“Nuovo Sud America”: una vecchia menzogna con una nuova veste

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Il giornale Le Monde Diplomatique ha pubblicato un articolo intitolato “Il Nuovo Sud America”, salutando l’ascesa al potere della sinistra del capitale nel Salvador (Mauricio Funes del FMLN1 ha vinto le elezioni presidenziali) e l’alleanza con altri governi di sinistra capeggiati da Chavez ed altri. In tutto il mondo la sinistra prova ad ingannare le masse presentando questi governi come un’alternativa per i lavoratori. Questa è una tipica menzogna della borghesia e dei suoi servi di sinistra per assoggettare il proletariato al giogo capitalista.

Confrontata alla crisi la borghesia ha avvertito la necessità di usare una nuova immagine, che in realtà non è affatto nuova, per cercare di nascondere la responsabilità di tutto il sistema capitalista in decadenza nel portare l’umanità verso la barbarie, ed oscurare il vero significato della crisi economica mondiale scaricando la colpa su di una data frazione della borghesia. I media, d’altro canto, stanno usando a pieno la crescita delle frazioni della borghesia che vengono dalla “sinistra”, in questa parte del mondo, per farle apparire come un’alternativa possibile. Come se la crisi fosse dovuta ad un “neo-liberalismo”, o se l’attuazione di nuove forme del modello di stato capitalista potesse risolvere un problema così profondo che ha le sue radici nel capitalismo stesso, quale che sia la forma che assume. Chiamarlo “neo” non cambia il fatto che si tratta del solito vecchio liberalismo che si trova confrontato all’intensificazione delle maggiori contraddizioni di una società divisa in classi. Questi governi di sinistra sono armi della borghesia internazionale per sedare le masse, allontanandole dalla lotta autonoma per una vera rivoluzione sociale. Questa sinistra non è nient’altro che la sinistra del capitale, è la nuova garrotta per reprimere i lavoratori che mettono in discussione l’oppressione di classe e cercano la solidarietà internazionale.

Questi modelli di capitalismo basati sulla pianificazione statale dell’economia, sull’intervento dello Stato per salvare gli interessi dell’economia, sulla nazionalizzazione dello sfruttamento, sono solo varianti del capitalismo, e gli Stati capitalisti sono anche più oppressivi dei capitalisti privati. Abbiamo già conosciuto ad esempio il “New Deal”, l’URSS di Stalin, il fascismo e il nazismo, ecc., tutti modelli che hanno assicurato gli interessi della borghesia difendendo i rapporti capitalistici di classe: Chavez, Lula, Morales, e compagni non fanno niente di diverso.

Mentre in Europa la sinistra è stata integrata nei governi da decenni al fine di facilitare il suo dominio sui lavoratori, questo processo è relativamente nuovo per l’America latina. E le borghesie più vecchie del pianeta, mettendo avanti l’idea di un “Nuovo Sud America”, stanno cercando di rivitalizzare la loro retorica sulla possibilità di rendere più “umano” il capitalismo con l’obbiettivo di creare fiducia nella lotta nazionale, nella “riforma” del capitalismo e nella pratica elettorale. Più in generale, stanno cercano di rinverdire la falsa idea che gli interessi del proletariato sono gli stessi di quelli della borghesia.

Il solo interesse della borghesia è continuare a vivere sfruttando il lavoro della classe operaia, mentre quello della classe operaia è liberarsi dal giogo del capitale, dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sia che si chiami “Socialismo del XXI secolo” o in altro modo. Il vero socialismo è possibile solo attraverso un processo rivoluzionario internazionale, un processo nel quale i lavoratori devono far uso della propria forza ed unità, della propria indipendenza dalle organizzazioni borghesi, e della violenza rivoluzionaria.

“Il Sud America si è trasformato nella regione più progressista del mondo. Dove sono in atto molti cambiamenti in favore delle classi popolari e dove si stanno attuando molte riforme strutturali allo scopo di liberarsi dalla dipendenza e dal sottosviluppo”. Questa citazione dell’articolo di Le Monde riflette esattamente la retorica di cui il capitale ha bisogno per continuare il suo sfruttamento, per creare la falsa aspettativa che il capitalismo possa in qualche modo migliorare la vita dei lavoratori. Questa retorica è condivisa dall’insieme della sinistra del capitale, che appoggia i governi di Chavez e compagni, anche se in modo “critico” come fanno i trozkisti. Tutto ciò pugnala i lavoratori alle spalle e tende a confondere la classe per dividerla al suo interno. Hanno bisogno di usare questa apparente retorica rivoluzionaria socialista o comunista, per sradicare la classe sfruttata da ogni speranza di poter avanzare verso una vera società comunista. Una società che invece potrà formarsi solo scontrandosi con tutti i nemici del proletariato, tutta la borghesia internazionale, compreso Chavez e la sua ideologia. E per questo è necessario che il proletariato prenda coscienza della necessità di rompere con la falsità e le lusinghe dei parlamenti, con le lotte nazionali, al fine di armarsi contro le trappole che il capitalismo ergerà per sabotare il processo rivoluzionario internazionale, che è la sola risposta alla crisi del capitale, alla guerra e alla povertà.

Juan K. 19/4/09

1. FMLN (Farabundo Marti para la Liberacion Nacional), Fronte di Liberazione Nazionale del Salvador

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