Trenta anni fa si svolgeva in Francia un grande movimento
di lotta che vide in campo 10 milioni di lavoratori in sciopero per circa un
mese. E' ben difficile che i giovani
compagni che oggi si avvicinano alle posizioni rivoluzionarie sappiano
cosa successe in quel mese di tanti anni fa. E questo non per loro colpa. In
realtà la borghesia ha sempre mistificato il significato profondo di quegli
avvenimenti e gli storici borghesi (di destra o di sinistra non fa differenza)
lo hanno sempre presentato come la ”rivolta studentesca", la più
importante di un movimento che si ebbe anche in Italia, negli USA, e un po' in
tutti i paesi più industrializzati. Non c'è da meravigliarsi. La borghesia cerca
da sempre di nascondere agli occhi del proletariato le proprie lotte passate, e
quando non ci riesce fa di tutto per mistificarle, per presentarle come altra
cosa rispetto alle manifestazioni dell'antagonismo storico e irriducibile della
principale classe sfruttata della nostra epoca e la classe dominante e
responsabile di questo sfruttamento. Oggi la borghesia sta addirittura cercando
di snaturare il significato della Rivoluzione d'ottobre, presentata come il
colpo di Stato dei bolscevichi assetati di sangue e di potere invece che per
quello che fu veramente: il più grandioso tentativo di una classe sfruttata di
dare “l'assalto al cielo", di prendere il potere politico per cominciare a
trasformare la società in senso comunista, cioè verso l'abolizione di ogni
sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Lo fa per esorcizzare il pericolo che la
memoria storica costituisce come arma per il proletariato. E proprio perché per
il proletariato la conoscenza delle proprie esperienze passate è indispensabile
per preparare le battaglie presenti e future, tocca ai rivoluzionari, all'avanguardia
politica di questa classe, ricordarle e riproporle all'insieme del
proletariato.