Lotta proletaria

Sciopero spontaneo dei lavoratori della SEAT: per poter sviluppare la lotta bisogna scontrarsi con il sindacato

Il 23 dicembre, gli operai della SEAT, sia del turno di mattina che del pomeriggio, sono scesi spontaneamente in sciopero per solidarietà con 660 dei loro compagni a cui la compagnia aveva, quella mattina stessa, consegnato la lettera di licenziamento.

E’ stato l’inizio di una risposta ad  un attentato criminale alle loro condizioni di vita. Un attentato perpetrato con premeditazione e perfidia dal Triangolo Infernale costituito dal padronato, dalla Generalidad (governo della Catalogna) e dai sindacati. Un attentato che va ben al di là dei 660 licenziamenti, perché ad essi si aggiungono i licenziamenti per motivi disciplinari dei lavoratori che parteciparono alle azioni di lotta dell’inizio di dicembre, i 296 licenziamenti mascherati da “dimissioni volontarie”, i piani di intensificazione dello sfruttamento con l’aumento della produzione, estorta ai lavoratori con le  loro ore di permesso,… In definitiva, un attacco brutale che apre la porta a nuovi attacchi. Non a caso il presidente della compagnia ha annunciato con cinismo e provocatoriamente che “i provvedimenti contemplati nell’accordo non assorbono tutta l’eccedenza di personale”.

L’avvenire è nella lotta di classe!

Mentre le campagne ideologiche della borghesia, che ci martellano da sedici anni, continuano a dirci che la classe operaia è una classe moribonda, che la sua lotta appartiene ad un passato ormai finito, la realtà si incarica di dimostrare che il proletariato è ben vivo e che non ha altra scelta che sviluppare la sua lotta dappertutto nel mondo.

 

La combattività e l’inizio di una solidarietà operaia si sono già manifestate in Europa con lo sciopero all’aeroporto londinese di Heathrow questa estate (vedi articolo in Rivoluzione Internazionale 142). La paura di una larga mobilitazione operaia ha spinto il governo Blair a ritirare una parte dell’attacco sulle pensioni nel settore pubblico destinato a decurtare le pensioni facendo passare progressivamente da 60 a 65 anni, tra il 2006 ed il 2013, l’età pensionistica.

Francia: la borghesia utilizza gli scontri nelle periferie contro la classe operaia

Dopo il volantino che abbiamo pubblicato l’8 novembre scorso (1) sul nostro sito web, l’articolo che segue insiste sulla trappola costituita dagli scontri avvenuti nelle periferie francesi per la classe operaia di tutto il mondo. Questa insistenza non è affatto superflua visto che dobbiamo purtroppo segnalare come molti compagni siano rimasti affascinati dalle fiamme dei roghi e dall’uso della violenza, quasi fossero questi degli obiettivi in sé della lotta.

Polonia, Agosto 1980: 25 anni fa il proletariato rifaceva l'esperienza dello sciopero di massa (II parte)

Nella prima parte di questo articolo, pubblicata nel numero scorso del giornale, abbiamo ripercorso i momenti e gli aspetti più significativi dello sciopero di massa scoppiato in Polonia nel 1980. In questa seconda parte vedremo la risposta della borghesia e come l’illusione su di un sindacato “libero” e “combattivo” ha portato alla sconfitta di questa lotta.

 

 

La reazione della borghesia: l’isolamento

 

Si può capire il pericolo che costituivano le lotte in Polonia dalle reazioni dei paesi vicini. Le frontiere tra la Polonia e la Germania dell’Est, la Cecoslovacchia e l’Unione Sovietica furono chiuse immediatamente.

 

A PROPOSITO DI UN FORUM SU “L’AUTONOMIA OPERAIA”: Chi può porre fine al capitalismo?

Pubblichiamo un articolo d'intervento che la sezione della CCI in Spagna (Acción Proletaria) ha messo su Internet in un Forum sull'autonomia del proletariato [www. alasbarricadas.org, in lingua spagnola].

 

 

All'origine di questo forum c'è la riproduzione da parte di un compagno, che noi non conosciamo, di un articolo-bilancio scritto da noi (1) a proposito di un incontro sull'autonomia operaia e l’intervento che noi vi abbiamo fatto. Questo incontro, che ha avuto luogo a Barcellona, ha provocato un dibattito appassionante, profondo e leale. Tutti i partecipanti condividevano la stessa volontà di farla finita con il sistema capitalista che sta provocando alla grande maggioranza dell'umanità tante sofferenze e di ogni tipo (economiche, psichiche, morali, ecologiche). Ma è sulla questione “chi può essere il motore di una così gigantesca trasformazione sociale?” che il dibattito si situa. In sintesi, due risposte sono apparse in maniera chiara: per gli uni, è la classe operaia, il proletariato. Per gli altri, tra cui un compagno che si fa chiamare Piti (2), è una comunità di individui ribelli, che loro chiamano proletariato

 

 

Scioperi all’aeroporto di Heathrow: Il solo mezzo per difenderci è la nostra solidarietà di classe

“700 voli cancellati, 70.000 passeggeri presi in ostaggio da un pungo di irresponsabili in pieno periodo di vacanze”, questo è stato il messaggio martellato senza sosta dalla stampa e tutti i media britannici a proposito dello sciopero che ha paralizzato, dall’11 al 14 agosto, l’aeroporto londinese di Heathrow. A modo suo, la violenza e l’astio con cui la borghesia ha condannato gli scioperanti rivela la portata storica di questa lotta operaia. In effetti è solo qualche settimana dopo gli attentati di Londra del 7 luglio e quando la borghesia tentava di rilanciare l’unione nazionale attraverso la campagna antiterrorista, che un migliaio di lavoratori dell’aeroporto si sono messi in sciopero spontaneamente per solidarietà con i 670 operai dell’impresa americana di ristorazione Gate Gourmet, sotto appalto della British Airways, all’annuncio del loro licenziamento.

Polonia, Agosto 1980: 25 anni fa il proletariato rifaceva l'esperienza dello sciopero di massa (I parte)

L’anniversario della Polonia 80 è stato l’occasione per la borghesia per rinverdire il sindacato come unico strumento di difesa per i lavoratori. Contro questa enorme mistificazione la classe deve riappropriarsi di questo importante della sua lotta traendone tutte le lezioni sulla forza di quel movimento e sulle cause della sua sconfitta. Pertanto in questa prima parte dell’articolo ricorderemo brevemente i momenti e gli aspetti più significativi dello sciopero di massa della Polonia 80 e nella seconda (sul prossimo numero del giornale) vedremo come la mistificazione sulla possibilità di un sindacato “libero” e “combattivo” è stata la migliore arma per sconfiggerlo dall’interno.

L'evoluzione della lotta di classe nel contesto degli attacchi generalizzati e della decomposizione avanzata del capitalismo

Pubblichiamo qui di seguito il rapporto sulla lotta di classe presentato e ratificato durante la riunione, nell'autunno 2003, dell'organo centrale della CCI (1). Confermando le analisi dell'organizzazione sulla persistenza del corso agli scontri di classe (aperto dalla ripresa internazionale della lotta di classe nel 1968) malgrado la gravità del riflusso subito dal proletariato a livello della sua coscienza dal crollo del blocco dell'Est, questo rapporto aveva come compito particolare di valutare l'impatto attuale ed a lungo termine dell'aggravamento della crisi economica e degli attacchi capitalisti sulla classe operaia. L’analisi è che "Le mobilitazioni a grande scala della primavera 2003 in Francia ed in Austria rappresentano una svolta nella lotta di classe dal 1989. Esse sono un primo passo significativo nel recupero della combattività operaia dopo il periodo più lungo di riflusso avuto dal 1968".

Germania: le lezioni della lotta alla Opel. La necessità di una classe operaia autonoma

In risposta alla minaccia di riduzioni massicce di posti di lavoro e di chiusure di fabbriche da parte della General Motors, ha avuto luogo alla Opel di Bochum uno sciopero di sei giorni. Questo sciopero spontaneo, non ufficiale, è stato il più lungo e significativo in Germania dai grandi scioperi selvaggi della fine degli anni 60 - inizio anni 70.

Rivoluzione del 1905 in Russia: Il proletariato afferma la sua natura rivoluzionaria

Cento anni fa il proletariato ingaggiava in Russia il primo movimento rivoluzionario del XX secolo, conosciuto sotto il nome di Rivoluzione russa del 1905. Non essendo stata vittoriosa come fu dodici anni più tardi per la Rivoluzione di ottobre, questo movimento è oggi quasi completamente caduto nell’oblio. Tuttavia, la Rivoluzione del 1905 ha apportato tutta una serie di lezioni, di chiarificazioni e di risposte alle questioni che si ponevano al movimento operaio dell’epoca senza le quali la Rivoluzione del 1917 non avrebbe certamente potuto vincere. E, benché questi movimenti abbiano avuto luogo un secolo fa, il 1905 è molto più vicino a noi politicamente di quanto si possa credere ed è necessario, per le generazioni di rivoluzionari di oggi e di domani, riappropriarsi degli insegnamenti fondamentali di questa prima rivoluzione in Russia.

Riunione pubblica a Buenos Aires: a che sta la lotta di classe oggi?

Il 5 novembre scorso grazie al sostegno dei militanti del NCI d’Argentina, la CCI ha tenuto una riunione pubblica a Florencio Valera, periferia di Buenos Aires. Il tema era sull’evoluzione della lotta di classe a livello mondiale. Come alla precedente riunione pubblica di agosto, l’introduzione è stata volutamente breve per permettere alla discussione di svilupparsi il più possibile.

Karstadt, Opel, Volkswagen: il bisogno della solidarietà operaia contro la logica del capitalismo in bancarotta

Qual è il mezzo di lotta più efficace quando il “proprio” lavoro o la “propria” azienda non sono considerate più redditizie? L’arma dello sciopero perde la sua efficacia quando il capitalismo intende chiudere una fabbrica ad ogni costo, o quando delle intere aziende sono sull’orlo del fallimento? Questioni di questo tipo si pongono oggi in maniera concreta non solo alla Opel, alla Karstadt o alla Volkswagen, ma dovunque si pone il problema, dato dalla crisi economica del capitalismo, della “salvezza” o della chiusura di fabbriche o compagnie. Oggi questo accade un po’ dappertutto. Non solo in Germania, ma in America e anche in Cina. Non solo nell’industria, ma anche negli ospedali e nei servizi pubblici.

Volantino della CCI in Germania: la risposta alla crisi capitalista: la solidarietà operaia

l padronato sembra avere ottenuto ciò che desiderava. Milioni di salariati sono stati mandati in vacanza con la notizia che la più grande compagnia europea industriale, la Mercedes a Stoccarda-Sindelfingen, sta economizzando sui costi di produzione, circa mezzo milione di euro, a spese dei suoi dipendenti. Vogliono che ci sia ben chiaro che anche là dove le imprese hanno fatto dei profitti, gli operai sono impotenti di fronte al ricatto del decentramento della produzione e sotto la minaccia di licenziamenti massicci. Pensavano che durante le vacanze ci saremmo rassegnati di fronte all'obbligo di lavorare di più con salari più bassi.

Sciopero alle fabbriche Mercedes / Daimler-Chrysler: la classe operaia reagisce contro il ricatto dei decentramenti

A metà luglio la Daimler ha posto un ultimatum ai suoi dipendenti di Sindelfingen-Stoccarda (Bade-Würtemberg): o accettano di sacrificare alcune "agevolazioni" (1) permettendo così una riduzioni dei costi di produzione, o la produzione della nuova Mercedes classe-C sarà trasferita a Brema ed a East London (in Sud Africa).
In risposta, il 15 luglio, il sindacato dei metallurgici IG Metall ha chiamato i lavoratori della Daimler a scioperi e manifestazioni di protesta. Il sindacato ha giustificato il suo "atteggiamento combattivo" con il fatto che lo scorso anno l'azienda ha fatturato 5,7 miliardi di euro di utili.

Punto di svolta nella lotta di classe internazionale

Nei primi dieci mesi del 2003 ci sono state lotte a grande scala cui hanno partecipato operai di vari settori che hanno lottato con una determinazione sconosciuta fin dagli anni 80. A maggio e giugno milioni di operai in Francia hanno dimostrato contro gli attacchi alle pensioni. In Austria ci sono state una serie di dimostrazioni, anche contro gli attacchi alle pensioni, culminanti il 3 giugno con la più grande dimostrazione vista dalla seconda guerra mondiale quando milioni di persone sono scese in strada (questo è un paese con una popolazione inferiore a 10 milioni).

Autoferrotranvieri: una lotta significativa, una lotta piena di lezioni

La preoccupazione della borghesia per gli autoferrotranvieri comincia il primo dicembre scorso, quando a Milano i lavoratori hanno deciso che gli scioperi simbolici del sindacato non servivano a niente e hanno scioperato senza rispettare le cosiddette “fasce protette”. La stessa cosa è successa il 15 dicembre, quando a non rispettare le consegne sindacali sono stati i lavoratori di diverse città, che hanno sfidato anche le minacce di precettazione, pur di cercare di dare efficacia alla loro lotta.

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