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Nel movimento degli Indignati in Spagna come in Francia, Grecia e in tutti gli altri paesi, il collettivo Democracia Real Ya! (DRY – “Democrazia reale subito!”), ha sfruttato il disgusto legittimo dei giovani nei confronti dei partiti politici borghesi (e la corruzione dei politici), per promuovere un’ideologia estremamente pericolosa: quella dell’“apoliticismo”. Così, dappertutto, si possono sentire i mentori di DRY che cercano di far credere agli Indignati che il movimento di protesta contro gli effetti della crisi del capitalismo (particolarmente la disoccupazione dei giovani) doveva restare un movimento “apolitico”, al di fuori e contro tutti i partiti, le associazioni e i sindacati. Di conseguenza, gli elementi politicizzati dovevano rispettare dovunque la consegna: non prendere la parola a nome del loro gruppo politico ma unicamente in qualità di semplici “cittadini”[1]. Tutti quelli che fanno della politica erano così sospettati di voler dividere o recuperare il movimento per conto della propria “cappella”.
L’ipocrisia sconfinata di DRY raggiunge il suo colmo quando si sa che dietro questa vetrina di preteso “apoliticismo” si nasconde in realtà non solo l’intero gruppo di partiti della sinistra del capitale (PS, PC, NPA, Fronte della sinistra, ecc.), ma anche dei partiti di destra e di estrema destra (poiché i loro militanti hanno diritto di cittadinanza nelle assemblee in quanto “cittadini al di sopra di ogni sospetto”).
E’ in realtà una unione sacra di tutte le anime buone rispettose della “cittadinanza” capitalista a cui ci invita la politica demagogica e populista di DRY. In realtà, quello a cui puntano i leader di DRY è di legare i giovani proletari al carro dell’ordine capitalista.
Quando DRY fa appello per chiedere una riforma di legge elettorale in Spagna, quando ci chiede di andare a votare e di restare così dei buoni “cittadini”, quando i suoi slogan menzogneri ci chiamano a lottare contro la “dittatura delle banche” per farci credere che un capitalismo “pulito”, “etico”, dal “volto umano” sia possibile, DRY non fa altro che ... della “politica”! E questa politica riformista, di gestione della crisi economica, è quella dei partiti della sinistra del capitale, con i suoi politici più o meno “puliti” e corrotti (come Strauss-Kahn, Zapatero, Papandreou ecc.).
“L’apoliticismo” è una pura mistificazione e una trappola pericolosa per gli sfruttati! Questa ideologia ipocrita mira solo a espropriarli dei loro strumenti di lotta per farli ricadere sul terreno putrido della “legalità” e della “democrazia” borghese. I partiti di sinistra ed i sindacati, dopo aver fatto tanti attacchi alla nostra classe, hanno sempre più difficoltà a scaricare i loro veleni: le divisioni corporative e settoriali, l’infiltrazione nelle lotte e nelle riunioni generali e - soprattutto - le illusioni riformiste ed elettorali ... Gli sfruttati sono animati da una sfiducia crescente nei loro confronti, da un istinto di rigetto; essi hanno imparato a riconoscere il tanfo dei loro veleni. “L’apoliticismo” dell’altermondialismo ha dunque il compito di rifilarci questo stesso veleno, ma rendendolo prima inodore! Si tratta, né più né meno, di un gioco di prestigio che mira in ultima analisi a ricondurre i lavoratori nel girone dei loro nemici: i partiti della sinistra del capitale ed i sindacati!
La classe sfruttata non deve dimenticare che è in nome dell’“apoliticismo” che il fascismo è arrivato al potere negli anni 1930. Che è sotto la maschera dell’“apoliticismo” che i movimenti sociali sono stati sempre recuperati da coloro che si fanno promotori ufficiali di questa ideologia, come gli “altermondialisti” di DRY o di ATTAC.
E’ quello che abbiamo visto, ad esempio, in Francia, nel movimento degli studenti contro il CPE, nella primavera del 2006, dove numerosi figli della classe operaia sono stati recuperati in vista delle elezioni presidenziali del 2007. Sono stati deviati sul terreno elettorale nel fronte unito “anti-Sarkosy”.
Per non farsi “recuperare” e divorare da lupi travestiti da pecore, le giovani generazioni di oggi devono far riferimento allo slogan degli studenti del Maggio 68: “Se tu non ti interessi alla politica, la politica si interesserà di te.”
Sì, occorre interessarsi alla “politica”! Confrontare le idee politiche nelle assemblee generali è l’unico modo per smascherare i nostri falsi amici, evitare le loro trappole e impedire che le nostre lotte siano confiscate da politicanti “specializzati” nella negoziazione e negli intrallazzi. E’ nel confronto e nel dibattito politico, particolarmente all’interno di assemblee sovrane, che gli sfruttati in lotta possono fare la differenza tra i gruppi politici che difendono veramente i loro interessi e coloro che giocano il ruolo da cani da guardia del Capitale.
La lotta della classe sfruttata contro la classe sfruttatrice è sempre una lotta politica. E’ solo in questa lotta, attraverso il dibattito più ampio possibile, che gli sfruttati possono costruire un rapporto di forza a loro favore di fronte all’infamia del Capitale e dei suoi politici di ogni colore. E’ in questa lotta politica, nella strada e nelle assemblee di massa, che possono ritrovare la loro identità di classe, sviluppare la loro solidarietà, la loro unità e ritrovare la fiducia nelle loro forze.
La classe sfruttata, che sia occupata o disoccupata, è la sola forza politica che può cambiare il mondo, abbattere il capitalismo e costruire una società veramente umana, senza crisi, senza guerre, senza sfruttamento.
Sofiane (29 giugno)