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“Lo chiamano Pacific Trash Vortex, il vortice di spazzatura dell’Oceano Pacifico che ha un diametro di circa 2500 chilometri, è profondo 30 metri ed è composto per l'80% da plastica e il resto da altri rifiuti che giungono da ogni dove. “E' come se fosse un’immensa isola nel mezzo dell’Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce. Nelle ultime settimane la densità di tale materiale ha raggiunto un tale valore che il peso complessiva di questa “isola” di rifiuti raggiunge i 3,5 milioni di tonnellate”, spiega Chris Parry del California Coastal Commission di San Francisco (…). Questa incredibile e poco conosciuta discarica si è formata a partire dagli anni Cinquanta, in seguito all’esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una lenta corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale, prodotta da un sistema di correnti ad alta pressione. (….) La maggior parte della plastica giunge dai continenti, circa l'80%, solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce. Nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all’anno di plastica, dei quali, grosso modo, il 10% finisce in mare. Il 70% di questa plastica poi, finirà sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare. La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che poi finiscono nello stomaco di molti animali marini portandoli alla loro morte. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora danni alla vita marina” (La Repubblica on-line, 29 ottobre 2007).
Una massa di rifiuti estesa quanto due volte la superficie degli Stati Uniti! L’hanno vista solo ora? Niente affatto: è stata scoperta nel 1997 da un ex petroliere che navigava sul suo yacht e adesso ci si viene a sapere che “un rapporto dell’ONU del 2006 calcola che un milione di uccelli marini e oltre 100 mila pesci e mammiferi marini all’anno muoiano a causa dei detriti di plastica e che ogni miglio quadrato nautico di oceano contenga almeno 46 mila pezzi di plastica galleggiante” (La Repubblica, 6 febbraio). Ma cosa è stato fatto in questi dieci anni da chi ha il mano le redini della società? Assolutamente nulla!
Così come non viene fatto nulla rispetto allo scioglimento in atto dei ghiacciai che si prevede provocherà dei cambiamenti climatici tali da raggiungere già nel corso di questo secolo un punto di non ritorno per nove sistemi climatici della terra, con tutte le conseguenze che questo comporterà per l’insieme del pianeta!
Di fronte a queste notizie effettivamente viene da riflettere sulla necessità di distruggere il capitalismo prima che questo distrugga il mondo!