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"Da viventi, i grandi rivoluzionari vengono ricompensati dalle classi dominanti con incessanti persecuzioni; esse accolgono la loro dottrina con il più selvaggio furore, con il più feroce degli odi, le più furibonde campagne di menzogne e di calunnie. Dopo la loro morte, tentano di farne icone inoffensive, in un certo senso di canonizzarli, di cingere il loro nome di una certa aureola per "consolare" le classi oppresse e mistificarle; in tal modo si svuota del suo contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, la si svilisce e ne si smussa la incisività rivoluzionaria. È su questo "adattamento" del marxismo che oggi gli opportunisti del movimento operaio si congiungono alla borghesia" (Lenin, Stato e rivoluzione, 1917)[1].
Il 15 gennaio 1919, Rosa Luxemburg viene assassinata insieme al suo compagno di lotta Karl Liebknecht, dai corpi franchi del governo tedesco. Allora, questa soldatesca era agli ordini del ministro Noske, membro dell' SPD (la socialdemocrazia tedesca), il quale aveva dichiarato "se occorre un cane sanguinario, io lo sarò!". Ad orchestrare la repressione sanguinosa dell'insurrezione operaia a Berlino e l’assassinio di una delle più grandi figure del movimento operaio internazionale, sono i socialisti al potere, alla testa dello Stato democratico.
Questo odioso omicidio era stato preparato da lunga data attraverso una serie di calunnie contro Rosa Luxemburg. "Rosa la rossa", "Rosa l'incendiaria", "Rosa la sanguinaria", "Rosa, l'agente dello zarismo"… ; in vita, non è stato mai risparmiato alcun attacco menzognero contro la sua persona, per culminare con appelli al pogrom dalla fine 1918, inizio 1919, specialmente all'epoca della "settimana di sangue" a Berlino.
Ma solo alcuni mesi dopo il suo assassinio, la borghesia e gli opportunisti del movimento operaio hanno cominciato a farne un'icona inoffensiva, per canonizzarla, svuotare la sua dottrina rivoluzionaria del suo contenuto, svilirla e smussandone l'incisività rivoluzionaria. Necessitava innanzitutto che Rosa Luxemburg non dovesse rimanere la militante intransigente ed esemplare quale fu; doveva morire una secondo volta, snaturata in una sorte di democratica pacifista e femminista. Tale è lo scopo reale, da decenni, del lavoro di "memoria" che mira a "riabilitare", (cioè a mistificare) questa grande combattente della rivoluzione.
Una campagna costante per snaturare la lotta di Luxemburg e di Lenin
Negli anni 1930, in Francia, per esempio, si sviluppò tutta una corrente intorno a Lucien Laurat, corrente che ha ceduto sempre più nettamente alle sirene della democrazia per arrivare alla fine ad affermare che, fin dagli inizi della "rivoluzione bolscevica", "il verme" Lenin era nel "frutto" del progetto rivoluzionario. Questa ideologia farà logicamente l'apologia dell'esercito repubblicano nella guerra della Spagna del 1936-39, saluterà il coinvolgimento degli operai nella seconda macelleria mondiale con la scusa della lotta contro il fascismo.
Saprà sostenere il POUM in Spagna ed i trotskisti nel loro "eroismo" nazionale di resistenti! Questa nauseabonda propaganda democratica fu portata al suo parossismo dopo la Seconda Guerra mondiale da persone come René Lefeuvre, fondatore delle edizioni Spartacus. Questi, in una raccolta di testi di Rosa Luxemburg[2] dalla prefazione puramente ideologica ed dal titolo-montaggio prefabbricato, Marxismo contro dittatura (titolo che non è mai stato utilizzato da Rosa Luxemburg) presentò nel 1946 questa combattente della rivoluzione come radicalmente ostile al bolscevismo, cosa che risulta essere solamente una grossolana menzogna. Nell'introduzione alla raccolta, scrisse ancora: "tutti i grandi teorici marxisti di rinomanza internazionale: Karl Kautsky, Émile Vandervelde, Rodolphe Hilferding, Karl Renner, Giorgio Plekhanov – per non citarne che qualcuno – hanno denunciato tanto quanto Rosa Luxemburg tutta la dottrina totalitaria di Lenin come assolutamente contraria ai principi del marxismo".
Stalin mummificò Lenin e snaturò il suo pensiero in un dogma terribile. Rosa Luxemburg, la "sanguinaria", diventa qui una specie di santa apostolo della democrazia! La controrivoluzione stalinista andava a generare velocemente attraverso i suoi miasmi queste due nuove ideologie putride e complementari: l'esca "luxemburghismo" da un lato ed il malvagio "marxismo-leninismo" dall'altro. Si tratta in realtà delle due facce della stessa medaglia, o piuttosto delle due mascelle della stessa trappola: rigettare i bolscevichi rappresentati con i coltelli tra i denti e glorificare la figura offerta da Rosa "pacifista" alla stessa stregua di come ci fanno ammirare i leoni "selvaggi" hollywoodiani, mutilati, senza zanne né artigli.
Nel 1974, nella Germania appartenente al campo democratico, la RFT, l'effige di Rosa Luxemburg è stata persino stampata su dei francobolli postali!
Una nuova campagna contro il proletariato e le sue organizzazioni rivoluzionarie
Dopo il crollo del blocco dell'Est e la scomparsa dell'URSS, questa vasta campagna ideologica è stata esumata e si è amplificata per alimentare la pretesa "morte del comunismo", decretata con zelo al momento della caduta del muro di Berlino. L'ideologia ufficiale persegue qui la più grande menzogna della storia che assimila falsamente il comunismo allo stalinismo. Si tratta questa di un'arma ideologica particolarmente efficace alle mani della classe dominante. Perché se dal 1990 il proletariato ha tante difficoltà a riconoscersi come forza sociale, a sviluppare la sua coscienza e la sua organizzazione, è proprio perché è tagliato del suo passato, ha perso la sua identità, non sa più da dove viene, chi è e dove può andare. Se il comunismo è lo stalinismo, questo orrore finalmente fallito, perché battersi? Perché studiare la storia del movimento operaio dal momento che è stato proprio quest'ultimo a condurci alla catastrofe stalinista? E’ questa logica ed è questo veleno che la borghesia fa entrare nelle teste! E la presentazione di Rosa come "pacifista, repubblicana e nemica di Lenin", questo pro - "dittatore del proletariato", questo "padre spirituale di Stalin", è uno dei capitoli neri di questa ignobile propaganda. Quelli che vi partecipano, in modo cosciente o no, lottano contro la classe operaia!
Oggi sui blogs, sui forum (come per esempio Libcom in Gran Bretagna dove propositi viscidi sono stati realizzati intorno a Rosa Luxemburg), nelle librerie e nelle edicole, un po' dappertutto in Europa e nel mondo, ritorna in superficie una nuova campagna nauseabonda per snaturare ancora una volta l'immagine della militante Rosa Luxemburg. Ed è così che, in alcuni programmi televisivi, Rosa Luxemburg recentemente è apparsa con i soli tratti di "donna" e "pacifista". A settembre 2013, il famoso e stimato giornale Le Monde, ha pubblicato un articolo realizzato da un certo Jean-Marc Daniel, professore dell'ESCP Europa, dal titolo evocatore: "Rosa Luxemburg, marxista pacifista". Quest'associazione delle parole "marxista" e "pacifista" può lasciare allibiti: il "vero marxista" è per la classe dominante quello che abdica davanti alla guerra di classe che rinuncia all'insurrezione ed al capovolgimento del capitalismo!
Attualmente vengono pubblicati numerosi libri, fino nella letteratura per bambini, dove Rosa Luxemburg è presentata di nuovo come l'accanita avversaria dei bolscevichi e del "dittatore" Lenin. Dibattiti e conferenze sono organizzate un po' ovunque, ed ultimamente a Parigi sotto la guida di storici democratici "lussemburghiani" del gruppo "Critica sociale". Anche con le arti, il premio MAIF 2014 di scultura è toccato a Nicolas Milhé per il suo progetto "Rosa Luxemburg!" Una vera ovazione per Rosa… a patto di opporla ai suoi compagni di lotta, ai bolscevichi, alla Rivoluzione russa, in breve, alla rivoluzione. Il recupero di Rosa Luxemburg per farne una "icona inoffensiva" è una grande campagna di intossicazione ideologica. Mira ad inoculare l'idea che il proletariato deve battersi per costruire non la società comunista mondiale ma una società "più democratica", ispirandosi all'opera misconosciuta di Rosa Luxemburg presentata in modo menzognera come una nemica dei bolscevichi. Dopo l'odiosa propaganda del Libro nero del comunismo, è oramai questo discorso che è insegnato con molta serietà ed ufficialmente nei programmi scolastici[3] (3).
Oggi, la posta in gioco per la borghesia è proprio quella di convincere gli elementi più critici ed i ricalcitranti che non esiste altro avvenire che la difesa della democrazia borghese. Ma dietro questo c'è anche, nella campagna di recupero di Rosa Luxemburg da parte di "democratici" di ogni risma, un altro obiettivo - ed inconfessato! -: quello di screditare - "demonizzandole" una volta di più - le reali posizioni delle organizzazioni rivoluzionarie.
Olga
[1] 1. Questo passaggio magistrale di Lenin è altrettanto valido per la sorte che la borghesia ha riservato a Jean Jaurès. Vedi: https://fr.internationalism.org/revolution-internationale/201409/9133/jean-jaures-et-mouvement-ouvrier
[2] 2. "Problemi dell'organizzazione socialista" (1904), "Masse e capi", o "Speranze deluse" - 1903, "Libertà della critica e della scienza" (1899)
[3] Vedere l'articolo "La falsificazione della storia nei programmi scolastici." https://it.internationalism.org/cci/201502/1327/la-falsificazione-della-...