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Nel precedente articolo di questa serie ("Il Nucleo Comunista Internacional, uno sforzo di presa di coscienza del proletariato in Argentina", Révue Internationale n.120) abbiamo descritto la traiettoria di un piccolo nucleo di elementi rivoluzionari in Argentina raggruppati nel "Nucleo Comunista Internacional" (NCI).
Abbiamo messo in evidenza i problemi incontrati da questo piccolo gruppo, ed in particolare il fatto che uno dei suoi elementi, il cittadino B., aveva approfittato della sua padronanza dei mezzi informatici (in particolare Internet) per isolare gli altri compagni, monopolizzare la corrispondenza con i gruppi del campo politico proletario, imporre loro le sue decisioni, anche alle loro spalle, nascondendo loro deliberatamente i suoi comportamenti, una politica che essi non approvavano poiché rimetteva in causa dall'oggi al domani tutto il percorso fatto fino a quel momento. Più precisamente, dopo che aveva manifestato fino all'estate 2004 la volontà di integrarsi velocemente nella CCI (1), di cui affermava condividere completamente le posizioni programmatiche e l'analisi, nello stesso momento in cui rigettava le posizioni del BIPR e denunciava i comportamenti da teppisti e da spioni della sedicente "Frazione Interna della CCI" (FICCI), il cittadino B. cambiava bruscamente idea.
Quando era ancora presente sul posto una delegazione della CCI, che aveva condotto tutta una serie di discussioni con il NCI, questo individuo prendeva contatto con la FICCI ed il BIPR per annunciar loro la sua intenzione di sviluppare un lavoro con questi due gruppi prendendo un altro nome, "Circulo de Comunistas Internacionalistas" (tutto ciò senza dire né una parola alla nostra delegazione né agli altri membri del NCI).
In effetti, "è quando ha compreso che con la CCI non avrebbe potuto sviluppare le sue manovre di piccolo avventuriero che il Signor B. ha scoperto improvvisamente una passione per la FICCI ed il BIPR, e per le posizioni di quest'ultimo. Una tale conversione, ancora più improvvisa di quella di San Paolo sulla strada di Damasco, non ha messo in sospetto il BIPR che si è affrettato a diventare il megafono di questo Signore. Occorrerà un giorno che il BIPR si chieda perché, a più riprese, elementi che hanno dimostrato la loro incapacità ad integrarsi nella Sinistra comunista, si sono rivolti verso il BIPR dopo il loro insuccesso di "avvicinamento" alla CCI". (Ibid.)
Per nostra conoscenza, il BIPR non si è ancora posto una tale domanda (almeno non è apparsa mai pubblicamente nella sua stampa).
Uno degli scopi del presente articolo è, tra l'altro, tentare di dare elementi di risposta a questa domanda, ciò che può essere di una certa utilità per questa organizzazione, ma anche per gli elementi che si avvicinano alle posizioni della Sinistra comunista e che possono essere impressionati dall'affermazione del BIPR che si presenta come la "sola organizzazione ereditiera della Sinistra comunista d'Italia". Più generalmente, si propone di comprendere perché questa organizzazione ha conosciuto una serie permanente di insuccessi nella sua politica di raggruppamento delle forze rivoluzionarie a scala internazionale.
L'irresistibile attrattiva degli elementi confusi verso le sirene del BIPRL'atteggiamento del cittadino B., che si scopre improvvisamente in convergenza profonda sia con le posizioni del BIPR che con le accuse (totalmente calunniose) profferite dalla FICCI contro la CCI non è in realtà che la caricatura di un atteggiamento che abbiamo incontrato a più riprese da parte di elementi che, dopo avere intavolato una discussione con la nostra organizzazione, si sono resi conto che avevano sbagliato porta, o perché non erano realmente d'accordo con le nostre posizioni, o perché le esigenze legate alla militanza nella CCI sembravano loro troppo costrittive, o ancora perché avevano constatato che non avrebbero potuto condurre una loro politica personale in seno alla nostra organizzazione. Molto spesso, questi elementi si sono allora rivolti verso il BIPR nel quale essi vedevano un'organizzazione più atta a soddisfare le loro attese. Abbiamo già, a più riprese, rievocato nelle nostre pubblicazioni questo tipo di evoluzione. Tuttavia, vale la pena di ritornarci per mettere in evidenza che non si tratta di un avvenimento fortuito ed eccezionale, ma di fenomeno ripetitivo che dovrebbe spingere i militanti del BIPR a porsi delle domande.
Prima ancora della nascita del BIPR...
È nella preistoria del BIPR (ed anche in quella della CCI) che si trova una prima manifestazione di ciò che si sarebbe in seguito ripetuto numerose volte. Siamo negli anni 1973-74. In seguito ad un appello lanciato nel novembre 1972 dal gruppo americano Internationalism (che diventerà la sezione della CCI negli Stati Uniti) per favorire una rete di corrispondenza internazionale, fu organizzata una serie di incontri tra parecchi gruppi che si richiamavano alla Sinistra comunista. Tra i partecipanti più regolari di questi incontri troviamo Révolution Internationale in Francia e tre gruppi che si trovavano in Gran Bretagna, World Revolution, Revolutionary Perspective e Workers' Voice (dal nome delle loro rispettive pubblicazioni). WR e RP provengono da scissioni del gruppo Solidarity che si trova su posizioni anarco-consiliariste. In quanto a WV, questo era un piccolo gruppo di operai di Liverpool che aveva rotto poco prima con il trotskismo. In seguito a queste discussioni, i tre gruppi britannici giungono a posizioni vicine a quelle di Révolution Internationale ed Internationalism (intorno ai quali va a costituirsi la CCI l’anno seguente). Tuttavia, il processo di unificazione di questi tre gruppi è finito con un insuccesso. Da una parte, gli elementi di Workers' Voice decidono di rompere con World Revolution per il sospetto di essere stati imbrogliati da WR. In effetti, questo ultimo gruppo aveva conservato delle posizioni semi-consiliariste sulla rivoluzione del 1917 in Russia: la considerava una rivoluzione proletaria ma considerava il partito bolscevico un partito borghese, posizione di cui aveva finito per convincere i compagni di WV. E quando WR, all'epoca dell'incontro di gennaio 1974, ha rigettato i suoi ultimi resti di consiliarismo raggiungendo la posizione di Révolution Internationale, questi compagni hanno avuto la sensazione di essere stati "traditi" e hanno sviluppato una forte ostilità verso quelli di WR (accusati di aver "capitolato di fronte a RI") ciò che li ha condotti a pubblicare una "messa a punto" nel novembre 74 definendo i gruppi che andavano a costituire la CCI poco dopo come "controrivoluzionari" (2). Da parte sua, RP aveva chiesto la sua integrazione nella CCI come "tendenza" con la propria piattaforma, visto che rimanevano ancora disaccordi tra questo gruppo e la CCI. A questa richiesta rispondemmo che il nostro approccio non era di integrare delle "tendenze" come tali, ciascuna con la sua piattaforma, anche se consideriamo che possano esistere in seno all'organizzazione dei disaccordi su aspetti secondari dei suoi documenti programmatici. Non avevamo chiuso la porta alla discussione con RP ma questo gruppo ha cominciato allora ad allontanarsi dalla CCI. Ha tentato di costituire un raggruppamento internazionale "alternativo" alla CCI con WV, il gruppo francese "Per un Intervento Comunista" (PIC) ed il "Revolutionary Workers' Group" (RWG) di Chicago. Questo "blocco senza principi" (usando il termine adoperato da Lenin) non è durato a lungo. Non poteva essere diversamente nella misura in cui il solo requisito che avvicinava questi quattro gruppi era la loro ostilità crescente verso la CCI. Il "raggruppamento" si è alla fine ugualmente realizzato in Gran Bretagna (settembre 1975) tra RP e WV che hanno costituito la "Communist Workers' Organizzazione" (CWO). Questa unificazione aveva un prezzo per RP: i suoi militanti avevano dovuto accettare la posizione della WV e cioè che la CCI era "controrivoluzionaria". È una posizione che hanno conservato per un certo tempo, anche dopo l'uscita dalla CWO, un anno più tardi, dei vecchi membri di WV che rimproveravano particolarmente a quelli di RP la loro... intolleranza verso altri gruppi! (3) Questa "analisi" della CWO che considerava la CCI "controrivoluzionaria" era basata su degli "argomenti decisivi":
" - la CCI difende la Russia capitalista di Stato dopo il 1921 così come i bolscevichi;
- sostiene che una gang capitalista di Stato come l'opposizione di Sinistra trotskista era un gruppo proletario".(Revolutionary Perspective n°4)
E' solamente più tardi, quando la CWO ha cominciato a discutere con il Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista) che ha rinunciato a qualificare la CCI "controrivoluzionaria"; se avesse mantenuto i suoi precedenti criteri, avrebbe dovuto considerare anche BC un'organizzazione borghese.
Così, il punto di partenza della traiettoria della CWO è segnato dal fatto che la CCI non aveva accettato la richiesta di RP di integrarsi nella nostra organizzazione con la propria piattaforma. Questa traiettoria alla fine è finita con la formazione del BIPR nel 1984: la CWO poteva partecipare infine ad un raggruppamento internazionale dopo i suoi insuccessi precedenti.
Le delusioni col SUCMLo stesso processo che ha condotto alla formazione del BIPR è contrassegnato da questo tipo di comportamento dove i "delusi della CCI" si avvicinano al BIPR. Non ritorneremo qui sulle tre conferenze dei gruppi della Sinistra comunista che si sono tenute tra il 1977 e 1980 in seguito ad un appello lanciato da BC nell'aprile del 1976 (4). In particolare, la nostra stampa ha insistito spesso sul fatto che è in modo totalmente irresponsabile e determinate unicamente dai loro piccoli interessi di bottega che BC ed la CWO hanno sabotato deliberatamente questo sforzo facendo votare di nascosto, alla fine della 3a conferenza, un criterio supplementare sulla questione del ruolo e della funzione del partito che mira esplicitamente ad escludere la CCI dalle future conferenze. (5) Al contrario, vale la pena di rievocare la "conferenza" del 1984 che si presentava come il seguito delle tre conferenze tenute tra il '77 e l'80. Questa "conferenza" raggruppava, oltre a BC ed alla CWO, il "Supporters of the Unity of Communist Militants" (SUCM) un gruppo di studenti iraniani presenti principalmente in Gran Bretagna che la CCI conosceva bene per avere cominciato a discutere con loro prima di rendersi conto che, malgrado le dichiarazioni secondo cui si dicevano in accordo con la Sinistra comunista, rimaneva un gruppuscolo estremista (dell'area maoista). Il SUCM si era rivolto allora verso la CWO che non aveva tenuto conto della messa in guardia dei nostri compagni della sezione in Gran Bretagna contro questo gruppo. Ed è grazie a questo "acquisto" di prim'ordine che la CWO e BC avevano potuto evitarsi un semplice colloquio a quattrocchi all'epoca di questa gloriosa 4a conferenza dei gruppi della Sinistra comunista che, ora che la CCI non era più là per inquinarla con il suo "consiliarismo", poteva porsi infine i veri problemi della costruzione del futuro partito mondiale della rivoluzione (6). Infatti, tutte le altre "forze" che il tandem CWO-BC aveva "selezionato" (secondo il termine impiegato frequentemente da BC) con "serietà" e "chiarezza" per la loro lista di invitati avevano fatto defezione: o perché non erano potute venire, come il gruppo "Kommunistische Politik" d'Austria o l' Éveil Internationaliste (Il risveglio Internazionalista) o perché già sparite al momento della "Conferenza" come i due gruppi americani, "Marxist Worker" e "Wildcat"; bizzarramente, questo ultimo, malgrado il suo consiliarismo, era considerato nei "criteri" di partecipazione decretati da BC ed il CWO (7).
Va da sé che anche il flirt con il SUCM non è potuto proseguire per molto tempo, non tanto per la lucidità dei compagni di BC e della CWO ma semplicemente perché questo gruppo estremista, che non poteva mascherare eternamente la sua vera natura, è finito per integrarsi nel Partito comunista iraniano, un'organizzazione stalinista ben definita.
In quanto alle conferenze dei gruppi della Sinistra comunista, BC ed la CWO non ne hanno convocate altre: queste organizzazioni hanno preferito evitarsi il ridicolo di un nuovo fiasco (8).
Due traiettorie individualiQuesto tipo di attrattiva per il BIPR da parte dei "delusi della CCI" si è manifestato nello stesso periodo presso l'elemento che chiameremo L. e che, per un certo tempo è stato il solo rappresentante di questa organizzazione in Francia. Questo elemento che aveva fatto le sue esperienze in un organizzazione trotskista, si era avvicinato alla CCI all'inizio degli anni 80 al punto da porre la sua candidatura. Evidentemente, avevamo condotto delle discussioni molto serie con lui ma gli avevamo chiesto della pazienza prima di potere entrare nella nostra organizzazione perché constatavamo che, malgrado l'affermazione del suo pieno accordo con le nostre posizioni, conservava ancora nel suo comportamento politico delle tracce importanti del suo soggiorno nell'estremismo, in particolare un forte immediatismo. Di pazienza ne aveva molto poco: quando ha trovato che queste discussioni duravano troppo tempo per il suo gusto, le ha interrotte unilateralmente per rivolgersi verso i gruppi che andavano a formare il BIPR. Dalla sera alla mattina, le sue posizioni a geometria variabile si sono evolute per raggiungere quelle del BIPR che, da parte sua, non gli ha chiesto la stessa pazienza prima di integrarlo. Prova che le sue convinzioni non erano molto solide è che questo elemento ha lasciato poi il BIPR per navigare in differenti gruppi del campo della Sinistra comunista tra cui la corrente "bordighista" prima di ritornare... al BIPR nella metà degli anni 90. In quel momento, avevamo messo in guardia i compagni del BIPR contro la mancanza di affidabilità politica di questo elemento. Questa organizzazione non aveva tenuto conto del nostra messa in guardia e l'aveva reintegrato. Tuttavia, come ci si poteva aspettare, questo elemento non è restato molto tempo nel BIPR: all'inizio degli anni 2000, ha “scoperto" che le posizioni che aveva adottato per una seconda volta indubbiamente non gli convenivano ed è venuto a parecchie nostre riunioni pubbliche per scaricare del fango su questa organizzazione: è allora che la CCI ha ritenuto necessario rigettare le sue calunnie e difendere il BIPR.
Questa serie di flirt dei delusi della CCI con il BIPR non si limita agli esempi che abbiamo citato.
Un altro elemento che veniva egualmente dall'estremismo, che chiameremo E., ha seguito una traiettoria simile. Con lui, il processo di integrazione nella CCI era andato più avanti di quello di L. divenendo membro della nostra organizzazione dopo lunghe discussioni. Tuttavia, una cosa è affermare un accordo con le posizioni politiche, altro è integrarsi in un'organizzazione comunista. Anche se la CCI aveva spiegato a lungo a questo elemento cosa significava essere militante di un'organizzazione comunista ed anche se egli aveva approvato il nostro percorso, l'esperienza pratica della militanza che suppone, in particolare, di fare uno sforzo costante per superare l'individualismo, l'aveva condotto abbastanza velocemente a constatare che non aveva posto nella nostra organizzazione contro la quale ha cominciato a sviluppare un atteggiamento ostile. Alla fine ha lasciato la CCI senza avanzare il minimo disaccordo con la nostra piattaforma (malgrado la nostra richiesta di una discussione seria sui suoi "rimproveri"). Ciò non gli ha impedito, poco dopo, di scoprirsi in profondo accordo con le posizioni del BIPR al punto che la stampa di questa organizzazione ha pubblicato un suo articolo polemico contro la CCI.
Per ritornare ai gruppi che hanno seguito questo tipo di percorso, l'elenco non si ferma agli esempi che abbiamo su citato. Occorre rievocare ancora quelli del "Communist Bullettin Group" (CBG) in Gran Bretagna, di Kamunist Kranti in India, di Comunismo nel Messico, di "Los Angeles Workers' Voice" e di Notes Internationalistes in Canada.
Gli amori senza domani del CBG e della CWOLa nostra stampa ha pubblicato parecchi articoli a proposito del CBG (9). Non ritorneremo sull'analisi che facevamo di questo gruppuscolo parassitario costituito da vecchi membri della CCI che avevano lasciato la nostra organizzazione nel 1981 rubandole del materiale e del denaro e la cui sola ragione di esistere era coprire di fango la nostra organizzazione. Alla fine del 1983, questo gruppo aveva risposto favorevolmente ad un "Invito ai gruppi politici proletari" adottato dal 5°congresso della CCI "in vista di stabilire una cooperazione cosciente tra tutte le organizzazioni" 10): "Vogliamo esprimere la nostra solidarietà con il percorso e le preoccupazioni espresse nell'invito..". Tuttavia, non faceva la minima critica dei suoi comportamenti teppistici. Perciò noi scrivevamo: "Finché non viene compresa la questione fondamentale della difesa delle organizzazioni politiche del proletariato, rispondiamo con un rifiuto alla lettera del CBG. Hanno sbagliato indirizzo".
Probabilmente deluso dal fatto che la CCI abbia respinto i suoi approcci, e sofferente visibilmente del suo isolamento, il CBG si è rivolto alla fine alla CWO, componente britannica del BIPR. Un incontro ha avuto luogo nel dicembre del 1992 ad Edimburgo seguito da una "collaborazione pratica tra membri del CWO e del CBG". "Un gran numero di incomprensioni sono state chiarite dai due lati. È stato dunque deciso di rendere la cooperazione pratica più formale. Un accordo è stato redatto, che la CWO come un tutto dovrà ratificare in gennaio (dopo di che sarà pubblicato un rapporto completo) e che comprende i seguenti punti...". Segue un elenco dei differenti accordi di collaborazione e particolarmente: "I due gruppi devono discutere di un progetto di "piattaforma popolare" preparata da un compagno della CWO come oggetto di intervento".(Workers' Voice n° 64, gennaio-febbraio 1996)
Apparentemente, non c'è stato seguito a questo flirt perché non abbiamo mai più sentito parlare di collaborazione tra il CBG ed la CWO. Non abbiamo mai letto qualunque cosa che spieghi le ragioni per cui questa collaborazione sia andata in fumo.
Le delusioni del BIPR in IndiaUn'altra avventura sfortunata del BIPR con i "delusi della CCI" è quella che ha avuto per protagonista il raggruppamento che pubblicava Kamunist Kranti in India. Questo piccolo nucleo era nato da un gruppo di elementi con cui la CCI aveva condotto delle discussioni durante gli anni 1980 e di cui alcuni si erano avvicinati della nostra organizzazione, divenendone dei simpatizzanti stretti con anche l'integrazione di uno di questi. Tuttavia, uno di questi elementi, che chiameremo S., e che aveva avuto nelle prime discussioni con la CCI un ruolo motore, non aveva seguito questo percorso. Temendo probabilmente di perdere la sua individualità in caso di una maggiore integrazione nella CCI, aveva costituito un suo gruppo, che pubblicava Kamunist Kranti.
Da parte sua, il BIPR aveva conosciuto molte delusioni in India. Mentre, per questa organizzazione, le condizioni esistenti nei paesi della periferia "rende possibile l'esistenza di organizzazioni comuniste di massa" (Communist Review n° 3) ciò che suppone evidentemente che è più facile fondare fin da ora dei piccoli gruppi comunisti rispetto ai paesi centrali del capitalismo, il BIPR pativa per il fatto che le sue tesi non si erano concretizzate sotto forma di gruppi che condividevano la sua piattaforma. Questa sofferenza era tanto più grande che, già a quell'epoca, la CCI, malgrado le sue analisi presentate come "eurocentriste", aveva una sezione in uno di questi paesi della periferia, il Venezuela. Evidentemente, il flirt abortito con il SUCM aveva solamente potuto aggravare questa amarezza. Anche, quando il BIPR ha potuto intavolare delle discussioni con il gruppo Lal Pataka in India, ha creduto vedere il termine del suo calvario. La disgrazia è che si trattava di un gruppo di estrazione maoista che, come il SUCM, non aveva rotto realmente con le sue origini malgrado le sue simpatie manifeste per le posizioni della Sinistra comunista. Di fronte alla messa in guardia della CCI contro questo gruppo che alla fine si è ridotto ad un solo elemento, il BIPR poteva rispondere: "Alcuni spiriti cinici [si tratta degli spiriti della CCI] possono pensare che abbiamo accettato troppo velocemente questo compagno nel BIPR". Per un certo tempo, Lal Pataka era presente come la componente del BIPR in India ma, nel 1991, questo nome sparisce delle pagine della stampa del BIPR per essere sostituito da quello di Kamunist Kranti. Il BIPR sembra puntare molto su questo "deluso della CCI": "speriamo che, nell'avvenire, feconde relazioni si possano stabilire tra il Bureau international e Kamunist Kranti". Ma le sue speranze sono una nuova volta deluse perché, due anni più tardi possiamo leggere in Communist Review n° 11: "È una tragedia il fatto che, malgrado l'esistenza di elementi promettenti, non esiste ancora un nucleo solido di comunisti indiani". Effettivamente, Kamunist Kranti è sparito dalla circolazione. Esiste invece un piccolo nucleo comunista in India che pubblica Communist Internationalist, ma esso fa parte della CCI ed il BIPR "dimentica" di farvi riferimento.
Delusioni messicaneDurante lo stesso periodo in cui un certo numero di elementi in India si avvicinava alle posizioni della Sinistra comunista, la CCI aveva intavolato delle discussioni con un piccolo gruppo nel Messico, il "Colectivo Comunista Alptraum" (CCA) che ha cominciato a pubblicare Comunismo nel 1986 (11). Poco dopo, si è costituito il "Grupo Proletario Internacionalista" (GPI) che ha cominciato a pubblicare Revolucion Mundial all'inizio del 1987 e con cui si sono anche sviluppate le discussioni. (12) A partire da quel momento, il CCA ha cominciato ad allontanarsi dalla CCI: da una parte ha adottato un percorso più accademico nelle sue posizioni politiche e, dall'altro, si è avvicinato al BIPR. Questo piccolo nucleo evidentemente ha mal percepito, lo stabilirsi di relazioni tra la CCI ed il GPI.
Conoscendo il percorso della CCI che insiste sulla necessità che i gruppi della Sinistra comunista in uno stesso paese sviluppino dei legami stretti, il CCA, che contava molti meno membri del GPI, ha ritenuto probabilmente che la sua "individualità" rischiava di essere annegata in un avvicinamento con questa organizzazione. I rapporti tra il BIPR ed il CCA si sono mantenuti per un certo tempo, ma quando il GPI è diventata la sezione della CCI in Messico, anche il CCA era scomparso della circolazione.
Un "sogno americano" tormentatoCon l'avventura del "Los Angeles Workers' Voice" arriviamo quasi alla fine di questa lunga lista. Questo gruppo era composto da elementi che si erano formati politicamente nel maoismo (di tendenza filo-albanese). Abbiamo stabilito delle discussioni con questi elementi per un lungo periodo ma abbiamo constatato la loro incapacità a superare le confusioni ereditate dalla loro appartenenza ad un'organizzazione borghese. Così, quando nella metà degli anni 90, questo piccolo gruppo si è avvicinato al BIPR, abbiamo messo in guardia quest'ultimo contro le confusioni del LAWV. Il BIPR ha preso molto a male questa messa in guardia, ritenendo che non volevamo che potesse svilupparsi una presenza politica sul continente nord americano. Per anni, il LAWV è stato un gruppo simpatizzante del BIPR negli Stati Uniti e, nell'aprile 2000, ha partecipato a Montreal, nel Canada, ad una conferenza destinata a rinforzare la presenza politica del BIPR sul continente nord americano. Tuttavia, poco tempo dopo, gli elementi di Los Angeles hanno cominciato ha manifestare dei disaccordi su tutta una serie di questioni, adottando una visione più anarchica (rigetto della centralizzazione, presentazione dei bolscevichi come un partito borghese, ecc.) ma soprattutto profferendo delle sordide calunnie contro il BIPR ed in particolare contro un altro simpatizzante americano di questa organizzazione, AS, che viveva in un altro Stato. La nostra stampa negli Stati Uniti ha denunciato i comportamenti degli elementi del LAWV e ha portato la sua solidarietà ai militanti calunniati (13). È per ciò che non abbiamo giudicato in quel momento utile ricordare la messa in guardia che avevamo fatto al BIPR all'inizio del suo idillio con il LAWV.
L'altra componente nord americana della conferenza di aprile 2000, Notes Internationalistes che attualmente è "gruppo simpatizzante" del BIPR, fa egualmente parte dei "delusi della CCI". La discussione tra la CCI ed i compagni di Montreal aveva esordito verso la fine degli anni 90. Si trattava di un piccolo nucleo di cui l'elemento più formato, che chiameremo W, aveva avuto una lunga esperienza nel sindacalismo e nell'estremismo. Le discussioni sono sempre state molto fraterne, particolarmente all'epoca delle differenti visite di militanti della CCI a Montreal, e noi speravamo che sarebbero state altrettanto sincere da parte di questi compagni. In particolare, eravamo sempre stati chiari sul fatto che consideravamo che il lungo periodo di attivismo di W in un'organizzazione estremista costituiva un handicap per una piena comprensione delle posizioni e del percorso della Sinistra comunista. È per ciò che avevamo chiesto a più riprese al compagno W di redigere un bilancio della sua traiettoria politica ma, visibilmente, questo compagno aveva delle difficoltà a fare questo bilancio poiché non abbiamo ricevuto mai questo documento che tuttavia aveva promesso.
Mentre le discussioni con Notes Internationalistes proseguivano ed i compagni non ci avevano per niente informati di un eventuale avvicinamento alle posizioni del BIPR, abbiamo preso conoscenza di una dichiarazione che annunciava che NI diventava gruppo simpatizzante del BIPR in Canada. Era stata la CCI ad incoraggiare i compagni di Montreal a prendere conoscenza delle posizioni del BIPR ed a contattare questa organizzazione. Infatti, il nostro comportamento non è mai stato quello di "conservare per sé i propri contatti". Al contrario, riteniamo che i militanti che si avvicinano alle posizioni della CCI devono appunto conoscere le posizioni degli altri gruppi della Sinistra comunista affinché, se aderiscono alla nostra organizzazione, ciò deve avvenire in piena conoscenza di causa. (14) Che elementi che si avvicinano alla Sinistra comunista si trovino in accordo con le posizioni del BIPR non pone in sé problema. Ciò che ha più sorpreso è che questo avvicinamento è stato, in qualche modo, fatto "segretamente". Evidentemente, il BIPR non aveva le stesse esigenze della CCI riguardanti la rottura di W con il suo passato estremista. E noi siamo convinti che è là una delle ragioni che l'hanno condotto verso questa organizzazione senza informarci dell'evoluzione delle sue posizioni.
La specialità del BIPR: l'aborto politicoNon si può che essere affascinati dalla ripetizione del fenomeno per il quale elementi che sono stati "delusi dalla CCI" si sono poi orientati verso il BIPR. Evidentemente, si potrebbe considerare che è quello un percorso normale: dopo avere compreso che le posizioni della CCI erano erronee, questi elementi si sarebbero orientati verso la precisione e la chiarezza di quelle del BIPR. Può essere questo che i militanti di questa organizzazione si sono detti ogni volta. Il problema è che di tutti i gruppi che hanno adottato un tale comportamento, il solo che oggi è ancora presente nelle righe del Sinistra comunista è proprio quello che abbiamo menzionato per ultimo, Notes Internationalistes. TUTTI gli altri gruppi, o sono spariti, o si sono ritrovati nelle righe di organizzazioni borghesi convinte, come il SUCM. Il BIPR dovrebbe chiedersi il perché e sarebbe interessante che consegnasse alla classe operaia un bilancio di queste esperienze. Intanto, alcune riflessioni che seguono potranno forse aiutare i suoi militanti a fare un tale bilancio.
Evidentemente, ciò che animava questi gruppi non era la ricerca di una chiarezza che non avevano trovato nella CCI poiché hanno finito per abbandonare il militantismo comunista. I fatti hanno dimostrato ampiamente che il loro allontanamento dalla CCI, come avevamo constatato ogni volta, corrispondeva fondamentalmente ad un allontanamento dalla chiarezza programmatica e dal percorso della Sinistra comunista ed anche da un rifiuto delle esigenze della militanza in seno a questa corrente. In realtà, il loro flirt effimero con il BIPR era solamente una tappa prima del loro abbandono della lotta nelle file proletarie. La domanda da porsi allora: perché il BIPR attira anche coloro che sono impegnati in una tale traiettoria?
A questa domanda, esiste una risposta fondamentale: perché il BIPR difende un comportamento opportunista in materia di raggruppamento dei rivoluzionari.
È l'opportunismo del BIPR che permette agli elementi che si rifiutano di operare una rottura completa con il loro passato da estremisti di trovare un "rifugio" momentaneo nella scia di questa organizzazione pure continuando a fare credere, o a raccontarsi, che essi conservano il loro impegno nella Sinistra comunista. Il BIPR, a partire in particolare dalla 3a conferenza dei gruppi della Sinistra comunista, non ha smesso di insistere sulla necessità di una "selezione rigorosa" in seno al campo proletario. Ma, in realtà, questa selezione è a senso unico: riguarda essenzialmente la CCI che non è più "una forza valida nella prospettiva del futuro partito mondiale del proletariato" e che "non può essere considerata da noi [il BIPR] come un interlocutore valido per definire una forma di unità di azione" (risposta al nostro appello dell'11 febbraio 2003 inviato ai gruppi della Sinistra Comunista per un intervento comune di fronte alla guerra e pubblicato nella Révue Internationale 113). Di conseguenza è fuori questione per il BIPR stabilire la minima cooperazione con la CCI, anche per fare una dichiarazione comune del campo internazionalista di fronte alla guerra imperialista (15). Tuttavia, questo grande rigore non viene esercitato in altre direzioni, in particolare nei confronti di gruppi che non hanno niente a che vedere con la Sinistra Comunista, o nella migliore delle ipotesi di gruppi estremisti. Come scrivevamo nella Révue Internationale n° 103: "Per cogliere tutta la misura dell'opportunismo del BIPR a proposito del suo rifiuto all'appello sulla guerra che abbiamo fatto, è istruttivo rileggere un articolo apparso su Battaglia Comunista di novembre 1995 ed intitolato "Equivoci sulla guerra nei Balcani". BC riporta di avere ricevuto dall'OCI (Organizzazione Comunista Internazionalista) un lettera/invito ad un'assemblea nazionale contro la guerra che doveva tenersi a Milano. BC ha considerato che "il contenuto della lettera è interessante e fortemente migliorato rispetto alle posizioni dell'OCI sulla guerra del Golfo, di ‘sostegno al popolo iracheno attaccato dall'imperialismo’ e fortemente polemico nella discussione del nostro preteso indifferentismo. “L'articolo proseguiva così: "Manca il riferimento alla crisi del ciclo di accumulazione (...) e l'analisi essenziale delle sue conseguenze sulla Federazione iugoslava. (...) Ma ciò non sembrava vietare una possibilità di iniziativa in comune con quelli che si oppongono alla guerra sul campo di classe". Solo quattro anni fa, come si può vedere, in una situazione meno grave di quella che abbiamo visto con la guerra del Kosovo, BC sarebbe stata pronta a prendere un'iniziativa comune con un gruppo oramai chiaramente controrivoluzionario per soddisfare le sue mire attiviste mentre ha avuto il coraggio di dire no alla CCI... con il pretesto che le nostre posizioni sono troppo lontane. L'opportunismo è questo".
Questa selettività a senso unico del BIPR ha avuto l'opportunità di manifestarsi una nuova volta durante l'anno 2003 quando ha rifiutato la proposta della CCI di una presa di posizione comune di fronte alla guerra in Iraq. Come scrivevamo nella Révue Internationale 116: "Potremmo aspettarci da parte di un'organizzazione che dà prova di un atteggiamento tanto puntiglioso nell'esame delle sue divergenze con la CCI un atteggiamento simile nei confronti di tutti gli altri gruppi. Non è così. Facciamo riferimento qui all'atteggiamento del BIPR verso il gruppo suo simpatizzante e rappresentante politico nella regione nord americana, l'Internationalist Workers' Group (IWG) che pubblica Internationalist Notes. Infatti, questo gruppo è intervenuto con degli anarchici e ha tenuto una riunione pubblica comune con Red and Black Notes, dei consiliaristi e l'Ontario Coalition Against Poverty (OCP) che sembra essere un gruppo tipicamente estremista ed attivista". ("Il campo politico proletario di fronte alla guerra: Il flagello del settarismo in seno al campo internazionalista").
Come si può vedere, l'opportunismo del BIPR si manifesta nel suo rifiuto a prendere posizioni chiare nei riguardi di gruppi che sono molto lontani dalla Sinistra comunista, che non hanno effettuato una rottura completa con l'estremismo (dunque col campo borghese) o che sono decisamente estremisti. Questo è l'atteggiamento che già aveva manifestato al riguardo del SUCM o di Lal Pataka. Con un tale atteggiamento, non stupisce che elementi che non arrivano a fare un chiaro bilancio della loro esperienza nell'estremismo si sentono in migliore compagnia con il BIPR anziché con la CCI.
Ciò detto, sembra che con l'atteggiamento del gruppo del Canada siamo di fronte ad una manifestazione di un'altra variante dell'opportunismo del BIPR: il fatto che ciascuno dei suoi componenti è "libero di condurre la propria politica". Ciò che è assolutamente inammissibile per i gruppi europei è completamente normale per un gruppo americano, e ciò in quanto non abbiamo letto nessuna critica nelle colonne di Battaglia Comunista o di Revolutionary Perspective dell'atteggiamento dei compagni del Canada. Ciò si chiama federalismo, un federalismo che il BIPR rigetta nel suo programma, ma che adotta nella pratica. È questo federalismo vergognoso ma reale che ha incitato certi elementi che trovavano troppo costrittivo il centralismo della CCI ad orientarsi verso il BIPR.
Ciò detto, il fatto per il BIPR di reclutare elementi segnati da resti del loro passaggio nell'estremismo o che non sopportano la centralizzazione e che si augurano di potere condurre la loro politica nel loro angolo è il migliore mezzo per sabotare le basi di un'organizzazione vitale a livello internazionale.
Un altro aspetto dell'opportunismo del BIPR è l'indulgenza tutta particolare che manifesta verso gli elementi ostili alla nostra organizzazione. Come abbiamo visto all'inizio di questo articolo, una delle basi della costituzione della CWO in Gran Bretagna è non solo la volontà di mantenere la propria "individualità" (richiesta di RP di essere integrata nella CCI come "tendenza" con la propria piattaforma) ma l'opposizione alla CCI (considerata per un certo tempo "controrivoluzionaria"). Più precisamente, l'atteggiamento che era quello degli elementi di Workers' Voice in seno alla CWO, consistente, come si è visto sopra, nell' "utilizzare RP come scudo contro la CCI" si è ritrovato con molti altri elementi e gruppi la cui principale motivazione era l'ostilità verso la CCI. Come in particolare è capitato con l'elemento L. che, qualunque era il gruppo al quale apparteneva (ed essi furono numerosi) si distingueva sempre più per il suo isterismo contro la nostra organizzazione. Allo stesso modo l'elemento E. che abbiamo citato sopra aveva cominciato a manifestare una violenta ostilità verso la CCI prima di raggiungere le posizioni del BIPR. È così vero che, per quel che sappiamo, il suo solo testo che il BIPR ha pubblicato era un attacco violento contro la CCI.
Che cosa dire anche del CBG, con cui la CWO si era impegnata in un flirt senza domani, il cui livello di denigrazioni, compreso le più sordide dicerie, contro la CCI non aveva, fino a quel momento, trovato eguali? Ma giustamente, è nell'ultimo periodo che questo passo di apertura verso il BIPR sulla base dell'odio verso la CCI ha raggiunto le sue forme più estreme con due illustrazioni: gli approcci fatti al BIPR dalla pretesa "Frazione interna della CCI" (FICCI) e dal cittadino B., fondatore, caudillo e solo membro del "Circulo de Comunistas Internacionalistas" d'Argentina.
Non ritorniamo in maniera dettagliata sull'insieme dei comportamenti della FICCI esprimente il suo odio ossessivo contro la nostra organizzazione (16). Citeremo, ed in modo molto succinto, solo alcune delle sue prestazioni:
- calunnie ripugnanti contro la CCI e alcuni dei suoi militanti (di cui, si sussurra, dopo che è stata fatto circolare questa accusa nei corridoi della CCI, che uno di loro lavora per la polizia e che un altro applica la politica di Stalin consistente nell' "eliminare" i membri fondatori dell'organizzazione);
- furto del denaro e del materiale politico della CCI ( in particolare dello schedario di indirizzi degli abbonati della sua pubblicazione in Francia);
- spiate che danno agli organi di repressione dello Stato borghese l'opportunità di sorvegliare la conferenza della nostra sezione in Messico tenutasi nel dicembre 2002 e rivelare la vera identità di uno dei nostri militanti, quello che è presentato dalla FICCI come il "capo della CCI").
Nel caso del cittadino B, questo si è evidenziato particolarmente per la redazione di parecchi comunicati ignobili su "la metodologia nauseabonda della CCI", che è paragonata ai metodi dello stalinismo, e basati su un tessuto di menzogne grossolane.
Se questo sinistro personaggio ha potuto dare prova di una tale arroganza è perché, per un certo tempo, il BIPR, che lui aveva adulato redigendo dei testi che riprendono delle posizioni vicine a questa organizzazione (particolarmente sul ruolo del proletariato nei paesi della periferia), gli ha dato una parvenza di credibilità. Non solo il BIPR ha tradotto e ha pubblicato sul suo sito Internet le prese di posizione e "le analisi" di questo elemento, non solo ha salutato la costituzione del "Circulo" come "un importante e sicuro passo in avanti realizzato oggi in Argentina per l'aggregazione delle forze verso il partito internazionale del proletariato" ("Anche in Argentina qualche cosa muove", Battaglia Comunista ottobre 2004) ma ha anche pubblicato in tre lingue sul proprio sito il suo comunicato del 12 ottobre 2004 che è un'accozzaglia immonda di calunnie contro la nostra organizzazione.
Gli amori del BIPR con questo esotico avventuriero hanno cominciato a fare acqua quando abbiamo messo in evidenza in modo inconfutabile che le sue accuse contro la CCI erano delle pure menzogne e che il suo "Circulo" era solamente una sinistra impostura (17). È allora che il BIPR, in modo molto discreto, ha cominciato a ritirare dal suo sito i testi più compromettenti di questo personaggio senza mai, tuttavia, condannare i suoi metodi anche dopo che abbiamo inviato una lettera aperta ai suoi militanti (lettera del 7 dicembre 2004 pubblicata sul nostro sito Internet) chiedendo una tale presa di posizione. La sola reazione che abbiamo avuto da questa organizzazione è un comunicato sul suo sito "Ultima risposta alle accuse della CCI" che afferma che il BIPR è "oggetto di attacchi violenti e volgari da parte della CCI che si arrabbia perché è attraversata da una profonda ed irreversibile crisi interna" e che "da oggi, non risponderemo né daremo seguito a nessuno dei loro volgari attacchi".
In quanto agli amori con il "Circulo", essi oggi sono morti per forza di cose. Da quando la CCI ha smascherato l'impostura del cittadino B., il sito Internet di quest'ultimo, che per un mese aveva conosciuto un'agitazione febbrile, oramai mostra un elettroencefalogramma disperatamente piatto.
Per la FICCI, è lo stesso tipo di compiacenza che il BIPR ha manifestato al suo riguardo. Al posto di accogliere con prudenza le accuse infami portate da questo gruppuscolo contro la CCI, il BIPR ha preferito garantirle incontrando a più riprese la FICCI. La CCI, dopo il primo incontro tra FICCI e BIPR, nella primavera 2002, ha anche chiesto di incontrare questa organizzazione per darle la propria versione dei fatti. Ma essa ha declinato questa richiesta con la scusa di non volersi esporre tra i due protagonisti. Era una pura menzogna perché il resoconto fatto dalla FICCI delle discussioni con il BIPR (e mai smentito da quest'ultimo) parla di assenso del BIPR alle accuse portate contro la CCI. Ma questo non era che un aperitivo dei comportamenti inqualificabili del BIPR. In seguito, è andato ben più oltre. Da una parte chiudendo pudicamente gli occhi sui comportamenti da spione adottati dalla FICCI, un comportamento che si poteva facilmente verificare consultando semplicemente il suo sito Internet: il BIPR non aveva neanche più la scusa che non aveva le prove che la CCI diceva il vero a proposito dei comportamenti della FICCI. Il BIPR è andato poi ancora più lontano giustificando, puramente e semplicemente, il furto da parte dei membri della FICCI di materiale politico della CCI dopo che la convocazione alla riunione pubblica del BIPR a Parigi del 2 ottobre era stata mandata agli abbonati di Révolution Internationale il cui schedario di indirizzi era stato rubato da un membro della FICCI (18). Tutto sommato, allo stesso modo con cui ha provato ad attirare nel suo giro il "Circulo" d'Argentina che pubblica sul suo sito le stupidità del cittadino B., non esita a rendersi complice di una banda di spioni volontari e di ladri nella speranza di allargare la sua presenza politica in Francia e stabilire un'antenna in Messico (non nasconde la speranza di recuperare nei suoi ranghi gli elementi che costituiscono la FICCI).
Contrariamente al "Circulo", la FICCI vive sempre e continua a pubblicare regolarmente dei bollettini in buona parte dedicati alla calunnia contro la CCI. Il BIPR, da parte sua afferma che: "i legami con la FICCI esistono e persistono". È possibile che riuscirà ad integrare i membri della FICCI quando questi ultimi saranno stanchi di affermare, contro ogni evidenza, che sono i "veri continuatori della vera CCI". Ma allora, il BIPR avrà raggiunto la fine del suo comportamento opportunista, un comportamento opportunista che fin da ora getta un forte discredito sulla memoria della Sinistra comunista di cui continua a vantarsi. Ed anche se il BIPR riesce ad integrare gli elementi della FICCI, non dovrebbe rallegrarsi troppo rapidamente: la propria storia gli avrebbe dovuto insegnare che con i resti che trova nella pattumiera della CCI, non possono essere fatte grandi cose.
Menzogne, complicità con gli spioni, la calunnia ed il furto, tradimento dei principi di onestà e di rigore organizzativo che avevano fatto l'onore della Sinistra comunista dell'Italia: ecco dove conduce l'opportunismo. E la cosa più triste per il BIPR è che ciò in pratica non lo tocca. E questo perché non ha compreso ancora che con un metodo opportunista (cioè un metodo che privilegia i "successi immediati" anziché la prospettiva a lungo termine, all'occorrenza sedendosi sui principi) si costruisce su della sabbia, che il solo campo dove il BIPR ha dato prova di una certa efficacia è quello degli aborti. È per ciò che, dopo più di un mezzo secolo di esistenza, la corrente che rappresenta è ridotta allo stato di una piccola setta, con ben meno forze politiche rispetto a quelle che aveva alle sue origini.
In un prossimo articolo, ritorneremo su ciò che costituisce proprio il fondamento del metodo opportunista del BIPR che l'ha condotto alle tristi contorsioni di cui siamo stati i testimoni durante l'ultimo periodo.
Fabienne
1. Una precipitazione non approvata dagli altri compagni che non si ritenevano ancora in grado di fare un tale passo.
2. Vedere il n° 13 di Workers' Voice a cui diamo una risposta nella Révue Internationale n° 2 ed anche il nostro articolo di World Revolution n°3 "Sectarism illimited".
3. Quando la CWO si costituì, l'avevamo qualificata un "raggruppamento incompleto" (vedere World Revolution n°5). Molto rapidamente i fatti confermavano quest'analisi: in un processo verbale di una riunione della CWO che riflette sul distacco degli elementi di Liverpool, è scritto "è stato mostrato che il vecchio WV non ha accettato mai la politica di fusione salvo per utilizzare RP come scudo contro la CCI" (citato ne "la CWO, passato, presente, futuro", testo redatto dagli elementi che si sono scissi dalla CWO nel novembre 1977 per raggiungere la CCI, pubblicato nella Revue Internationale n°12).
4. Bisogna fare qui una precisione: ben spesso, alla lettura della stampa del BIPR o di altri, si ha l'impressione che il merito di queste conferenze è unicamente di BC poiché è in seguito al suo appello del 1976 che si tenne la conferenza di Milano nel maggio 1977, la prima delle tre che ebbero luogo. Ad una tale idea rispondevamo già in una lettera inviata a BC il 9 giugno 1980: "Se ci si mantiene agli aspetti formali, allora sì, è l'appello pubblicato nell'aprile 1976 da BC che ne costituisce il punto di partenza. Ma occorre ricordarvi, compagni, che già nell'agosto 1968 la proposta di convocare una conferenza vi fu fatta da tre dei nostri compagni che erano venuti a vedervi a Milano? All'epoca, la nostra organizzazione era meno che embrionale (...) In quelle condizioni, era difficile chiamare ad una conferenza i differenti gruppi che erano apparsi o che si erano sviluppati in seguito a maggio 68. Pensavamo che una tale iniziativa doveva venire più da un gruppo importante, organizzato e conosciuto, dotato di una stampa più regolare e frequente come era proprio il vostro. È per ciò che vi abbiamo dato questo suggerimento insistendo sull'importanza di tali conferenze nel momento in cui la classe operaia cominciava a scuotere la terribile gogna della controrivoluzione. Ma, in quel momento, ritenendo che non c'era niente di nuovo sotto il sole e che maggio 68 non era niente altro che una rivolta studentesca, avete rigettato una tale proposta. L' estate seguente, mentre il movimento di scioperi cominciava a toccare l'Italia (...) vi abbiamo fatto la stessa proposta e ci avete dato la stessa risposta. (...) Mentre il movimento di scioperi si sviluppava in tutta l'Europa, vi abbiamo rifatto la stessa proposta all'epoca del vostro congresso del 1971. E la vostra risposta fu la stessa di prima. Alla fine, non "vedendo accadere niente", abbiamo lanciato in novembre 1972, tramite i nostri compagni di Internationalism (che andavano a costituire la sezione americana della CCI) l'iniziativa di una "corrispondenza internazionale" basata sul bisogno, provocato dalla ripresa proletaria, di discussioni tra rivoluzionari. Questa proposta era inviata ad una ventina di gruppi tra cui il vostro, selezionati sulla base di un certo numero di criteri molto simili a quelli delle recenti conferenze e che si fissava come prospettiva la tenuta di una conferenza internazionale. In quanto a voi, avete risposto negativamente a questa iniziativa ripetendo gli argomenti che avevate già posto alle nostre proposte precedenti (...). Bisogna pensare che, per questa organizzazione [il PCInt], non esiste alcuna buona iniziativa se non quella organizzata da lei stessa? (...) Così la nostra organizzazione ha sempre spinto nel senso della tenuta di conferenze internazionali di gruppi comunisti. E si può dire che l'iniziativa del 1976 del "Partito Comunista Internazionalista" non costituiva per niente un tipo di "primizia" ma era piuttosto un risveglio tardivo ed una risposta con otto anni di ritardo alla nostra prima proposta del 1968 o con quattro anni di ritardo alla nostra proposta del 1972 (...) tutto ciò non ci ha impedito di rispondere immediatamente in modo positivo a questa iniziativa. E si può dire anche, per finire con questa questione che è grazie alla nostra adesione che l'iniziativa di Battaglia non è fallita poiché, a parte voi, eravamo i soli partecipanti effettivi alla conferenza di Milano del 1977". (lettera pubblicata nel processo verbale in lingua francese della 3a conferenza dei gruppi della Sinistra comunista sotto la responsabilità della CCI).
5. È attraverso manovre degne delle pratiche parlamentari della borghesia che BC ha realizzato il suo piccolo colpo:
- in alcun momento prima della conferenza aveva mai chiesto che venisse messa all'ordine del giorno l'adozione di un criterio supplementare sulla questione del partito;
- è alla fine di lunghe trattazioni di corridoio con la CWO che ha convinto questa organizzazione a sostenere la sua proposta (al posto di presentare pubblicamente gli argomenti che essa ha riservato alla CWO);
- quando alcuni mesi prima, all'epoca di una riunione del comitato tecnico incaricato di preparare la conferenza, avevamo chiesto a BC se contava di escludere la CCI dalle future conferenze, questo gruppo aveva risposto molto chiaramente che era favorevole al loro proseguimento con tutti i partecipanti, la CCI compresa.
D'altra parte, il voto - due voci in favore di un nuovo criterio, una voce contro (la CCI) e due rifiuti di voto - ha avuto luogo dopo la partenza dell'altro gruppo che, con la CCI, era contro l'adozione di un tale criterio.
6. "Ora, esistono le basi per iniziare il processo di chiarimento sui veri compiti del partito... Sebbene oggi abbiamo meno partecipanti che alle 2a e 3a conferenze, cominciamo su una base più chiara e più seria" (Processo verbale della conferenza).
7. Ciò che dimostra bene che non è la posizione della CCI sul ruolo del partito a dare problemi a BC ed al CWO ma proprio il fatto che la CCI era per una discussione seria e rigorosa, ciò che queste due organizzazioni non volevano.
8. Il resoconto della 4a conferenza è abbastanza surrealistico: da una parte, è pubblicato due anni dopo questo avvenimento storico; dall'altra si constata che la maggior parte delle forze serie "selezionate" da BC e la CWO sono sparite prima o poco dopo che essa si fosse tenuta. Ma si apprende anche:
- che il "Comitato tecnico" (BC-CWO) è incapace di pubblicare un minimo bollettino preparatorio, ciò che è tanto più imbarazzante in quanto la conferenza è tenuta in inglese e i testi di riferimento di BC sono pubblicati tutti in italiano;
- che il gruppo che organizza la conferenza è incapace di tradurre la metà degli interventi.
9. Vedere particolarmente "Risposta alle risposte", Revue internationale n°36
10. Vedere Révue internationale n°35.
11. Vedere Révue internationale 44: "Saluto a Comunismo n° 1"
12. Vedere "Sviluppo della vita politica e delle lotte operaie in Messico" Révue internationale n° 50.
13. Vedere il nostro articolo "Difesa del campo politico rivoluzionario" in Internationalism 122 (estate 2002).
14. È perciò che li incoraggiamo ad andare alle riunioni pubbliche di questi gruppi, e particolarmente del BIPR, come abbiamo fatto all'epoca della Riunione Pubblica di questa organizzazione che si è tenuta a Parigi il 2 ottobre 2004. Bisogna notare che il BIPR aveva apprezzato allora poco la presenza "massiccia" dei nostri simpatizzanti come appare nella sua presa di posizione su questa RP.
15. Vedere in particolare su questo argomento il nostro articolo "Il Campo politico proletario di fronte alla guerra: Il flagello del settarismo in seno al campo internazionalista" nella Révue internationale n°116.
16. Vedere su questo argomento i nostri articoli "La lotta per la difesa dei principi organizzativi" e "15° congresso della CCI: rafforzare l'organizzazione di fronte alla posta in gioco del periodo" nei numeri 110 e 114 della Révue internationale
17. Vedere sul nostro sito Internet le differenti prese di posizione della CCI a proposito del "Circulo": "Una strana apparizione"; "Una nuova strana apparizione"; "Impostura o realtà?" ed anche nella nostra stampa territoriale: "'Circulo de Comunistas Internacionalistas' (Argentina) Un impostore smascherato"
18. Vedere a questo proposito l'articolo ‘Risposta al BIPR’: "Il furto e la calunnia non sono dei metodi della classe operaia!" sul nostro sito Internet.