COVID-19: Barbarie capitalista generalizzata o Rivoluzione proletaria mondiale (Volantino internazionale)

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Pubblichiamo di seguito questa dichiarazione internazionale della CCI sull’attuale crisi di Covid-19. Lo facciamo nella forma di un “volantino digitale” poiché, nelle attuali condizioni di confinamento della popolazione, una distribuzione massiccia di una versione stampata non è possibile. Chiediamo quindi a tutti i nostri lettori di utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione - social network, forum su Internet e altri - per disseminare questo testo e di scriverci per inviarci qualsiasi reazione o discussione che possa sorgere e, naturalmente, la sua opinione su questo volantino. Oggi è più che mai necessario che tutti quelli che lottano per la rivoluzione proletaria esprimano la loro reciproca solidarietà e rimangano connessi. Anche se dobbiamo rimanere fisicamente isolati per un po’, possiamo tuttavia stare assieme politicamente!

Un massacro! Migliaia di morti ogni giorno, ospedali in ginocchio, un’odiosa “cernita” tra malati giovani e anziani per valutare chi valga la pena di curare, medici e infermieri allo stremo delle loro forze, infetti e che a volte muoiono. Ovunque mancano le attrezzature mediche. I governi che si lanciano in una terribile competizione in nome della “guerra al virus” e degli “interessi economici nazionale”. Dei mercati finanziari in caduta libera, scene di rapina surrealiste in cui gli Stati si rubano gli uni con gli altri carichi di mascherine. Decine di milioni di lavoratori gettati nell'inferno della disoccupazione, un fiume di menzogne pronunciate dagli Stati e dai loro media ... Questo è lo spettacolo spaventoso che il mondo ci offre oggi! La pandemia COVID-19 rappresenta la catastrofe sanitaria globale più grave dopo l’influenza spagnola del 1918-19 quando, da allora, la scienza ha fatto progressi straordinari. Perché un tale disastro? Come siamo arrivati a tanto?

Ci dicono che questo virus è diverso, che è molto più contagioso degli altri, che i suoi effetti sono molto più dannosi e mortali. Tutto ciò è probabilmente vero, ma non spiega l’entità della catastrofe. Il responsabile fondamentale di questo caos planetario, delle centinaia di migliaia di morti, è lo stesso capitalismo. La produzione per il profitto e non per i bisogni umani, la ricerca permanente della massima redditività a scapito del feroce sfruttamento della classe operaia, gli attacchi sempre più violenti alle condizioni di vita degli sfruttati, la frenetica competizione tra aziende e tra Stati, sono tutte queste caratteristiche proprie del sistema capitalista che si sono combinate per portare all’attuale disastro.

L’incuria criminale del capitalismo

Quelli che dirigono la società, la classe borghese con i suoi Stati e i suoi media, ci dicono costernati che l’epidemia era “imprevedibile”. Questa è una pura menzogna degna di quelle pronunciate dagli “scettici climatici”. Da tempo gli scienziati hanno preso in considerazione la minaccia di una pandemia come quella da COVID-19. Ma i governi hanno rifiutato di ascoltarli. Si sono persino rifiutati di ascoltare un rapporto della CIA del 2009 (“Come sarà il mondo domani”) che descrive, con una precisione sbalorditiva le caratteristiche dell'attuale pandemia. Nulla è stato fatto per anticipare una simile minaccia. Perché una tale cecità da parte degli Stati e della classe borghese? Per una ragione molto semplice: occorre che gli investimenti generino profitti, e il più rapidamente possibile. Investire sul futuro dell’umanità non porta nulla, non fa salire i titoli di Borsa. Occorre anche che gli investimenti contribuiscano a rafforzare le posizioni di ciascuna borghesia nazionale rispetto alle altre sull’arena imperialista. Se le cifre folli investite nella ricerca militare fossero state dedicate alla salute e al benessere delle popolazioni, tal epidemia non avrebbe mai potuto svilupparsi. Ma, invece di prendere delle misure di fronte a questa catastrofe sanitaria annunciata, i governi hanno continuato a mettere sotto attacco i sistemi sanitari, sia in termini di ricerca che di risorse tecniche e umane.

Se le persone muoiono e cadono oggi come mosche, anche nel cuore dei paesi più sviluppati, questo è principalmente perché, dappertutto, i governi hanno tagliato i budget per la ricerca su nuove malattie! Ad esempio, nel maggio 2018, Donald Trump ha abolito un’unità speciale del Consiglio di sicurezza nazionale, composta di eminenti esperti, responsabili della lotta contro le pandemie. Ma l’atteggiamento di Trump è solo una caricatura di quello adottato da tutti i leader. Infatti, gli studi scientifici sui coronavirus sono stati ovunque abbandonati circa quindici anni fa, perché lo sviluppo del vaccino era considerato ... “non redditizio”!

Allo stesso modo, è del tutto disgustoso vedere dirigenti e politici borghesi, di destra e di sinistra, lamentarsi della congestione degli ospedali e delle condizioni catastrofiche in cui gli operatori sanitari sono costretti a lavorare, quando si sa che gli Stati hanno perseguito una politica metodica di “redditività” del sistema sanitario nel corso degli ultimi cinquant’anni, in particolare dalla grande recessione del 2008. Dappertutto è stato limitato l’accesso delle persone ai servizi sanitari, ridotto il numero di letti d’ospedale e aumentato il carico di lavoro e di sfruttamento del personale infermieristico! Che pensare della penuria generalizzata di mascherine e di altri mezzi di protezione, di gel disinfettante, di reagenti per tamponi? In questi ultimi anni, la maggior parte degli Stati non provvedono più a fare scorte di questi prodotti vitali per risparmiare denaro. Negli ultimi mesi, non hanno previsto nulla di fronte all’aumento della diffusione del COVID-19, individuato tuttavia fin dal novembre 2019, e alcuni di loro, per nascondere la loro irresponsabilità criminale, si sono spinti fino a ripetere per settimane che le mascherine erano inutili per quelli che non erano infetti.

E che dire delle regioni del mondo cronicamente bisognose, come il continente africano o l’America Latina? A Kinshasa, Repubblica democratica del Congo, i 10 milioni di abitanti dovranno contare su 50 respiratori! Nell’Africa centrale sono stati distribuiti dei volantini che suggeriscono come lavarsi le mani quando la popolazione non ha neanche acqua da bere! Dappertutto sorge lo stesso grido di angoscia: “Ci manca tutto di fronte alla pandemia!”.

Il capitalismo è la guerra di ognuno contro tutti

La forte concorrenza che esiste tra gli Stati nell’arena globale rende impossibile anche il minimo di cooperazione per arginare la pandemia. Quando questa è iniziata, è stato più importante per la borghesia cinese fare di tutto per nascondere la gravità della situazione, proteggere la sua economia e la sua reputazione. Lo stato non ha esitato, infatti, a perseguitare e poi lasciare morire il primo medico che aveva suonato l’allarme! Perfino la parvenza di regolamento internazionale che la borghesia si era data per gestire la carenza è completamente fallita, per l’incapacità dell’OMS a imporre delle direttive fino all’incapacità dell’Unione Europea a mettere in atto delle misure concertate. Questa divisione peggiora considerevolmente il caos causando una perdita totale di controllo sull’evoluzione della pandemia. La dinamica del ciascuno per sé e l’esasperazione della concorrenza generalizzata sono chiaramente diventate le caratteristiche dominanti delle reazioni della borghesia.

“La guerra delle mascherine”, come la chiamano i media, è un esempio edificante della competizione cinica e sfrenata in cui tutti gli Stati sono impegnati. Oggi, ogni Stato si accaparra come può di questo materiale di sopravvivenza attraverso una guerra delle offerte e persino il furto puro e semplice! Gli Stati Uniti si sono appropriati del carico di mascherine cinesi promesse alla Francia. La Francia ha confiscato il carico di mascherine dirette dalla Svezia alla Spagna e che transitavano per i suoi aeroporti. La Repubblica Ceca ha confiscato ai suoi confini i respiratori e le maschere destinate all’Italia. La Germania ha fatto sparire le mascherine destinate al Canada. Si può persino vedere questa competizione tra diverse regioni dello stesso paese, come in Germania o negli Stati Uniti. Questo è il vero volto delle “grandi democrazie”: la legge fondamentale del capitalismo, la concorrenza, la guerra di ognuno contro tutti, ha prodotto una classe di filibustieri e criminali della peggior specie!

Degli attacchi senza precedenti contro gli sfruttati

Per la borghesia, “i profitti valgono più delle nostre vite”, hanno gridato gli scioperanti del settore automobilistico in Italia. Ovunque, in tutti i paesi, ha ritardato il più possibile la messa in opera delle misure di contenimento e di protezione della popolazione per preservare, a tutti i costi, la produzione nazionale. Non è stata la minaccia di un mucchio di morti che alla fine l’ha indotta a dichiarare l’isolamento della popolazione. I molteplici massacri imperialisti che si svolgono da oltre un secolo, in nome di questo stesso interesse nazionale, hanno definitivamente dimostrato il disprezzo della classe dirigente per le vite degli sfruttati. No, non le importa nulla delle nostre vite! Tanto più che questo virus ha “il vantaggio”, per la borghesia, di falciare soprattutto gli anziani e i malati, quelli che ai suoi occhi sono “improduttivi”! Lasciare che il virus si diffonda e faccia il suo lavoro “naturale”, in nome della “immunità collettiva”, è stata la scelta iniziale di Boris Johnson e di altri leader. Ciò che ha spinto la borghesia a prendere delle misure di contenimento generalizzato in ogni paese, è stata la paura della disorganizzazione dell’economia e, in alcuni paesi, del disordine sociale, del montare della rabbia a fronte della noncuranza e della crescita dell’ecatombe. Inoltre, sebbene riguardino metà dell’umanità, le misure di isolamento sociale sono molto spesso una pura mascherata: milioni di persone sono state costrette ad affollare ogni giorno treni, metropolitane e autobus, officine e supermercati! E già, ovunque, la borghesia sta cercando di porre fine a questa misura il più rapidamente possibile, proprio mentre la pandemia colpisce più duramente, cercando di trovare il modo di provocare il minor malcontento possibile rimandando i lavoratori al lavoro settore per settore, impresa per impresa.

La borghesia perpetua e prepara nuovi attacchi, delle condizioni di sfruttamento ancora più brutali. La pandemia ha già fatto perdere il lavoro a milioni di lavoratori: dieci milioni in tre settimane solo negli Stati Uniti. Molti di loro, a causa di lavori irregolari, precari o temporanei, sono stati privati di qualsiasi tipo di reddito. Altri, che hanno solo scarsi sussidi o assistenza sociale per sopravvivere, rischiano di non poter più pagare l’affitto e di essere privati dell’accesso all’assistenza sanitaria. La devastazione economica è già iniziata grazie alla recessione globale che si profila: esplosione dei prezzi dei prodotti alimentari, licenziamenti di massa, riduzione dei salari, crescita della precarietà del lavoro, ecc. Tutti gli Stati stanno adottando misure di “flessibilità” incredibilmente violente, facendo appello per accettare questi sacrifici all’“unità nazionale nella guerra contro il virus”.

L’interesse nazionale che la borghesia invoca oggi non ci appartiene! È questa stessa difesa dell’economia nazionale e questa stessa concorrenza generalizzata che le sono servite, in passato, per attuare i tagli di bilancio e gli attacchi alle condizioni di vita degli sfruttati. Domani, ci servirà le stesse bugie quando, dopo le devastazioni economiche causate dalla pandemia, chiederà che gli sfruttati stringano ancora più le cinture e accettino ulteriore sfruttamento e miseria!

Questa pandemia è l’espressione della natura decadente del modo di produzione capitalistico, una delle numerose manifestazioni del grado di disintegrazione e di deliquescenza della società odierna, come la distruzione dell’ambiente e l’inquinamento della natura, i cambiamenti climatici, la moltiplicazione dei focolai di guerra e i massacri imperialisti, l’inesorabile sprofondamento nella miseria di una parte crescente dell’umanità, la portata assunta oggi dalle migrazioni dei rifugiati, l’ascesa dell’ideologia populista e dei fanatismi religiosi, ecc. (vedi le “Tesi sulla decomposizione, fase ultima della decadenza del capitalismo” sul nostro sito Web). È indicativa del vicolo cieco in cui si trova il capitalismo e della direzione in cui questo sistema e la sua perpetuazione minacciano di affondare e trascinare tutta l’umanità: il caos, la miseria, la barbarie, la distruzione e la morte.

Solo il proletariato può trasformare il mondo

Alcuni governi e media borghesi sostengono che il mondo non sarà mai più com’era prima della pandemia, che si farà tesoro delle lezioni apprese dal disastro, che infine gli Stati si orienteranno verso un capitalismo più umano e meglio gestito. Avevamo ascoltato lo stesso discorso durante la recessione del 2008: con le mani sul cuore, Stati e leader mondiali hanno dichiarato “guerra alla finanza”, promettendo che i sacrifici richiesti per uscire dalla crisi sarebbero stati premiati. Basta guardare alla crescente disuguaglianza nel mondo per constatare che queste promesse di “rigenerazione” del capitalismo erano solo pure bugie per farci ingoiare l’ennesima degradazione delle nostre condizioni di vita.

La classe sfruttatrice non può cambiare il mondo per mettere la vita e i bisogni sociali dell’umanità davanti alle leggi spietate della sua economia: il capitalismo è un sistema di sfruttamento, con una minoranza che domina e trae i suoi profitti e i suoi privilegi dal lavoro della maggioranza. La chiave per il futuro, la promessa di un altro mondo, veramente umano, senza nazioni e senza sfruttamento, risiede solo nell’unità e nella solidarietà internazionale dei lavoratori nella lotta!

L’ondata di solidarietà spontanea che si manifesta nella nostra classe in risposta all’intollerabile situazione inflitta agli operatori sanitari viene dispersa volutamente dai governi e dai politici di tutto il mondo promuovendo gli applausi dalle finestre e i balconi. Naturalmente gli applausi riscaldano il cuore di questi lavoratori che, con coraggio e dedizione, in condizioni di lavoro drammatiche, si prendono cura dei malati e salvano vite umane. Ma la solidarietà della nostra classe, quella degli sfruttati, non può essere ridotta a una somma di applausi per cinque minuti. Essa consiste, anzitutto, nel denunciare l’incuria dei governi di tutti i paesi, qualunque sia il loro colore politico! Essa significa richiedere mascherine e tutti i mezzi di protezione necessari! Significa, quando possibile, mettersi in sciopero affermando che finché i lavoratori della sanità non avranno le attrezzature necessarie, finché saranno precipitati verso la morte a viso scoperto, gli sfruttati che non sono negli ospedali non lavoreranno più!

Oggi che siamo confinati, non possiamo condurre delle grandi lotte contro questo sistema omicida. Non ci possiamo raggruppare, esprimere assieme la nostra rabbia e mostrare la nostra solidarietà sul nostro terreno di classe, attraverso delle lotte di massa, scioperi, manifestazioni e assemblee. A causa del distanziamento sociale, ma non solo. Anche perché la nostra classe deve riappropriarsi della sua reale forza che ha già manifestato tante volte nella storia ma che ha comunque dimenticato: la forza che deriva dall’unirsi nella lotta, per sviluppare movimenti di massa contro la classe dominante e il suo mostruoso sistema.

Gli scioperi scoppiati nel settore automobilistico in Italia o nella grande distribuzione in Francia, di fronte agli ospedali di New York o nel nord della Francia, come l’enorme indignazione dei lavoratori che si rifiutano di servire come “carne da virus”, ammassati insieme senza maschere, guanti o sapone, per il solo vantaggio dei loro sfruttatori, oggi possono essere solo reazioni disperse perché tagliate fuori dalla forza di un’intera classe unita. Tuttavia, essi dimostrano che i proletari non si rassegnano ad accettare come una fatalità l’irresponsabilità criminale di coloro che li sfruttano!

È questa prospettiva di lotta di classe che dobbiamo preparare. Perché dopo il Covid-19, ci sarà la crisi economica mondiale, una massiccia disoccupazione e nuove “riforme” che saranno solo dei nuovi “sacrifici”. Perciò, prepariamoci fin d’ora alle nostre lotte future. Come? Discutendo, scambiando esperienze e idee nella misura del possibile tramite internet, i forum, il telefono. Comprendendo che il più grande flagello non è Covid-19, ma il capitalismo, che la soluzione non è quella di unirsi dietro lo Stato assassino, ma al contrario di combattere contro lo Stato; che la speranza non risiede nelle promesse di questo o quel leader politico, ma nello sviluppo della solidarietà dei lavoratori nella lotta, che l’unica alternativa alla barbarie capitalista è la rivoluzione mondiale!

L’AVVENIRE APPARTIENE ALLA LOTTA DI CLASSE!

Corrente comunista internazionale (10 aprile 2020)

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