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Il processo che si è tenuto a L’Aquila a fine ottobre è all’altezza delle ultime stupidaggini di tele reality. Si trattava di veri attori? Di una barzelletta di cattivo gusto? Si potrebbe anche crederlo. Ma no, non stiamo sognando! Il tribunale dell’Aquila ha realmente condannato i cinque scienziati della Commissione “Grandi Rischi” a sei anni di reclusione per “omicidio per imprudenza”. In concreto si rimprovera loro di aver utilizzato delle espressioni troppo rassicuranti in un comunicato stampa, proprio una settimana prima che arrivasse il sisma che ha distrutto l’Aquila, il 6 aprile 2009. Bisogna ricordarsi che questo sisma, di magnitudo 6,3 della scala Richter, fece più di 300 vittime ed oltre 1500 feriti, distruggendo numerosi edifici. Ma di qui a far portare tutta la responsabilità all’equipe di scienziati, ce ne passa! Soprattutto quando si prenda in considerazione la grande complessità di questo tipo di previsioni.
D’altra parte la comunità scientifica ha prontamente reagito: “Si fa portare agli scienziati la responsabilità di una catastrofe non prevedibile”, ha dichiarato all’Agenzia di stampa Sipa, Jean-Paul Montagner, professore di geofisica presso l’Istituto di Fisica della Terra di Parigi (IPGP) e all’Università di Parigi-Diderot. “E’ l’insieme del sistema che ha fallito, e si attribuisce la responsabilità agli scienziati.” O ancora : “E’ piuttosto sconcertante e sconvolgente”, stima Alexis Rigo, sismologo del CNRS di Tolosa. “Come si può condannare dei ricercatori su qualche cosa di imprevedibile?”[1].
Per vederci un po’ più chiaro, occorre fare un piccolo passo indietro, all’inizio del 2009.
All’epoca il territorio italiano era colpito da numerose scosse telluriche che inquietavano già la popolazione. Al di fuori di qualche lesione qua e là, non si lamentava tuttavia alcun danno, ma il ripetersi del fenomeno crea un tale stato d’animo che il presidente della Protezione Civile, Guido Bertolaso, aveva chiamato l’assistente alla Protezione Civile della Regione, Daniela Stati, per convocare una riunione della commissione “Grandi Rischi” una settimana prima della catastrofe.
Più recentemente, Repubblica TV ha diffuso delle intercettazioni telefoniche che ci informano su questa misteriosa chiamata tra Bertolaso e la sua assistente. L’oggetto di questa chiamata non potrebbe essere più chiaro : “Ti chiamerà De Bernardinis, adesso, il mio vice, al quale ho detto di fare una riunione lì all'Aquila domani su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera. ... Però devi dire ai tuoi di non fare comunicati dove non sono previste altre scosse di terremoto, perché quelle sono cazzate, non si dicono mai queste cose quando si parla di terremoti … Digli che quando devono fare comunicati parlassero con il mio ufficio stampa. … Vengono Zamberletti, Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto d’Italia. Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti diranno: è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano 100 scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché 100 scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa, quella che fa male. Hai capito?”.[2]
Altrettanto illuminante è la telefonata tra Bertolaso e il sismologo Enzo Boschi. E’ il 9 aprile 2009 quando Bertolaso convoca una riunione di esperti della commissione Grandi Rischi ma prima chiama Boschi e dice: “Mi hanno chiesto: ma ci saranno nuove scosse?” dice Bertolaso “La riunione di oggi è finalizzata a questo, quindi è vero che la verità non la si dice”. Boschi risponde: “Non ti preoccupare, sai che il nostro è un atteggiamento estremamente collaborativo. Facciamo un comunicato stampa che prima sottoponiamo alla tua attenzione”.[3]
Ecco come il potere del capitale compra le parole degli scienziati per far “tacere gli imbecilli” e per liberarsi di misure di sicurezza troppo impegnative. Questa non è una novità. Ci ricordiamo bene la favolosa storia della nube radioattiva di Chernobyl che - ci dicevano nel 1986 - non avrebbe raggiunto l’Europa occidentale... Con un tale approccio, se ne può essere certi, la catastrofe è assicurata. E’ chiaro che per il potere si tratta di trovare dei colpevoli, per placare gli spiriti e ritrovare la pace. E da questo punto di vista, cosa poteva apparire più semplice e logico che incolpare gli scienziati di “negligenza, imprudenza e inesperienza”?[4]
Senza togliere la parte di responsabilità che tocca a questi scienziati[5], farne dei capri espiatori fortemente esposti sui media permette alle autorità di nascondere un’altra verità: le vere ragioni per cui gli effetti delle catastrofi naturali sono così devastanti e i veri responsabili.
Nel 2000, la situazione sismica della penisola italiana era stata oggetto di un rapporto molto dettagliato. Ugualmente alla fine degli anni 1990, “[il rapporto Barberi][6] raggruppava il lavoro di tecnici incaricati di verificare lo stato di migliaia di costruzioni pubbliche. Tutti i sindaci ne avevano ottenuto una copia. Numerosi monumenti de L’Aquila che sono crollati con il terremoto erano elencati in questo rapporto.”
“C’era anche un ex ingegnere che aveva lanciato un allarme basandosi sul rilevamento del radon, ricorda Jean-Paul Montagner. Nelle settimane che hanno preceduto il terremoto, Giampaolo Giuliani ha ripetutamente lanciato degli allarmi su un terremoto imminente a L’Aquila.” Con tali testimonianze, la responsabilità delle autorità non è più da dimostrare. Un’altra realtà che la borghesia italiana spera probabilmente di nascondere attraverso la frenetica ricerca di capri espiatori, è la propria indifferenza e incapacità a venire in aiuto della popolazione de L'Aquila. Come conclude l’articolo di Rue89: “Qui, 37.000 persone, in mancanza di meglio, vivono ancora attraverso gli aiuti di Stato. I lavori diventano eterni e la speranza che un giorno la città possa essere rimessa a nuovo è andata in fumo... E la politica di austerità del governo Mario Monti non ha alcuna priorità per l'assistenza alle vittime dei terremoti”, [ Rue89, 26/10/12].
Enkidu (5 dicembre 2012)
[1] Citazioni tratte dal Nouvel Observateur del 23/10/12.
[4] Processo verbale de L’Aquila citato ne Il Fatto quotidiano.
[5] Va infatti ricordato che questi hanno effettivamente ceduto alla pressione politica per rassicurare gli abitanti.
[6] “Il rapporto Barberi, dal nome dell’ex capo della Protezione Civile, era il più grande studio mai realizzato riguardante la vulnerabilità sismica del paese”, Rue89, 26/10/12.