Pandemia, assalto al Campidoglio a Washington: due espressioni dell'intensificazione della decomposizione capitalista

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Nell'ultimo anno, il mondo è stato scosso da due eventi senza precedenti e di estrema importanza nella vita del capitalismo: la pandemia da Covid-19 e, più recentemente, l’assalto al Campidoglio a Washington avvenuto dopo le elezioni americane che hanno sancito la sconfitta di Donald Trump. Questi due eventi non sono né insignificanti né separati l’uno dall'altro e possono essere compresi solo in un quadro storico che presenteremo in questa presentazione.

La crisi sanitaria che stiamo vivendo oggi è l'evento più grave dal crollo del blocco dell’Est.

Questa pandemia si è diffusa a macchia d'olio da un’epidemia in Cina lo scorso inverno. Il virus ha attraversato ogni confine e ogni continente, uccidendo più di 2 milioni di persone. Ovunque, in ogni paese, c’è uno stato di emergenza sanitaria, una corsa contro il tempo per vaccinare la popolazione per evitare una catastrofe globale.

Ma qual è l'origine di questa pandemia? Ci è stato detto che questo virus ci è stato trasmesso da specie animali introdotte nell’ambiente umano. In effetti gli animali selvatici non sono affatto particolarmente infestati da agenti patogeni mortali pronti a contagiarci. La maggior parte dei loro microbi vive in loro senza far loro del male. Il problema è che con la dilagante deforestazione, l'urbanizzazione, l'industrializzazione, e la conseguente distruzione di ecosistemi si sono create le condizioni di una maggiore probabilità di contatto stretto e ripetuto con l'uomo, che permette ai microbi di passare nel nostro corpo, diventando agenti patogeni mortali. Per esempio diversi studi hanno è stato dimostrato un legame tra l'insorgenza di epidemie e la deforestazione per quanto riguarda agenti patogeni trasmessi dalle zanzare. Le condizioni di miseria, di mancanza di condizioni igieniche adeguate nei paesi sottosviluppati ma sempre più anche nelle grandi metropoli hanno favorito il propagarsi e lo sviluppo di malattie contagiose.

La pandemia da Covid-19 non è dunque un disastro imprevedibile che risponderebbe alle oscure leggi del caso e della natura! Il capitalismo stesso è responsabile di questa catastrofe planetaria, di questi milioni di morti. Un sistema basato non sulla soddisfazione dei bisogni umani, ma sulla ricerca del profitto, della redditività attraverso lo sfruttamento feroce della classe operaia. Un sistema basato sulla concorrenza sfrenata tra aziende e tra Stati. Una competizione che impedisce qualsiasi coordinamento e cooperazione internazionale per sradicare questa pandemia. Questo è ciò che vediamo oggi con la "guerra dei vaccini", dopo l’altrettanto miserabile "guerra delle mascherine".

Finora, erano i paesi più poveri e sottosviluppati ad essere regolarmente colpiti dalle epidemie. Ora sono i paesi più sviluppati ad essere scossi dalla pandemia da Covid-19. È il cuore stesso del sistema capitalista che è sotto attacco, soprattutto la prima potenza mondiale.

Negli Stati Uniti si contano attualmente almeno 25 milioni di persone infette e più di 410.000 morti, più dei soldati americani uccisi nella seconda guerra mondiale! Lo scorso aprile, il numero di morti aveva già superato le perdite subite durante la guerra del Vietnam! La diffusione della pandemia è stata ulteriormente aggravata dalla mutazione del virus. Nella grande metropoli di Los Angeles, 1 abitante su 10 è infetto! In California, gli ospedali sono pieni fino a scoppiare. All’inizio della crisi sanitaria, l’intera popolazione americana è rimasta sbalordita di fronte alle enormi fosse in cui venivano ammucchiati i morti “non reclamati” nello Stato di New York, a Hart Island.

Con la politica irresponsabile di Trump, la gestione calamitosa di questa pandemia è stata ancora peggio che in altri paesi. L’ex presidente aveva scommesso sull’immunità collettiva, senza indossare una mascherina, senza porre alcuna barriera. Trump è arrivato persino a evocare l’idea completamente delirante di iniettarsi nelle vene un gel idroalcolico per uccidere il virus.

Nel paese più sviluppato del mondo, all’avanguardia della scienza, è fiorita ogni sorta di teorie complottiste. Mentre la pandemia aveva già iniziato a spazzare il continente americano, una gran parte della popolazione degli Stati Uniti immaginava che il Covid-19 non esistesse e che fosse un complotto per contrastare la rielezione di Trump!

Oggi, con 2 vaccini disponibili, ogni Stato americano va per conto proprio, nel modo più disorganizzato e disordinato possibile. In Europa, di fronte alla recrudescenza dell'epidemia e alle varianti del virus, assistiamo ad un’ecatombe in Gran Bretagna. Ovunque la classe dominante si affretta a vaccinare e deve ora gestire la carenza di dosi, in attesa che i laboratori accelerino la produzione di vaccini.

L'esplosione di questa pandemia globale ha rivelato:

1) una perdita di controllo della classe dominante sul proprio sistema.

2) un peggioramento senza precedenti del “ciascuno per sé” con una concorrenza sfrenata tra laboratori per essere il primo a trovare un vaccino e venderlo sul mercato mondiale. In questa corsa ai vaccini, sono gli Stati Uniti che si sono imposti con Pzifer-BionTech e Moderna. E se lo Stato d'Israele ha potuto ottenere così tante dosi da poter vaccinare tutta la sua popolazione, è perché ha comprato il vaccino Pfizer pagando il 43% in più del prezzo negoziato dall’Unione Europea.

È chiaro che la principale preoccupazione della borghesia di tutti i paesi è salvare soprattutto il capitale nazionale di fronte ai concorrenti.

Se tutti gli Stati stanno lottando così tanto per produrre vaccini, non è certo per la preoccupazione della vita umana. L'unica cosa che interessa alla classe dominante è preservare la forza lavoro di coloro che sfrutta per prolungare ulteriormente l’agonia del suo sistema.

Questa pandemia, e l’incapacità della classe dominante di contenerla, è innanzitutto la manifestazione più evidente della totale bancarotta del capitalismo. Infatti, di fronte all’aggravarsi della crisi economica i governi di tutti i paesi, sia di destra che di sinistra, per decenni hanno continuato a tagliare le spese sociali, sanitarie e di ricerca. Dato che il sistema sanitario non è redditizio, hanno tagliato i posti-letto, chiuso i servizi ospedalieri, eliminato i posti di lavoro del personale ospedaliero e peggiorato le loro condizioni di lavoro. In Italia la spesa pubblica per la ricerca è stata tagliata del 21% in dieci anni, dal 2007 al 2016; a questo taglio dal 2008 al 2014 si è accompagnato quello del 14% alle università statali, per un totale di circa 2 miliardi di euro.

Tutta la ricerca scientifica e tecnologica avanzata negli Stati Uniti è stata dedicata essenzialmente al settore militare, compresa la ricerca sulle armi batteriologiche. Da parte sua, la Cina vende i propri vaccini, in particolare ai paesi del Maghreb e dell'Africa orientale. Il mercato cinese dei vaccini sta quindi seguendo la Via della Seta.

Questa incontrollabile pandemia globale conferma che il capitalismo è diventato, a partire dal cataclisma della prima guerra mondiale, un sistema decadente che mette in gioco la sopravvivenza dell'umanità.

E dopo un secolo di sprofondamento nella decadenza, il capitalismo è ora entrato nella fase finale di questa decadenza: quella della decomposizione.

Perché il capitalismo è entrato nella sua fase di decomposizione e quali ne sono le principali manifestazioni?

Nel 1989, dopo 20 anni di crisi economica globale, un grande evento, il più importante dalla seconda guerra mondiale, ha scosso il mondo: il crollo del blocco orientale e dei regimi stalinisti. È stata la manifestazione più spettacolare della decadenza del capitalismo. Questa situazione ha anche causato una dislocazione del blocco occidentale con una tendenza allo sviluppo del “ciascuno per sé”.

Questa decomposizione del capitalismo è dovuta al fatto che al problema della crisi non si è potuto rispondere né alla maniera della borghesia, scatenando una nuova guerra mondiale (come nel caso della crisi degli anni 30), né con una rivoluzione proletaria. Infatti il proletariato non si è mostrato così soggiogato ideologicamente da farsi reclutare dietro le bandiere nazionali per andare a combattere sui campi di battaglia, ma al tempo stesso non ha maturato una coscienza di classe sufficiente per sviluppare delle lotte rivoluzionarie per rovesciare il capitalismo. Per cui il permanere di un problema irrisolto, quello della crisi, in una società senza futuro come il capitalismo di oggi, porta necessariamente al marcire, alla completa decomposizione, di tutta la società capitalista dalla fine degli anni '80.

Da 30 anni, questa decomposizione si è manifestata in tanti tipi di tragedie mortali: la moltiplicazione di massacri guerrieri, che non risparmiano la civilissima Europa (vedi conflitti nell’ex Jugoslavia), lo sviluppo di attacchi terroristici, le ondate di rifugiati che cercano disperatamente asilo nei paesi sviluppati, i ripetuti disastri cosiddetti naturali e quelli nucleari come a Chernobyl nel 1986 e a Fukushima nel 2011, e più recentemente la catastrofe che ha completamente distrutto il porto di Beirut il 4 agosto 2020.

Oggi siamo di fronte a un disastro sanitario globale che non risparmia nessun paese, nessun continente, con un massacro impressionante. Durante la prima ondata della pandemia, di fronte alla saturazione degli obitori, alcuni Stati europei, come la Spagna, hanno dovuto addirittura ammassare i cadaveri sulle piste di pattinaggio!

La borghesia ha dovuto imporre ovunque misure medievali con confinamenti, coprifuoco, distanziamento sociale. Tutti dobbiamo coprirci con le mascherine con controlli di polizia per la strada. Le frontiere sono bloccate, tutti i luoghi pubblici e culturali sono chiusi nella maggior parte dei paesi europei. Mai, dalla seconda guerra mondiale, l’umanità ha vissuto una tale prova. La pandemia Covid-19 è dunque oggi la principale manifestazione dell’accelerazione della decomposizione del capitalismo.

È quest’epoca senza apparenti prospettive che alimenta lo sviluppo di ideologie tra le più irrazionali, reazionarie e oscurantiste. L’aumento del fanatismo religioso ha portato alla creazione dello Stato islamico con sempre più giovani kamikaze arruolati nella “guerra santa” in nome di Allah. La barbarie degli attacchi terroristici colpisce regolarmente le popolazioni, principalmente in Europa e in Francia in particolare.

Tutte queste ideologie reazionarie sono state anche il terreno di coltura che ha permesso lo sviluppo della xenofobia e del populismo nei paesi centrali e soprattutto negli Stati Uniti.

L’arrivo di Trump al potere, e poi il suo rifiuto di ammettere la propria sconfitta elettorale nelle ultime elezioni presidenziali, ha causato una spaventosa esplosione di populismo. A Washington, le sue truppe d’assalto con i relativi commando, le milizie armate completamente fanatiche, hanno preso d'assalto il Campidoglio senza che le forze di sicurezza che dovevano proteggere l’edificio potessero fermarle. Questo sconcertante attacco al tempio della democrazia americana ha dato al mondo intero un’immagine disastrosa della prima potenza mondiale. Il paese della Democrazia e della Libertà è apparso come una volgare repubblica delle banane (come ha riconosciuto lo stesso ex presidente George Bush) con il rischio di scontri armati tra la popolazione civile.

L’aumento della violenza sociale, la criminalità, la frammentazione della società americana, la violenza razzista contro i neri, tutto questo dimostra che gli Stati Uniti sono diventati un concentrato e uno specchio dell’imputridimento della società borghese.

Anche se il nuovo presidente, Joe Biden, cercherà di contenere il più possibile la cancrena del populismo (con l’ambizione di “riconciliare il popolo americano” come dice lui), non potrà fermare la dinamica generale di decomposizione. Certo, farà tutto il possibile per riparare i gravi danni causati da Trump nella gestione della crisi sanitaria. Ma il caos è tale che la pandemia continuerà a provocare ulteriori danni e molte altre vittime. Questo nonostante la scoperta di vaccini che non permetteranno di immunizzare tutta la popolazione ancora per molti mesi.

L’accumulo di tutte queste manifestazioni di decadenza, su scala globale e a tutti i livelli della società, mostra che il capitalismo negli ultimi trent'anni è entrato in un nuovo periodo storico: la fase finale della sua decadenza, quella della decomposizione. Tutta la società tende a disgregarsi, il sistema capitalista diventa sempre più folle. Trascinato in una spirale infernale, esala un'atmosfera sociale sempre più irrespirabile e nauseante.

Questa situazione di caos generalizzato dà una visione apocalittica del mondo. Ma il futuro è completamente bloccato? La nostra risposta è: no.

In mezzo al pozzo senza fondo della decomposizione, c'è una forza capace di rovesciare il capitalismo per costruire un nuovo mondo. Questa forza sociale è la classe operaia. È la classe operaia che produce la maggior parte della ricchezza mondiale. Ma essa è anche la principale vittima di tutte le catastrofi generate dal capitalismo. È la classe operaia che pagherà il prezzo del peggioramento della crisi economica mondiale. La crisi sanitaria non può che aggravare ancora di più la crisi economica. E possiamo già vederlo con l'esplosione della disoccupazione dall'inizio di questa pandemia.

Di fronte al peggioramento della miseria, alla degradazione di tutte le sue condizioni di vita in tutti i paesi, la classe operaia non avrà altra scelta che combattere contro gli attacchi della borghesia. Anche se oggi subisce lo shock di questa pandemia, anche se la decomposizione sociale le rende molto più difficile sviluppare le sue lotte, non avrà altra scelta che lottare per la sopravvivenza. È nelle sue lotte future, sul suo proprio terreno di classe, che il proletariato dovrà trovare il modo di ritrovare e affermare la sua prospettiva rivoluzionaria.

Nonostante tutte le sofferenze che genera, la crisi economica rimane il miglior alleato del proletariato. Non dobbiamo quindi vedere nella miseria solo la miseria, ma anche le condizioni per superare questa miseria. Il futuro dell'umanità appartiene sempre al proletariato.

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Presentazione per la Riunione Pubblica di sabato 27 febbraio