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Cari compagni, grazie a tutti voi, alla vostra partecipazione e al vostro contributo, la giornata del 19 aprile scorso è stata veramente un momento di incontro, di discussione e di confronto tra proletari, (lavoratori, futuri lavoratori o pensionati). Un momento a cui noi attribuiamo una grande importanza per i motivi che vi abbiamo già detto e che vogliamo riprendere in questa lettera a tutti voi. Oggi, lentamente, ma con sempre maggiore forza, spinti da condizioni di vita e di lavoro sempre più intollerabili, minoranze di proletari escono allo scoperto con l’intento di capire in che mondo vivono, quali sono le prospettive, chi sono i naturali alleati in una eventuale lotta da assumere, chi sono i nemici da affrontare in questa lotta. In altri termini la stessa discussione che si è sviluppata tra di voi nella giornata del 19 aprile. Dunque la prima cosa di cui dobbiamo prendere coscienza è che in quella sala noi non eravamo soli, ma eravamo virtualmente in compagnia di migliaia e migliaia di individui presenti in tutto il mondo che stanno facendo esattamente la stessa cosa. Ma ancora possiamo dire che queste migliaia di persone sono l’espressione di milioni di persone che vivono esattamente lo stesso sentimento di insofferenza e che trovano ancora qualche difficoltà per emergere dal torpore dell’ideologia borghese e dal controllo dei mass media. In altri termini dobbiamo vivere questi momenti come l’espressione di una classe che riprende consapevolezza del suo destino storico e che cerca di forgiare le sue armi autentiche, la sua unità e la sua coscienza, per affrontare la lotta storica del futuro. A tale riguardo noi vi invitiamo a dare uno sguardo a quello che succede al di fuori del nostro piccolo steccato e a prendere conoscenza non solo delle lotte ma anche di tutte le iniziative che si producono in altri paesi del mondo. In tal senso vi suggeriamo la lettura di alcuni articoli che abbiamo di recente pubblicato ma che non sono per il momento disponibili in lingua italiana. Cercheremo col tempo di fare delle traduzioni per rendere questi testi meglio fruibili.[1]
Abbiamo anche insistito, in occasione dell’incontro del 19 aprile, sul fatto che quella era una riunione vostra e che la funzione della CCI era solo di rendere possibile quella riunione e di lavorare alla sua migliore riuscita. Anche su questo pensiamo che dobbiamo esprimere una insistenza. Che significa che la CCI si dà da fare, mette in moto le sue risorse, le sue energie, per realizzare una riunione che definisce una riunione “non della CCI ma dei singoli partecipanti”? Non c’è qualcosa di strano in tutto questo? Effettivamente è alquanto inedito, nel periodo attuale, sentire cose di questo tipo e - se non fosse per la stima che i vari compagni hanno nella CCI - questa operazione risulterebbe, alla luce delle pratiche politiche a cui assistiamo oggi anche tra alcune organizzazioni di una certa sinistra, alquanto sospetta. In realtà invece questa iniziativa intende rispondere, da una parte, a quella richiesta di chiarezza politica che è stata evocata prima, dall’altra riprendere quella tradizione che è stata sempre presente nei partiti operai e che corrisponde al fatto di rendere disponibili le sedi di partito come punto di incontro per i proletari per discussioni o incontri di vario genere. Quindi il fatto che la riunione abbia avuto luogo per iniziativa della CCI risponde al fatto che, oggi come oggi, la classe è ancora intimidita, fa ancora fatica a cacciare la testa fuori dal sacco in cui l’hanno rinchiusa. Noi certamente torneremo a intraprendere tali iniziative, ma va da sé che, a mano a mano che il proletariato prenderà fiducia in sé stesso e comincerà a organizzare riunioni di sue iniziativa, queste riunioni promosse dalla CCI potranno perdere di significato fino a rendersi del tutto inutili.
Come è andata dunque questa riunione del 19 aprile? Diciamo senz’altro bene o anche benissimo, se si considera che è solo la prima esperienza di questo tipo in Italia. La riunione ha visto una fase preparatoria in cui una serie di compagni esterni alla CCI si sono implicati - assieme alla CCI - a preparare le presentazioni politiche, organizzare la scaletta della giornata, organizzare i team responsabili delle conclusioni, provvedere materialmente a preparare del cibo cucinato da consumare nella pausa pranzo della giornata. Su questi vari piani abbiamo potuto verificare la presenza di un autentico spirito militante da parte dei compagni nel senso che l’iniziativa è stata vissuta veramente come una iniziativa di tutti e il lavoro che ognuno ha svolto è stato dato a piene mani e con grande spirito di dedizione perché si avvertiva effettivamente l’importanza di quanto si stava compiendo. Naturalmente siamo anche molto soddisfatti della discussione, svolta a partire, lo ripetiamo, da presentazioni preparate da compagni non facenti parte della CCI e che, a quanto ne sappiamo, non hanno alcuna esperienza politica organizzata alle spalle. Ottime le presentazioni, ottima la discussione, che ha visto la partecipazione di tutti i partecipanti. Sulla discussione però si è notato un divario tra il primo tema e il secondo, dovuto forse in parte alla stanchezza che è subentrata ad un certo punto della giornata, ma forse, come è stato detto nelle conclusioni della CCI alla riunione, anche al fatto che il tema sulla classe operaia, per come era stato formulato nell’elenco proposto dalla CCI, poteva dare spunto ad una lettura in chiave esclusivamente sociologica e non politica. Per cui non crediamo che questa debolezza che ha avuto la discussione nella seconda parte sia da attribuire ai compagni presenti ma piuttosto ad una formulazione non felice di un tema che resta tuttavia importante.
Un elemento che noi della CCI abbiamo potuto apprezzare in questa riunione è il fatto che - grazie all’organizzazione dell’evento, che si è svolto in un posto gradevole, dove è stato possibile fare uno spuntino all’aperto nel giardino esterno con tutte le cose buone preparate dalle compagne, con delle pause durante le quali i compagni si sono potuti rilassare e chiacchierare tra di loro, concludendo il tutto con una passeggiata e una pizza per tutti - si è stabilita tra tutti un’atmosfera di cordialità e di fratellanza. Questo non è un aspetto minore nella misura in cui il proletariato, per realizzare la sua missione storica, dovrà sì realizzare la sua unità e la sua coscienza, ma questo lo potrà fare recuperando pienamente la sua identità di classe, ritrovando lo spirito di solidarietà e di fiducia reciproca che esisteva al suo interno nel XIX secolo e che è stato distrutto dallo stalinismo e dalla controrivoluzione.
Per finire: come continuare? Tanti compagni ci hanno chiesto subito di promuovere a breve un’altra riunione di questo tipo. Noi siamo orgogliosi naturalmente di come è stata recepita questa iniziativa e sicuramente promuoveremo una prossima riunione analoga a quella di aprile, anche se è preferibile aspettare ottobre prossimo per permettere una buona preparazione. Ma vogliamo pure dire che la stessa riunione del 19 aprile non è finita lì: occorre infatti che tutta la ricchezza della riunione sia pienamente sfruttata dai compagni. Come? Anzitutto ricordiamo che molti punti della discussione non sono stati del tutto sviluppati, alcune cose sono state accennate ma richiedono obiettivamente delle argomentazioni più sostanziose. Ricorderete che, durante la discussione, noi abbiamo stimolato tutti i compagni presenti a non fermarsi alle affermazioni o alle citazioni di Tizio o di Caio, ma a portare delle argomentazioni convincenti a sostegno delle diverse tesi sostenute. E’ chiaro che questo non è sempre facile sul momento, ma ciò non toglie che la discussione non possa continuare al di là di quella specifica giornata. Ad esempio ricorderete che si è sviluppata tutta una discussione sulla questione del microcredito e della banca di Yunus, discussione sulla quale c’era una difficoltà a convincersi fino in fondo per mancanza di elementi di conoscenza. E’ perciò che abbiamo chiesto al compagno che aveva portato avanti la critica al microcredito di produrre un piccolo testo da mettere a disposizione di tutti gli altri. Sulla base della discussione effettuata e di questo testo, altri compagni potranno sviluppare le loro riflessioni così che la discussione potrà continuare tramite scambio di mail. Un’altra questione su cui varrebbe la pena di tornare è quella delle coabitazioni, su cui ci sono stati degli interventi non sempre del tutto omogenei. A tal proposito sarebbe opportuno tornare sul tema a partire da una migliore definizione delle reciproche posizioni (…) A presto rivederci (…)
25 maggio 2008 Un abbraccio a tutti, i compagni della CCI.