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La pretesa “Frazione Interna della CCI” (FICCI) è un piccolissimo gruppuscolo composti di ex-membri della CCI esclusi al nostro 15° Congresso internazionale per delazione. Questa non è la sola infamia di cui questi elementi si sono resi responsabili poiché, rinnegando i principi fondamentali del comportamento comunista, si sono egualmente distinti per i loro comportamenti tipici da canaglia, quali la calunnia, il ricatto e il furto. Per questi altri comportamenti, benché molto gravi, la CCI non aveva deciso la loro esclusione, ma una semplice sospensione. Cioè era ancora possibile per questi elementi ritornare nell’organizzazione evidentemente alla condizione che restituissero il materiale e il denaro che le avevano rubato e che si impegnassero a rinunciare a comportamenti che non hanno posto in una organizzazione comunista. Se la CCI ha deciso alla fine di escluderli è perché questi hanno pubblicato sul loro sito Internet (cioè sotto gli occhi di tutta la polizia del mondo) delle informazioni interne che facilitano il lavoro della polizia:
· la data in cui si doveva tenere la conferenza (interna) della nostra sezione in Messico;
· le vere iniziali di uno dei nostri compagni da loro presentato come “il capo della CCI”, con la precisazione che lui era l’autore di questo o quel testo, tenuto conto del “suo stile” (il che è una indicazione interessante per i servizi di polizia) (1).
Bisogna precisare che prima di procedere alla loro esclusione, la CCI aveva indirizzato una lettera individuale ad ognuno dei membri della FICCI in cui gli si chiedeva se lui solidarizzava individualmente con queste delazioni. Lettera alla quale la FICCI ha alla fine risposto rivendicando collettivamente questi comportamenti infami. Bisogna precisare anche che era stata data ad ognuno di questi elementi la possibilità di presentare la propria difesa davanti al Congresso della CCI o ancora davanti ad una commissione di 5 membri della nostra organizzazione di cui 3 potevano essere designati dagli stessi membri della FICCI. Questi coraggiosi individui, coscienti che i loro comportamenti erano indifendibili, hanno rigettato queste ultime proposte della CCI. La FICCI si presenta come “il vero continuatore della CCI” la quale avrebbe conosciuto una degenerazione “opportunista” e “stalinista”. Dichiara di proseguire il lavoro, abbandonato dalla CCI, di difesa nella classe operaia delle “vere posizioni di questa organizzazione”. In fatto di difesa delle posizioni comuniste nella classe operaia, la sua attività consiste essenzialmente nella pubblicazione sul suo sito Internet di un “Bullettin Comuniste” (Bollettino Comunista), che viene inviato agli abbonati della nostra pubblicazione in Francia di cui i membri della FICCI hanno rubato il dossier degli indirizzi ben prima di abbandonare la nostra organizzazione. In più, ogni dispensa di questo “Bulletin” è consacrata in buona parte a calunnie, vedi pettegolezzi da portinaia, contro la nostra organizzazione. Ogni tanto le capita di diffondere un volantino rispetto a degli avvenimenti importanti come i moti nelle periferie dell’autunno 2005 o le recenti mobilitazioni degli studenti sul CPE. In realtà anche questo tipo di intervento è considerato secondario dalla FICCI rispetto alla sua principale preoccupazione: spargere il massimo di calunnie contro la CCI sulla base del principio “Calunnia e calunnia qualcosa sempre resterà!”.
La miglior prova di questo ci è stata data dal comunicato che essa ha pubblicato l’11 marzo sul suo sito Internet, intitolato: “Comunicato della ‘Frazione Interna della CCI’ a tutti i gruppi e militanti che si rivendicano alla Sinistra comunista: questa volta ci siamo! Hanno aggredito fisicamente e picchiato dei nostri militanti!”. In materia di intervento nella lotta contro il CPE, abbiamo dovuto aspettare il 18 marzo perché la FICCI si degnasse di fare qualche cosa sotto forma di un volantino che ha diffuso alla manifestazione quel giorno. Prima di allora, neanche una minima presa di posizione, neanche sul suo sito Internet. Visibilmente su questo argomento la FICCI è stata male ispirata poiché il documento che alla fine ha pubblicato era una sorta di “montaggio” dei due volantini che noi avevamo già diffuso e messo sul nostro sito Internet. A quella data avevamo anche già tenuto una riunione pubblica a Parigi sul tema: “Mobilitazione degli studenti contro il CPE: studenti, liceali, futuri disoccupati e futuri precari, operai occupati e senza lavoro, una stessa lotta contro il capitalismo!”. Ed è giustamente in seguito a questa riunione pubblica ed a suo proposito che la FICCI si è svegliata per gratificarci della sua prosa. Cosa possiamo leggere in questo “Comunicato”?
“Perché la nostra prima responsabilità di Frazione è di combattere, con tutti i mezzi, la deriva opportunista nella quale si trova la nostra organizzazione, noi abbiamo inviato, questo sabato 11 marzo, 2 dei nostri militanti alla sua ultima riunione ‘pubblica’. (…) La compagna ed il compagno che avevano come compito di distribuire un volantino all’entrata della ‘riunione’, sono stati ricevuti da una dozzina di energumeni, che formavano una vera milizia alla stalinista. I nostri compagni sono stati agguantati violentemente, colpiti a più riprese e ricondotti manu militari fino al metrò, 150 metri più in là. Precisiamo bene che queste aggressioni hanno avuto luogo, ancora una volta, nella strada e che, da parte nostra, non abbiamo mai cercato di rispondere fisicamente alla provocazione che ci era imposta, tranne che per limitarne la brutalità. Nonostante ciò, gli energumeni (che pretendono ancora di essere dei militanti comunisti), completamente eccitati, hanno continuato a picchiare i nostri compagni (ricordiamo che uno dei due è una donna) sotto gli occhi attoniti dei passanti, numerosi a quell’ora in via Choisy a Parigi.
Questa dichiarazione non ha nulla a che vedere con la realtà. Effettivamente, e spiegheremo dopo perché, una equipe della CCI (che era ben lungi dal raggiungere la dozzina ed il cui fisico non ha niente a che vedere con la descrizione atletica che ne da la FICCI) ha ricondotto fino al metrò i due individui della FICCI che si erano presentati davanti l’entrata della nostra riunione pubblica. Ma in nessun momento i nostri compagni hanno “colpito a più riprese” e ancor meno “continuato a picchiare” questi individui. In questo senso possiamo rassicurare la persona che si firma "Bm" e che ha mandato un messaggio alla FICCI dichiarando "La prima cosa è sapere se non siete feriti e se avete bisogno di un qualsiasi aiuto” (“Bulletin Comuniste” n°35). Se gli elementi della FICCI hanno esibito delle tumefazioni o dei lividi, questi non sono stati fatti dai militanti della CCI. In realtà, la “ricacciata al metrò” dei membri della FICCI praticata da noi l’11 marzo fa seguito alla politica che noi conduciamo dall’estate 2003 e spiegata esplicitamente nel nostro articolo “Le riunioni pubbliche della CCI interdette ai delatori” (Revolution Internazionale n°338).
In questo articolo scrivevamo:
“La CCI ha preso la decisione di interdire la presenza alle sue riunioni pubbliche ed alle sue permanenze ai membri della pretesa “Frazione Interna” della CCI (FICCI). Questa decisione fa seguito all’esclusione di questi membri della FICCI operata al 15° Congresso, nella primavera del 2003, e deriva dai motivi di questa esclusione: l’adozione da parte di questi elementi di una politica di delazione contro la nostra organizzazione. (…) Perché le cose siano ben chiare: non è in sé, perché questi elementi sono stati esclusi dalla CCI, che essi non possono partecipare alle sue riunioni pubbliche . Se la CCI fosse stata portata ad escludere uno dei suoi membri a causa, per esempio, di un modo di vita incompatibile con l’appartenenza ad una organizzazione comunista (come la tossicodipendenza), ciò non gli impedirebbe in seguito di venire alle sue riunioni pubbliche. È perché questi elementi hanno deciso di comportarsi come degli spioni che noi non possiamo tollerare la loro presenza a queste. Questa decisione si applica ad ogni individuo che si consacra a rendere pubbliche delle informazioni che possono facilitare il lavoro delle forze di repressione dello stato borghese (…). A vedere i suoi bollettini, i pettegolezzi e le delazioni sulla CCI e sui suoi militanti sono le principali attività della ‘Frazione’:
· nel n°18 troviamo un rapporto dettagliato su un riunione pubblica del PCI-Le Proletarie, sono riportati in dettaglio tutti i fatti ed i movimenti di ‘Peter alias C.G.’;
· nel n°19 si ritorna alla carica su Peter ‘che diffonde solo’ in questa o quella manifestazione e si solleva una questione ‘altamente politica’: “Infine, e voi comprenderete che poniamo anche questa questione: dov’è Louise? Assente dalle manifestazioni, assente dalle riunioni pubbliche, è di nuovo malata?”
Nei fatti, la principale preoccupazione dei membri della FICCI quando partecipano alle manifestazioni e alle riunioni pubbliche della CCI è sapere CHI è assente, CHI è presente, CHI fa questo e CHI dice quello, al fine di poter in seguito riportare pubblicamente tutti i fatti ed i movimenti dei suoi militanti. Questo è un lavoro degno degli agenti dei Servizi di Informazione! (2). Non possiamo impedire ai membri della FICCI di attraversare in lungo ed in largo le manifestazioni di piazza per sorvegliarci. Per contro possiamo impedirgli di fare il loro sporco lavoro da sbirro nelle nostre riunioni pubbliche. In queste non hanno più la possibilità di esprimersi dopo che abbiamo preteso come condizione alla loro presa di parola di restituire prima il denaro rubato alla CCI. La sola ragione che motiva la loro presenza è la sorveglianza di tipo poliziesco e l’adescamento di elementi interessati alle nostre posizioni.”
Nonostante l’interdizione ai membri della FICCI alla sala delle nostre riunioni pubbliche, abbiamo permesso per più di due anni che questi individui fossero presenti davanti il portone di entrata del luogo dove si tengono, il che gli ha permesso di tentare di dissuadere i nostri contatti e simpatizzanti dal parteciparvi denigrando sistematicamente la nostra organizzazione nei volantini zeppi di calunnie e dicendo loro “diffidate, sono degli stalinisti”. Allo stesso tempo abbiamo sopportato i sarcasmi, gli insulti e le provocazioni che non mancavano di indirizzare ai nostri compagni che facevano parte del “picchetto anti-spione”.
Là dove abbiamo incominciato a reagire con più fermezza è stato quando uno dei membri della FICCI, quello che si fa chiamare “Pédoncule”, ha minacciato di morte un nostro compagno promettendogli di “tagliargli la gola” (3). Abbiamo allora deciso di vietare a questo elemento di avvicinarsi al luogo delle nostre riunioni pubbliche, spiegando che l’interdizione non riguardava gli altri membri della FICCI. Episodio che la FICCI ha riportato a modo suo nel Bollettino n°33 (Applicazione dello stato d’allerta contro la nostra frazione, La CCI ci vieta la strada e vuole importi il coprifuoco!”) facendo credere che a TUTTI i membri della FICCI fosse interdetto stazionare davanti al luogo delle riunioni, cosa che all’epoca era assolutamente falso, e la FICCI lo sapeva bene.
Se alla fine abbiamo deciso di mettere effettivamente in pratica una tale attitudine è per le seguenti ragioni:
· in seguito alla pubblicazione del nostro articolo sui comportamenti del signor Pédoncule, non c’è stata la benché minima critica nei bollettini della FICCI delle minacce di morte fatte da questo; al contrario, un testo pubblicato in risposta al nostro articolo solidarizza pienamente con questo individuo;
· è in maniera totalmente falsa che la FICCI ha riportato l’interdizione fatta a Pédoncule di avvicinarsi alle nostre riunioni pubbliche;
· ma soprattutto, in seguito al nostro intervento nel movimento degli studenti contro il CPE, ci aspettiamo la venuta di nuovi elementi alla nostra riunione pubblica dell'11 marzo dedicata proprio a questa mobilitazione (ciò che effettivamente è avvenuto a Parigi ed in altre città), e non vogliamo che la FICCI abbia l’occasione di continuare, davanti e rispetto a questi nuovi elementi, la politica che essa ha condotto per anni: calunnie, provocazioni e soprattutto comportamenti polizieschi.
In effetti, i simpatizzanti che già venivano alle nostre riunioni pubbliche erano conosciuti da tempo dai membri della FICCI. In questo senso, il lavoro parassitario e da sbirri, in cui quest’ultima si è specializzata, non poteva applicarsi a loro. Invece, non possiamo tollerare che nuovi elementi che si interessano alla politica comunista siano immediatamente “schedati” dalla FICCI. Nella misura in cui l'arrivo di questi nuovi elementi si conferma e tenderà probabilmente ad aumentare nel futuro, la CCI ha dunque deciso di interdire d’ora in poi ai membri della FICCI, non solo l'accesso nostre riunioni pubbliche, ma anche di gironzolarvi nei pressi. Questa decisione, come l’abbiamo già detto nella nostra stampa a proposito di altre misure che siamo stati portati a prendere contro la FICCI o i suoi membri, non ha niente a che vedere con un “rifiuto del dibattito politico”, come ci accusa la FICCI. Così come non è affatto in contraddizione, come lei pretende, con il principio che abbiamo sempre difeso di rigettare la violenza all’interno della classe operaia. Nel 1981, con l’accordo e la partecipazione di alcuni membri attuali della FICCI, abbiamo recupera manu militari il materiale che l’individuo Chénier ed elementi della sua “tendenza” avevano rubato alla nostra organizzazione, nella misura in cui il loro atteggiamento da ladri li aveva mesi al di fuori del campo proletario. Per molti versi i comportamenti dei membri della FICCI hanno superato in infamia quelli degli “amici di Chénier”. È la stessa politica che noi adottiamo. Quanto alle testimonianze di “solidarietà” ricevute dalla FICCI e pubblicate nel suo Bollettino n°35 nella rubrica “La sana risposta del campo proletario”, esse manifestano (se non sono dei falsi) sia l’ignoranza, sia la volontà di non voler riconoscere la realtà dei comportamenti da canaglia e da delatore della FICCI, sia l’odio che la politica comunista della CCI necessariamente provoca in degli elementi della piccola-borghesia o del sottoproletariato. In ogni caso, tra queste testimonianze di “solidarietà” verso la FICCI, ce n’è una che noi abbiamo ricevuto e che la FICCI si è ben guardata dal pubblicare: prendendone conoscenza sul nostro sito, ognuno potrà capire perché.
CCI, 18/05/06
1. Vedi in particolare a questo proposito i nostri articoli “15° Congresso della CCI: rafforzare l’organizzazione di fronte alla posta in gioco del periodo” in Rivoluzione Internazionale n°131 e “I metodi polizieschi della FICCI in Rivoluzione Internazionale n°130
2. Organismo della polizia di Stato con l’incarico di ricercare informazioni di ordine politico e sociale su scala nazionale.
3. Vedi il nostro articolo “Difesa dell’organizzazione: minacce di morte contro i militanti della CCI” in Rivoluzione Internazionale n°140