricevete, compagni, i nostri saluti comunisti.   
CCI


[1] È una questione che non si pone soltanto a proposito della data del ritiro della «Dichiarazione» del 12 ottobre, ma anche a proposito del suo inserimento sul sito del BIPR. In effetti, questa dichiarazione non è mai apparsa in italiano laddove in questa lingua sono stati pubblicati due altri testi del Circolo, la «Presa di posizione del Circolo di Comunisti Internazionalisti sui fatti di Caleta Olivia» e «Prospettive della classe operaia in Argentina e nei paesi periferici» i quali, paradossalmente, non sono stati pubblicati in altre lingue dal BIPR. Comprenda chi può. Noi speriamo che almeno i militanti del BIPR conoscano le ragioni di queste scelte sorprendenti.