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Carissimi compagni, abbiamo partecipato con molto entusiasmo alla Riunione Pubblica online del 4 maggio 2022 su: “La guerra imperialista in Ucraina e i compiti dei rivoluzionari”
A nostro avviso il percorso iniziato dalla vostra organizzazione, e che ha portato ad una dichiarazione comune sulla guerra in Ucraina di alcune organizzazioni della Sinistra Comunista Internazionale, crediamo sia il percorso più giusto e necessario e forse l’unico possibile in questo momento così drammatico e, a nostro avviso, molto pericoloso per la vita stessa del nostro pianeta che rende ancora più incerto e oscuro il futuro dell’umanità intera.
Non crediamo sia necessario soffermarci in questo momento ulteriormente sulla gravità di questa guerra, né sul perché alcune organizzazioni della Sinistra Comunista abbiano risposto in maniera negativa e/o abbiano preferito non aderire a questa iniziativa, adducendo pretesti che a nostro avviso denotano una scarsa comprensione della gravità di questa guerra e del vero attacco che questa guerra significa nei confronti della classe e di una sua possibile e auspicabile presa di coscienza, venendo meno alla tradizione del Movimento Operaio e della Sinistra Comunista che da Zimmerwald ebbe le sue origini.
Concordiamo pienamente sul fatto che in questo momento di tale gravità “i rivoluzionari non possono attendere il risveglio del proletariato, devono loro prendere l’iniziativa e assumere le loro responsabilità.”
La Conferenza di Zimmerwald ci ha insegnato che in un momento come questo è assolutamente necessario denunciare la guerra come espressione della barbarie del capitalismo, difendendo le posizioni internazionaliste, e affermare con forza che non sono gli appelli alla pace che fermeranno la guerra ma la risposta della classe alla barbarie capitalista attraverso la trasformazione della guerra imperialista in guerra di classe per il rovesciamento del sistema capitalista.
Vogliamo pertanto sottolineare con forza l’importanza di questa dichiarazione comune che non è certo “fare chiacchiere e non fatti”, anzi è proprio il contrario, è l’inizio di quel percorso necessario per avviare una discussione e un confronto “fattivo” fra rivoluzionari, che porti a sviluppare un’analisi la più lucida e chiara possibile degli avvenimenti in corso e che porti ad esprimerci con una sola voce contro questa guerra espressione avanzata della barbarie capitalista.
Pertanto aderiamo con grande convinzione alla dichiarazione comune e ci dichiariamo pronti a diffonderla il più possibile, auspicando un forte consenso ad essa e che rappresenti un primo momento di preparazione a lotte future.
Saluti comunisti
Corrado, Marta, N, PDP, Ra, Renato, Ro (7/5/2022)
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Cari compagni, se pur presente per vari motivi non mi è stato possibile intervenire direttamente nella interessante discussione durante la riunione pubblica online indetta da voi e dallo IOD. Ho intenzione quindi di recuperare ringraziandovi innanzitutto per aver preso l’importante iniziativa contro questo ennesimo macello imperialista in Ucraina, condivisa anche dalla Internationalist Voice e dall’International Communist Perspective (Korea), con la vostra Dichiarazione congiunta come gruppi appartenenti alla sinistra comunista internazionale.
Per quanto riguarda la riunione, vi dico subito che concordo pienamente con la vostra relazione introduttiva e vi faccio merito per lo sforzo e la capacità, nonostante le vostre divergenze, di essere stati in grado di parlare con una voce sola nel denunciare questa guerra, e soprattutto per aver ritenuto d’importanza primaria il riferimento alla conferenza di Zimmerwald.
In particolare mi riferisco ad uno dei suoi più importanti insegnamenti, e cioè a quello spirito unitario e non settario espresso da Lenin e dai bolscevichi che ha consentito loro, nel denunciare quella carneficina come guerra imperialista del capitalismo, di far conoscere le loro idee agli altri internazionalisti che proprio su quest’ultima e su quale indicazione dare contro di essa avevano le idee più confuse. Non mi dilungo sull’ulteriore importanza di tale conferenza perché è stata ben spiegata nella vostra relazione introduttiva e da altri interventi.
Inoltre volevo aggiungere che, a partire dalle giuste critiche che avete avanzato nei confronti delle altre organizzazioni appartenenti al campo politico proletario (in particolare le organizzazioni bordighiste e la TCI) relative al loro rifiuto alquanto fuori luogo, incongruente ed in netto contrasto proprio con lo spirito di Zimmerwal, ad aderire alla Dichiarazione congiunta, mi trovo in disaccordo con il compagno Joseph quando lui dice di procedere… “sulla strada che abbiamo iniziato fregandocene della posizione della TCI. La nostra capacità deve essere di definire e chiarire i dati della situazione storica e creare con questo il confronto, guardiamo avanti e non indietro…”
Sicuramente è vero che “…la nostra capacità deve essere di definire e chiarire i dati della situazione storica e di guardare avanti …” ma ciò non basta ad attuare un altro dei compiti principali delle attuali organizzazioni internazionaliste, che se non ho capito male è emerso proprio da questa riunione, e cioè quello di fare chiarezza oltre che fra noi anche verso quegli elementi proletari che pur esistono e che sono alla ricerca di una posizione di classe più coerente relativa a tale guerra. E questi elementi li troviamo anche vicino a questi gruppi proletari e possono, pertanto, essere confusi per esempio dal settarismo dei bordighisti, oppure dal prurito attivistico, velleitario e controproducente proprio della TCI con il suo appello alla costituzione di comitati contro la guerra. Pertanto criticare (cioè guardare indietro) la TCI e le altre organizzazioni, che sbagliando si sono defilate dal suddetto appello, è più che giusto perché significa dare a tali elementi una possibilità di essere investiti da queste critiche e magari di addivenire ad una riflessione più profonda sulle cause della stessa guerra e soprattutto di raggiungere una maggiore chiarezza su ciò che in questo momento è uno dei compiti principali dei rivoluzionari: il vero significato e la vera difesa dell’Internazionalismo proletario.
In effetti, prendendo atto che attualmente il proletariato internazionale come massa è sottoposto ad un riflusso così avanzato da ignorare qualsiasi appello all’internazionalismo, come giustamente sottolineato da alcuni interventi, il compito attuale dei rivoluzionari è quello di difenderlo con la schiena diritta in quanto principio basilare, anche se questo significa andare contro corrente con scarsissima audience sulla classe in generale. Ma andare controcorrente come ci ha insegnato Bilan significa proprio mettere in discussione con severità ed onestà senza alcuna concessione il proprio passato, i propri errori come condizione per prepararsi alle lotte che ci riserva il futuro. E queste polemiche esprimono proprio l’insegnamento di Bilan in quanto, non essendo affatto cose personali interne a queste organizzazioni come supponeva qualche partecipante, sono necessarie a portare più chiarezza nel campo politico proletario ed evitare magari a questi compagni in ricerca di cadere nelle trappole per esempio di uno sterile attivismo immediatista (come quello della TCI). E come si sa dalla storia del movimento operaio, i relativi ma effimeri successi immediati dopo un certo tempo si possono trasformare in clamorosi insuccessi che potrebbero aumentare la confusione e la demoralizzazione di questi compagni con il grave rischio di perderli definitivamente. Un lusso che attualmente ed a maggior ragione gli internazionalisti non possono permettersi.
Avrei altre cose da dire ma credo che forse saranno argomenti più appropriati per la prossima riunione.
Saluti comunisti, Ro (7/5/2022)