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Mai tanti paesi sono stati toccati simultaneamente da lotte e ciò testimonia la forza e la combattività operaia a scala internazionale. Anche in Italia, dove non ci sono episodi di lotte estese, ci sono state una serie di scioperi, lotte e proteste, in situazioni locali menzionate magari qui e lì in qualche piccolo trafiletto nella stampa o su internet, ma che fanno parte della dinamica alla ripresa dello sconto di classe che si sviluppa nel mondo. Come ad esempio la lotta degli operai della Fiat di Pomigliano D’Arco, vicino Napoli che per più di un mese hanno fatto manifestazioni, picchetti e assemblee davanti ai cancelli della fabbrica per opporsi al “trasferimento” di 316 operai in altra zona, perché giustamente percepito come anticamera al licenziamento, e al licenziamento di uno di loro che “dava fastidio” alla direzione.
Di fronte al black-out dei media della borghesia, ecco alcuni esempi di lotte da gennaio ad oggi1.
In Europa
- Belgio: a marzo, scioperi alla Ford di Genk, alla Posta di Mortsel contro i contratti a tempo, sciopero del trasporto pubblico a Bruxelles e scioperi selvaggi in un gruppo petrolchimico BP e nell’impresa logistica Ceva contro dei licenziamenti.
- Grecia: 3 giorni di sciopero generale di 24 ore all’inizio dell’anno contro la riforma delle pensioni (riduzione delle pensioni dal 30 al 40.%, incitamento a lavorare oltre i 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne, soppressione dell’andata in pensione anticipata)2 e contro la riforma della sicurezza sociale (fusione di fondi, riduzione del numero di fondi assistenza con soppressione dei vantaggi in favore dei lavoratori con attività usurante). Questi scioperi hanno paralizzato le principali attività del paese: trasporto, banche, stazioni, telecomunicazioni, ferrovie, ecc. L’ultimo, il 19 marzo, ha raggruppato milioni di persone nelle strade.
- Irlanda: sciopero di 40.000 infermieri per più di 15 giorni fin da inizio aprile per rivendicare più del 10% di aumento salariale ed una riduzione del tempo di lavoro a 35 ore, mentre i piloti di Aer Lingus lottano contro le loro future condizioni di lavoro con l’apertura di un nuovo terminal a Belfast. Il 4 aprile sciopero selvaggio contro le direttive sindacali di 25 conducenti di autobus a Limerick per chiedere un nuovo contratto salariale.
- Russia: alcune miniere di bauxite sono state occupate da 3.000 lavoratori per più di una settimana. Reclamavano un aumento salariale del 50% ed il riconoscimento di diritti sociali precedentemente soppressi. Questo movimento ha suscitato una viva simpatia nel paese e l’appoggio della popolazione locale. La direzione ha concesso il 20% di aumento salariale ed ha riconosciuto una parte di diritti sociali.
- Svizzera: a Bellinzona (Ticino), un mese di sciopero di 430 operai di reparti meccanici contro la soppressione di 126 impieghi a CFF Cargo che è terminato il 9 aprile con il ritiro del piano di ristrutturazione (dopo la manifestazione del 7, a Berna, dove è stata manifestata la solidarietà di altri lavoratori).
- Turchia: la guerra in Kurdistan non ha impedito uno sciopero massiccio nei cantieri di Tuzla sul mar di Marmara di 43.000 operai. In seguito ad una manifestazione repressa dalla polizia, il 28 febbraio, molte migliaia di operai hanno scioperato per 2 giorni ed il sit-in davanti al cantiere è stato ancora una volta caricato dalla polizia (pestaggi e 75 arresti). “Le nostre vite hanno meno valore dei loro cani” hanno gridato con rabbia gli scioperanti, dimostrando volontà di battersi per la loro dignità! Gli operai non hanno ripreso il lavoro se non dopo la liberazione degli scioperanti arrestati ed dopo aver avuto dalla direzione la promessa di accettare alcune rivendicazioni (miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza, garanzia su contributi sociali e salario, limitazione del lavoro a 7 ore e mezzo al giorno...).
In Africa
- Algeria: 3 giorni di sciopero “illegale” nella funzione pubblica dal 13 aprile (1,5 milioni di salariati) per un aumento del salario di base ed contro una nuova gabbia salariale; il 10 aprile, sciopero di 207 magazzinieri in una fabbrica di cemento ad Hammam Dalaâ nella regione di M'sila con una lista di 17 richieste contro le loro condizioni di lavoro.
- Camerun: molti scioperi a ripetizione tra novembre 2007 e marzo 2008 contro le condizioni di lavoro inumane nei palmeti della Socapalm legati ad un gruppo belga ed al francese Bolloré.
- Swaziland: fine marzo, minaccia di 16.000 operai tessili di mettersi in sciopero per ottenere salari migliori e indennità in questo vecchio “bantustan” (regione autonoma) del Sudafrica.
- Tunisia: 6 e 7 aprile, 30 anni dopo lo sciopero generale e l’esplosione di rabbia del gennaio 1978 nella stessa regione, duramente represso (più di 300 morti), nuova repressione ed ondata di arresti nella zona mineraria del bacino di Gafsa contro operai mobilitati fin da gennaio contro la perdita di lavoro nella regione; sciopero contro le condizioni di lavoro il 10 marzo nella società di telemarketing di Teleperformance che impiega 4.000 persone.
In America
- Canada: sciopero selvaggio a Olymel (Vallée Jonction). Meno di un anno dopo la ratifica da parte dei sindacati di una convenzione che accettava il taglio del 30% dei salari ed il loro blocco per 7 anni in cambio di una promessa sul mantenimento del lavoro, un gruppo di 320 operai di una fabbrica di intaglio è sceso in sciopero spontaneamente in seguito ad una multa ad un operaio che è arrivato tardi sul posto di lavoro. La direzione fa intervenire il sindacato per chiedere la ripresa del lavoro e per non determinare un rallentamento della produzione; subito dopo, il 70% degli operai decide in Assemblea Generale uno sciopero selvaggio ed illimitato a partire dal 20 aprile.
- Stati Uniti: sciopero degli sceneggiatori di Hollywood e di 5.000 lavoratori della catena televisiva MTV; sciopero a Detroit (Michigan) ed a Buffalo (Stato di New York) di 3.650 operai dal 26 febbraio presso la Axle & Manufacturing Holding (fabbricante di componenti della General Motors e Chrysler) su appello del sindacato UAW contro una riduzione dei salari e dei benefici sociali; arresto del lavoro contro il proseguimento della guerra in Iraq ed in Afganistan annunciato il 1° maggio dagli scaricatori di porto della costa Ovest.
- Messico: 11 gennaio, sciopero nella più grande miniera di rame del paese a Cananea (provincia di Sonora nel nord del paese) per il miglioramento dei salari e delle condizioni di salute e sicurezza dei minatori. Questo sciopero è dichiarato illegale ed una repressione violenta della polizia e delle forze speciali della sicurezza si abbatte sui lavoratori (tra i 20 ed i 40 feriti, molti arresti). Dopo il riconoscimento da parte del tribunale della legalità dello sciopero, il 21 gennaio un nuovo sciopero coinvolge 270.000 minatori.
- Venezuela: lo sciopero massiccio dei siderurgici (seconda attività industriale del paese nella provincia della Guyana sull'Orénoque) è duramente represso dal presunto “campione del socialismo del 19° secolo” Chavez .
In Asia
- Cina: 17 gennaio, rivolta degli operai del Maersk nel porto di Machong. Soltanto in questa regione (dal delta del Fiume delle Perle al sud-est del paese in un perimetro molto industrializzato – 100.000 imprese, 10 milioni di operai - compresi tra Canton, Shenzhen ed Hong-kong), dall’inizio dell’anno scoppia almeno uno sciopero al giorno di più di 1.000 operai!
- Emirati: Dopo avere ceduto ad una parte delle rivendicazioni della massiccia rivolta degli operai e degli immigrati di Dubaï3, si scatena su questi una repressione che deve servire da “esempio”: condanna a 6 mesi di prigione dura ed espulsione a posteriori di 45 operai per “incitamento allo sciopero”. Ma questa lotta non è stata senza effetti: 1.300 lavoratori edili dell’Emirato vicino, il Barein, che subiscono le stesse condizioni di sfruttamento, prossime alla schiavitù, si sono messi in sciopero per una settimana all’inizio di aprile. Tale era grande il rischio di contagio nella regione che ottenuto rapidamente un aumento salariale. La mano d’opera straniera rappresenta più di 13 milioni di persone nei sei emirati del Golfo.
- Israele: a marzo, sciopero selvaggio degli addetti ai bagagli della compagnia El Al; sciopero per i salari degli impiegati alla borsa di Tel-Aviv che, fin dal febbraio scorso, perturbano quotidianamente i mercati finanziari per protestare contro le ore supplementari e la precarietà.
(da Révolution Internationale n. 390)
1. Sul nostro sito www.internationalism.org si possono trovare articoli, volanti ed altro sulle lotte in Francia, in Spagna ed altri paesi.
2. Bisogna dire che il governo conservatore era stato rieletto a settembre 2007 con la promessa che non avrebbe toccato i trattamenti pensionistici.
3. Vedi “Lotte operaie a Dubaï”, su Rivoluzione Internazionale n. 154