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Introduzione all’articolo fatta da un nostro contatto in Spagna
L'articolo che ho tradotto dalla pagina della CCI on line in francese, spiega accuratamente il ruolo ideologico della storia, geografia ed educazione civica nelle scuole e nei licei francesi, nei quali vi sono innumerevoli esempi della realtà francese. Ma il suo contenuto può ovviamente essere esteso anche alla realtà spagnolo o di qualsiasi altro paese del mondo.
Dal momento che l'istruzione pubblica è svolta in uno stato borghese, si fa uso di una formazione fortemente ideologica, al fine di preservare e presentare come naturale la produzione delle merci.
Nel curriculum di studio dello Stato francese si legano storia, geografia ed educazione civica. Questo aspetto democratico e “cittadinista” è ripetutamente presente anche nel piano di formazione dello Stato spagnolo (o la LOE approvato sotto un governo "socialista" o LOMCE approvato dal PP) e allo stesso tempo è stata un’occasione di contrasto tra le diverse fazioni della borghesia. Il PP, attraverso LOMCE, ha eliminato dall’istruzione il corso di cittadinanza con il quale la sinistra borghese intendeva indottrinare i giovani lavoratori con i valori costituzionali dell’astrazione democratica, dando carattere accademico al tema della religione, ma introducendo contemporaneamente una materia alternativa chiamata Valori sociali e civici e Valori etici nella scuola primaria e secondaria. Inutile dire, che i piani di studio per valori etici, intendono quelli atomizzati e isolati del cittadino borghese.
Un altro aspetto interessante di questo articolo è il ruolo che svolge l'educazione borghese (statale, sovvenzionata dallo Stato o privata) nel disciplinare i giovani a lavorare, per abituarli all’alienazione del lavoro salariato, mentre nel contempo cerca di indebolire il loro pensiero critico, anche se per fortuna molti di loro non cessano di denunciare alcuni degli effetti più perversi del dominio borghese. Le scuole e gli istituti, il sistema di istruzione pubblica svolgono quindi la funzione di riproduzione della forza lavoro, al fine di soddisfare le esigenze di formazione che saranno essenziali una volta che la borghesia l’acquisirà come merce utile per l’accumulazione del capitale.
Utilizzando la mistificazione che l’istruzione pubblica compensi le disuguaglianze, in realtà si realizza una macchina enorme per riprodurre le differenze strutturali di classe. Attraverso la ghettizzazione permanente, suddividendo tra istruzione pubblica e privata concertata all'interno delle classi, si classifica e si fa capire ciò che le istituzioni pensano di alunni ed alunne. Separati in più o meno capaci, inseriti in classi che possono svolgere o meno attività extrascolastiche o nelle quali poter impartire o meno insegnamenti bilingue (comunque frazionate al loro interno), con queste suddivisioni e classificazioni, le disuguaglianze sociali, lungi dall’essere compensate vengono marchiate a fuoco.
Il presupposto iniziale che consente la riproduzione e la logica della merce, con le sue eguaglianze formali ed astratte, è presente quindi in tutte le classi di allievi/e, nelle quali vige quella parità astratta che identifica falsamente tutti come studenti, indipendentemente dalla loro vita, origine, reddito, livello culturale delle famiglie, ecc. Tale astrazione analoga a quella dell'economia capitalista o della politica democratica è imposta in maniera coercitiva nell’istruzione, inserendo in modo forzato il suo feticcio, reificandolo nelle persone (sei le note che ottieni, le competenze, gli obiettivi e i contenuti con cui ti si valuta) e personificando le istituzioni, come in questo caso il sistema scuola.
Il tutto in un'epoca di decadenza del capitalismo che vive la sua fase ultima di decomposizione, con la sua logica di degrado morale, la sua tendenza a raggrupparsi per bande e una violenza sempre più sfrenata, tutte puntualmente presenti nelle aule scolastiche, descritte invece ideologicamente dalla borghesia come un regno astratto e neutro della conoscenza.
Pertanto, come conclude l'articolo tradotto, la vera educazione e la formazione passa solo per il recupero delle autentiche tradizioni storiche, teoriche e morali del proletariato.
Andrei, Ottobre 2014
Nelle società divise in classi, l'educazione è uno strumento di controllo. La società capitalista non sfugge a questa logica anzi amplifica il fenomeno razionalizzandolo. La funzione del sistema scolastico è quella di formare i futuri lavoratori docili e utili agli interessi della borghesia.
Per fare questo, le scuole cercano di formattare ideologicamente le menti dei giovani studenti, ma anche di formare i giovani corpi per adattarli alle esigenze del lavoro salariato. La scuola è dunque un ente disciplinare da tutti i punti di vista. In nessun caso, permette la crescita personale e lo sviluppo del pensiero critico[1].
L'insegnamento della storia, della geografia e dell'educazione civica nelle scuole secondarie mostra ad esempio come il sistema educativo borghese è parte integrante dell'ideologia dominante. I programmi di storia sono sempre stati costruiti per e dalla propaganda di stato. La loro struttura è stata progettata per ancorare la "realtà" dell'ordine sociale borghese. Infatti, l'insegnamento di questa disciplina partecipa alla falsificazione del vero passato delle società umane. Quindi, le giovani generazioni di lavoratori sono mantenute in un clima di ignoranza favorevole alla perdita del pensiero critico. Bisogna perciò denunciare la propaganda svolta dallo Stato borghese nella formazione dei futuri lavoratori.
Alla ricerca del comunismo primitivo
Come sapere accademico, la storia comincia con la comparsa della scrittura verso la metà del IV millennio a.C. In linea con questo, la conoscenza delle società del passato nei programmi scolastici inizia nello stesso periodo tant’è che il primo capitolo della storia descrive le civiltà egizie e mesopotamiche. Queste società hanno già raggiunto un determinato livello di sviluppo:
- Sono disuguali e divise in classi sociali.
- Lo Stato ha raggiunto un notevole livello di sofisticazione.
- L’importanza di re e sacerdoti come simboli politici e ideologici è profondamente radicata
Se seguiamo la logica dei programmi, le società umane sono originariamente organizzate in questo modo. Senza alcun motivo apparente, inducono un giovane studente a pensare che l'Egitto delle piramidi o le città di Ur e Babilonia rappresentano le prime tracce di vita delle società umane. Tuttavia, la nostra specie è vecchia di centinaia di migliaia di anni e la scelta di eliminarne la quasi totalità non è affatto arbitraria. Prendendo come punto di partenza l'Egitto dei Faraoni e le città della Mesopotamia, la borghesia vuole evidenziare la natura deterministica delle disuguaglianze sociali. Si vuole consolidare l'idea che le società, da “tempo immemorabile" sono divise tra dominanti e dominati. Questa visione profondamente conservatrice serve a legittimare l'ordine sociale capitalista e ancorarlo nella mente dei ragazzi. In termini semplici, questo è il messaggio che lo Stato chiede all'insegnante di fornire agli studenti: “le disuguaglianze, il dominio, gli Stati, i capi sono sempre esistiti e non potrà essere altrimenti anche in futuro. In altre parole gli uomini sono naturalmente inclini a dominarsi fra loro.”
Ma le conquiste della scienza e del marxismo offrono una visione molto diversa dei primi tempi dell'umanità. Infatti, "per la maggior parte della sua storia, per centinaia di migliaia, forse milioni di anni, l'umanità ha vissuto in una società senza classi, forme di comunità dove la maggior parte della ricchezza è stata condivisa senza nessun uso di scambio o denaro; una società organizzata non da re o preti, nobili o dalla macchina statale, ma dall'assemblea tribale. È a questo tipo di società che fanno riferimento i marxisti quando parlano di 'comunismo primitivo'”[2].
Questa visione è profondamente sconcertante per l’ideologia borghese. Così, a scuola e altrove, il comunismo primitivo è negato o minimizzato, per affermare che il comunismo rimane nella realtà un irraggiungibile ideale. Senza magnificare queste società noi diamo indicazioni opposte[3]. Cioè che gli uomini sono in grado di mettere la solidarietà, il sostegno reciproco e la condivisione al centro dell’organizzazione sociale. Nella sua ricerca della verità, il marxismo ci ha permesso di capire che l'emergere dello sfruttamento è il risultato di un processo storico. Nel negare il movimento della storia, la borghesia falsifica l'evoluzione dell'umanità. Essa non incoraggia le giovani generazioni a mettere in discussione le origini della nostra specie. La classe dominante è ben consapevole del fatto che senza comprendere il nostro passato, è molto difficile vedere le possibilità di una società futura. Quindi fa di tutto per reprimere la curiosità e il pensiero critico degli studenti su questi temi.
La dissoluzione della lotta di classe
Per i marxisti, "la storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classe."[4]. In effetti, da molti millenni, gli antagonismi di classe formano il "motore della storia", il suo movimento dinamico. Oppressori e oppressi portano avanti "una continua lotta, che finisce sempre o con una trasformazione rivoluzionaria della società nel suo insieme o la rovina comune delle classi in lotta"[5]. Naturalmente, il sistema scolastico borghese respinge totalmente questo punto di vista. La prova: l'importanza data alle rivolte o ai movimenti di capovolgimento dell'ordine sociale nel corso del tempo è praticamente inesistente nei curriculum e nei libri di testo. Le rivolte degli schiavi nella società antica, i movimenti eretici o le rivolte contadine nella società feudale, le lotte del movimento operaio fin dal XIX secolo, sono ben lungi dal costituire il cuore dei capitoli trattati durante l'anno.
Oppure, questi eventi vengono elaborati attraverso una problematica che distorce completamente il significato. Prendiamo l'esempio della Comune di Parigi del 1871. Questo argomento è discusso nella quarta classe nel capitolo "L'evoluzione politica della Francia (1815-1914)". L'obiettivo è quello di mostrare come la Repubblica si è imposta in Francia dal 1870. In primo luogo, l'accento sulla Comune di Parigi è minimo. In secondo luogo, le cause dell'evento sono presentate come una reazione al vecchio ordine bonapartista.
Ecco come un manuale presenta i fatti (Belin et al.): "La Repubblica proclamata a Parigi il 4 settembre 1870 appare abbastanza incerta, infatti l'Assemblea Nazionale eletta nel 1871 è per lo più realista. Il popolo di Parigi, che teme una restaurazione della monarchia e vuole continuare a lottare contro la Prussia, si rivolta durante la Comune di Parigi: questa è repressa nel sangue ". Traducete, gli operai parigini si erano ribellati solo contro la monarchia e gli invasori prussiani (per difendere la Repubblica e la Patria) ma date l’ampiezza e le prospettive rivoluzionarie che essa trasmetteva fu “repressa nel sangue".
Visto che la borghesia non può nascondere questo episodio del movimento rivoluzionario e la sua terribile repressione, deve deviarne il suo significato. Nei programmi, la Comune è separata dal movimento rivoluzionario internazionale. I documenti evidenziano il progresso sociale e democratico prodotti da questo movimento. Essa è presentata come un laboratorio utile per la costruzione della Repubblica. Ma la Comune di Parigi non può essere ridotta a un movimento patriottico, né a una lotta per le libertà repubblicane. Essa è soprattutto la manifestazione del ruolo del proletariato come l'unica forza capace di rovesciare il capitalismo[6]. La borghesia è ben consapevole di questo e cerca di nasconderlo ai futuri lavoratori.
Lo stesso vale per l'ondata rivoluzionaria degli anni 1920, studiata nella classe terza. La Rivoluzione d'Ottobre del 1917 compare nel programma e anche nella lista dei punti di riferimento storici che lo studente dovrebbe apprendere nel proprio corso di studi. Ma cosa realmente impara? Questo evento è "un colpo di stato organizzato da Lenin, il leader del Partito Bolscevico"[7]. o una "rivoluzione bolscevica guidata da Lenin."[8]. Di nuovo, la borghesia nega la forza rivoluzionaria delle masse lavoratrici e presenta la rivoluzione d’ottobre come l'opera di un partito e di un uomo, mentre fu la realizzazione delle masse lavoratrici.
Inoltre, i programmi conservano la grande menzogna di equiparare lo stalinismo al comunismo. Fino al 2013, questa falsificazione è stata chiaramente spiegata nelle linee guida ufficiali. L'URSS è stata presentata come "un regime comunista, fondato da Lenin, che vuole creare una società senza classi ed esportare la rivoluzione (Terza Internazionale)[9]. Con lo sviluppo del programma del terzo anno al rientro dell'anno scolastico 2013, questa direttiva non è più scritta " nero su bianco", ma l'assimilazione resta molto presente soprattutto nei libri di testo: "Dopo la morte di Lenin nel 1924, Stalin si presenta come suo unico erede. Solo al potere a partire dal 1929, decide di accelerare l'attuazione del comunismo in Unione Sovietica e la trasformazione dell'economia."[10]. Tuttavia, le caratteristiche della società stalinista non hanno niente a che fare con la prospettiva (ancora all'ordine del giorno) stabilita da il Manifesto comunista nel 1848. Il vero volto dell'URSS era il capitalismo di Stato in cui una nuova borghesia ha continuato lo sfruttamento del proletariato russo. I mezzi di produzione non erano affatto condivisi e lo Stato non fu abolito ma al contrario utilizzato al massimo.
Presentare il comunismo come una società già realizzata nel XX secolo in URSS, Cuba o la Cina è una mistificazione ancora efficace anche se la borghesia ritiene utile non farne un suo cavallo di battaglia. Questa menzogna insopportabile, che continua a causare grande confusione nella classe operaia, deve essere condannata e denunciata, in nome del fine ultimo del proletariato: la riunificazione della società umana.
Ma l'arma più efficace contro la lotta di classe rimane la propaganda democratica e civile. I Programmi di educazione civica nelle scuole medie e superiori sono stati progettati per martellare le "virtù" della democrazia "l’eguaglianza repubblicana è fondamentale per compensare e correggere le disuguaglianze. Le leggi proteggono le persone e le proprietà e stabiliscono il quadro della vita nella società "[11]. O ancora la necessità di essere cittadini responsabili nel rispetto dei propri diritti e doveri per garantire l'armonia sociale. Il ruolo dello Stato è fuorviato, perché lo si presenta come entità che "protegge contro i grandi rischi e garantisce la sicurezza del territorio."[12]. Ciò che si nasconde agli studenti è che lo Stato è uno strumento di conservazione sociale che permette alla classe dominante di garantire i propri interessi. In una classe di quarta, un capitolo è dedicato a "l'esercizio della libertà in Francia." Anche in questo caso, la borghesia mostra tutto il suo cinismo e ipocrisia, in quanto il programma si concentra sulla libertà di opinione e di coscienza (di religione, laicità ...), ma lo sfruttamento della classe operaia e della sua alienazione sono ovviamente ignorate. Tante sono le mistificazioni che si trasmettono agli alunni e distruggono il loro spirito critico. Per Jules Ferry, l'insegnamento dell'educazione civica doveva garantire l’inquadramento ideologico per i figli dei lavoratori, “No, naturalmente, lo stato non è un dottore in matematica, dottore in lettere o chimica. [...] Se retribuisce gli insegnanti, questo non è per creare o diffondere le verità scientifiche, non è per questo che si occupa di istruzione: se ne occupa per mantenere una determinata morale, una determinata dottrina di stato, indispensabili alla sua conservazione. [...] Quindi non abbiate paura di esercitare questo apostolato della scienza, della giustizia e della verità, che bisogna opporre risolutamente da ogni parte a questo altro apostolato, a questa retorica violenta e ingannevole, [...] questa utopia criminale e reazionaria che chiamano guerra di classe!”
L'attuale borghesia è molto meno esplicita quando stabilisce formalmente i suoi progetti in materia di istruzione. Tuttavia, le mistificazioni democratiche e civili sono molto più profonde e sofisticate rispetto ai tempi di Jules Ferry. I programmi di educazione civica sono sviluppati in modo tale che lo studente possa assimilare tutti gli artifici che nascondono la lotta di classe. La complementarietà dei programmi di educazione civica e di storia fa in modo da negare la natura della borghesia come classe sfruttatrice. Per essa il capitalismo si è imposto e la democrazia rappresentativa raffigura la forma più perfetta di organizzazione sociale. In definitiva, la storia è finita ed è questo che dobbiamo insegnare agli studenti. Non c'è bisogno di intravedere le alternative, la società capitalista e democratica è la più perfetta che l’uomo sia in grado di costruire. Di fronte a queste menzogne, l'esperienza e la conoscenza teorica del movimento operaio permettono di dire la verità. No! La società non è organizzata come somma di individui "liberi e uguali", ma in classi antagoniste con interessi diversi. In tutto il mondo, anche nei paesi democratici, i lavoratori sono sfruttati e vittime. Un profondo senso di disgusto li assale alla vista dei privilegi e delle malversazioni dei padroni o degli uomini politici. E poi, come ho potuto sperimentare, gli studenti non sono ingannati. Alcuni di loro sono pronti a denunciare la corruzione e l'ineguaglianza quando gli si espone la società ideale in cui dovremmo vivere. Si potrebbe sperare che la realtà non deluda queste giovani menti.
La propaganda patriottica
Fin dall'inizio della scuola repubblicana, patriottismo e "romanzo nazionale" acquistano un posto centrale nei programmi. La Comune di Parigi aveva scosso notevolmente la borghesia che reagì amplificando la cappa ideologica sulla classe operaia. Si adoperò a distruggere l'internazionalismo sviluppato dal proletariato francese nel 1871. Per il ministro dell'Istruzione Jules Simon, una delle lezioni del "test" che la Francia ha appena vissuto è la necessità che "la Francia conosca la Francia, meglio di come possano conoscerla gli stranieri"[13]. Forse più di altre discipline, la storia e la geografia posseggono un ruolo ideologico importante nel sistema scolastico. All'alba del XX secolo, la storia viene insegnata in tutti i livelli di istruzione. Lo sciovinismo, il nazionalismo e il militarismo stanno avvelenando le menti dei futuri lavoratori. Tra il 1871 e il 1914, l'insegnamento della storia è condizionato da uno spirito di vendetta contro la Prussia, dopo la sconfitta di Sedan nel settembre 1870. Sulle mappe della Francia affisse nelle aule, i territori di Alsazia e Lorena (persi nel 1870 a favore della Prussia), sono delimitati da un tratteggio per escluderli ma di colore viola in modo tale da individuare un esagono. A poco a poco, la borghesia utilizza la scuola per imbrigliare la classe operaia in un conflitto globale inevitabile e dividerla sul piano internazionale. Permea le menti di un ideale nazionale mescolando l'ardore marziale e la religione come Emile Zola ha denunciato nel suo romanzo Verità nel 1903, quando descrive un insegnante e la sua classe: "Quattro quadri appesi al muro, illuminati violentemente, l’irritavano: S. Genoveffa che consegna Parigi, Giovanna d'Arco che ascolta le sue voci, San Luigi che guarisce i malati, Napoleone che passa a cavallo su un campo di battaglia. Sempre il miracolo e la forza, sempre le menzogne religiose e la violenza militare dati in esempio e gettati come seme nel cervello dei bambini."
Per i paesi dell'Intesa, la vittoria del 1918 permetterà di contenere l'impulso rivoluzionario della classe operaia. E per questo, la borghesia utilizzerà tutto il suo cinismo per "saldare la nazione", mescolando la compassione per i morti, l'orgoglio di aver difeso la patria e la promozione della convivenza pacifica. Immediatamente lo Stato stabilisce la commemorazione obbligatoria da parte degli studenti ai monumenti dedicati ai caduti. Nel manuale Lavisse del 1934, la guerra si presenta come una fatalità che è stata imposta alla borghesia, "dal 1914 al 1918, i francesi sono stati costretti a entrare in guerra con la Germania, come nel 1870." Il patriottismo non è scomparso nei programmi fino ad oggi, ma ha assunto una dimensione più insidiosa in quanto il sentimento patriottico non appare come tale. Ora i programmi della scuola media e del liceo presentano la storia della Francia, nel XIX e XX secolo, come l'avvento e la consacrazione della democrazia e della "libertà" dal 1789. Si è omesso che nella società capitalista, l'unica libertà della classe operaia è di vendere la sua forza-lavoro. D'altra parte, per legittimare la "benedizione" di nuove istituzioni globali (UE, ONU), lo Stato ha inventato il concetto di cittadinanza europea, anzi cittadinanza addirittura mondiale. Ancora una volta, lo scopo è deviare il vero ruolo delle sue istituzioni che esistono solo per portare una parvenza di ordine in un caos generalizzato. Ad esempio, gli studenti sono tenuti a rispettare l'idea che la "creazione dell'Onu risponde a un desiderio di pace."[14]. Se la borghesia adatta la sua ideologia, resta il fatto che il patriottismo rimane un potente vaccino contro l'emergere dell’internazionalismo all’interno della classe operaia.
Lo sviluppo della coscienza di classe per rispondere all’ideologia borghese
I programmi aprono la porta all’idealismo e alla scomparsa del pensiero critico. La loro architettura è caratterizzata da una serie di eventi o periodi tematicamente affrontati senza spiegare la causa e l'effetto. La storia è raccontata, ma non si analizza il significato dei fatti, il che provoca la perdita dello spirito critico.
I programmi incoraggiano a recitare la storia del passato ma non a capirla e trarne le lezioni. La borghesia ha perso ogni visione coerente e obiettiva della storia e questo si riflette nell'idealismo degli insegnamenti. Ad esempio, si consideri come si insegna la storia delle religioni. Solo le tre grandi religioni monoteistiche sono studiate in dettaglio e le indicazioni impongono di riferirsi alle "storie sacre" staccate da ogni contesto. In nome della laicità, è impossibile da spiegare in una cornice materialista l'apparizione e la vera natura delle credenze divine. La scuola è uno strumento essenziale per la diffusione dell'ideologia dominante tra i ranghi della classe operaia. In sostanza, il suo ruolo è quello di oscurare la realtà della società capitalistica. Quale può essere la risposta della classe operaia a riguardo? Lo sviluppo della solidarietà e dell'unità nella lotta.
È attraverso la pratica che i lavoratori scoprono di essere sfruttati dal capitale. È attraverso le umiliazioni quotidiane che scoprono che la visione del mondo presentata dalla borghesia non corrisponde alla realtà. Come scrisse Lenin, "solo l'azione educa la classe sfruttata, solo essa le dà la misura della sua forza, ampliando il suo orizzonte, migliorando le sue abilità, chiarendo la sua intelligenza e temprando la sua volontà.” (Lenin. Rapporto sul 1905. 22 gennaio 1917). La lotta "la costringe a comprendere la struttura del sistema economico, a conoscere ciò che è la società, dove sono i suoi nemici e alleati"[15]. Dunque è lo sviluppo della coscienza di classe che immunizza contro l'ideologia borghese e fa acquisire consapevolezza della propria identità e del ruolo da svolgere per superare l'attuale società. "È una consapevolezza di sé. E questa presa di coscienza è sempre sinonimo di lotta di classe. La coscienza di classe è quindi semplicemente l'affermazione del proletariato come classe rivoluzionaria, cioè l’essere consapevole."[16].
Nella sua presa di coscienza il proletariato non ha bisogno delle falsificazioni storiche della scuola borghese. La sua educazione passa attraverso la trasmissione di generazione in generazione di una storia, un'esperienza, una teoria, una morale, una identità che appartengono solo alla classe operaia. Perché non bisogna dimenticare che
"l'emancipazione dei lavoratori è opera dei lavoratori stessi."
Venceslas.
[1] "La soppressione della storia e geografia è un attacco economico e ideologico", Révolution Internationale, n° 408
[2] "Il comunismo non è un bell'ideale ma una necessità materiale”, Revue Internationale, n°68
[3] Ibid.
[4] F. Engels, K. Marx, Manifesto del Partito comunista, cap. 1. Quando venne scritto questo testo nel 1847, le conoscenze sulle società preistoriche erano minime. L’organizzazione sociale precedente, basata sulla proprietà comune della terra, era sconosciuta.
[5] Ibid.
[6] Per un’analisi più approfondita sul significato della Comune di Parigi consultare: "La Comune di Parigi, primo assalto rivoluzionario del proletariato" in Internationalisme, n° 351.
[7] Manuale Nathan del programma di terza.
[8] Manuale Magnard del programma di terza.
[9] Programma di terza, Bollettino ufficiale speciale n° 6 del 28 agosto 2008.
[10] Manuale di storia, geografia, educazione civica, Nathan 2014.
[11] Presentazione del programma di educazione civica del quinto Bollettino Ufficiale Speciale n°6 del 28 agosto 2008.
[12] Bollettino Ufficiale Speciale n°6 del 28 agosto 2008.
[13] Patrick Garcia, Jean Leduc, L'insegnamento della storia in Francia dal Vecchio Regime ai nostri giorni, Armand Colin, 2003.
[14] Gestione del programma di storia-geografia-educazione civica, septembre 2013.
[15] "Ideologia et coscienza di classe", dall'opuscolo Organizzazione comunista e coscienza di classe.
[16] Idem.