Nelle nostre discussioni, soprattutto con
giovani elementi, sentiamo frequentemente "E’ vero che tutto va male, che vi sono sempre più miseria e guerra, che
le nostre condizioni di vita degradano, che l'avvenire del pianeta è
minacciato. Bisogna fare qualche cosa, ma che cosa? Una
rivoluzione? Ma questa è un’utopia, è impossibile"!
Sta qua la grande differenza tra maggio 1968 ed oggi.
Nel 1968, in un momento in cui la crisi aveva appena cominciato nuovamente a
fare sentire i suoi colpi, l'idea di rivoluzione era dovunque presente. Oggi,
la constatazione del fallimento del capitalismo è diventata generale ma esiste
invece un grande scetticismo in quanto alla possibilità di cambiare il mondo. I
termini di comunismo, di lotta di classe, risuonano come un sogno di un altro
tempo. Anche parlare di classe operaia e di borghesia parrebbe anacronistico.