Seconda ondata della pandemia: l'impotenza di tutti gli Stati e dei governi!

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Da diverse settimane il numero di persone contagiate da Covid-19 è aumentato notevolmente in diverse regioni del mondo e soprattutto in Europa, che sembra essere di nuovo uno degli epicentri della pandemia. La “possibile seconda ondata” annunciata diversi mesi fa dagli epidemiologi è ormai una realtà ed è certo che sarà molto più virulenta della precedente.

Di fronte alla gravità e al rapido deterioramento della situazione, gli Stati nazionali non hanno altra soluzione che improvvisare coprifuoco o semi-confini locali o nazionali per tenere a bada la popolazione nel luogo in cui risiede … ovviamente, al di fuori dell'orario di lavoro.

L’incuria criminale della borghesia

In questi ultimi mesi i media di molti paesi hanno continuato a riportare i discorsi meschini e falsi delle autorità che non hanno esitato a mettere all’indice i “giovani irresponsabili ed egoisti” che si sono radunati “per organizzare feste clandestine", o vacanzieri che approfittano delle ultime belle giornate estive per bere qualcosa sulla terrazza di un caffè togliendosi le mascherine (dopo che i governi della sponda mediterranea li avevano fortemente incoraggiati al fine di “salvare il settore turistico in pericolo”!). Questa grande campagna che prende di mira quotidianamente “l'irresponsabilità dei cittadini” è solo la foglia di fico che tenta di mascherare l’eclatante incuria e la mancanza di prevenzione di cui la classe dirigente è colpevole da molti anni[1] proprio come in questi ultimi mesi dopo il relativo riflusso della “prima ondata”.

Sebbene i governi fossero pienamente consapevoli che non esisteva alcuna cura efficace, che la messa a punto di un vaccino era ben lontana e che il virus non sarebbe stato necessariamente stagionale, non è stata adottata nessuna misura per prevenire una potenziale "seconda ondata". Il numero del personale ospedaliero non ha visto alcun aumento dallo scorso marzo, così come il numero di posti letto nelle unità di terapia intensiva. Le politiche di smantellamento dei sistemi sanitari sono persino proseguite in diversi paesi. Tutti i governi hanno quindi esortato la società a tornare al "mondo di prima", celebrando il ritorno dei "giorni felici" con un solo e stesso slogan: "Dobbiamo salvare l'economia nazionale!"

Oggi, con lo stesso slogan le borghesie europee costringono gli sfruttati a chiudersi e a zittirsi nuovamente in casa, esortandoli però a recarsi sul posto di lavoro, ignorando il conseguente aumento di contatti tra le persone favorevole alla proliferazione del virus (soprattutto nelle grandi aree metropoli) e in assenza di misure sanitarie sufficienti per garantire la sicurezza sul posto di lavoro e nelle scuole!

L'incuria e l'irresponsabilità che la classe dominante ha dimostrato in questi mesi la rende ancora una volta incapace di tenere sotto controllo la pandemia. Pertanto, la stragrande maggioranza degli Stati europei tende chiaramente a perdere il controllo della situazione procurando malessere, per chi è costretto ad andare a lavorare con l’angoscia e paura di contaminarsi e di contaminare i propri cari.

Il profitto o la vita?

Contrariamente a quanto afferma, non c'è dubbio che l'obiettivo della classe dominante non è quello di salvare vite umane ma di limitare il più possibile gli effetti catastrofici della pandemia sulla vita del capitalismo, evitando al tempo stesso di accentuare la tendenza al caos sociale.

A questo scopo il funzionamento della macchina capitalista deve essere garantito a tutti i costi. In particolare è essenziale consentire alle aziende di generare un profitto. Senza lavoratori salariati sui luoghi di produzione, nessun lavoro è possibile, quindi nessun profitto da realizzare. Un rischio che la borghesia vuole evitare a tutti i costi. La produzione, il commercio, il turismo e i servizi pubblici devono essere garantiti il più possibile; le conseguenze sulla vita di centinaia di migliaia o addirittura milioni di esseri umani non contano. La classe dominante non ha altra alternativa per garantire la sopravvivenza del proprio sistema di sfruttamento.

Qualunque cosa faccia, oramai non è più in grado di fermare l'inesorabile sprofondare del capitalismo nella sua crisi storica. Questo declino irreversibile la spinge quindi a mostrarsi così com'è, totalmente insensibile al valore della vita umana. Pronta a tutto pur di preservare il proprio dominio, compreso far morire decine di migliaia di persone, a cominciare dai pensionati, considerati “inutili” agli occhi del capitale. La pandemia mette in luce l'inconciliabile sopravvivenza di un capitalismo in decomposizione e quella dell'umanità!

Solo la lotta di classe può porre fine a tutte le pandemie

Gli sfruttati quindi non hanno nulla da aspettarsi dagli Stati e dai loro governi che, qualunque sia il loro colore politico, fanno parte della classe dominante e rimangono al suo servizio. Gli sfruttati non hanno nulla da guadagnare accettando senza batter ciglio i “sacrifici” loro imposti per “salvare l'economia”.

Prima o poi, la borghesia sarà in grado di disperdere i danni sanitari causati da questo virus sviluppando un vaccino efficace. Ma le condizioni di decomposizione sociale che hanno portato a questa pandemia non scompariranno. Tenuto conto della guerra che gli Stati stanno conducendo nella loro folle "corsa al vaccino", la sua distribuzione si annuncia già altamente problematica. Alla stessa stregua dei disastri industriali o ambientali, è più che probabile che in futuro l'umanità affronterà sempre più pandemie globali, probabilmente anche più mortali.

Di fronte alla catastrofe economica aggravata dalla pandemia, l'esplosione della disoccupazione, la crescente miseria e l'aumento e delle pressioni dei ritmi lavorativi, la classe operaia non avrà altra scelta che lottare per difendere le proprie condizioni di vita. La rabbia sta già crescendo ovunque e la borghesia sta cercando di attenuarla momentaneamente promettendo a tutte le famiglie operaie che le feste di fine anno si potranno fare (anche se i grandi raduni dovranno essere limitati). Ma questa “pausa” del confinamento per le festività non cambierà nulla nella sostanza. Il 2021 non sarà migliore del 2020, con o senza vaccino. Prima o poi dovremo riprendere la lotta, una volta superato lo shock di questa pandemia.

Solo riprendendo il cammino della lotta contro gli attacchi della borghesia, del suo Stato e dei padroni, la classe operaia potrà sviluppare la sua unità e solidarietà. Solo la sua lotta di classe, rompendo la sacra unione con i suoi sfruttatori, alla fine potrà aprire una prospettiva per tutta l'umanità minacciata di scomparire sotto un marcio sistema di sfruttamento. Il caos capitalista può solo continuare a peggiorare, con sempre più disastri e nuove pandemie. Il futuro è quindi nelle mani del proletariato. Lui solo ha i mezzi per salvare il pianeta e rovesciare il capitalismo per costruire una nuova società.

Vincent, 11 novembre 2020

 

[1] Vedi sul nostro sito www.internationalism.org i numerosi articoli pubblicati in diverse lingue che denunciano lo smantellamento del sistema sanitario a livello mondiale.

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Pandemia Covid19