Tutte le bugie della borghesia italiana sulla pandemia

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Ogni giorno – e ormai da mesi - moltissimi italiani consultano i dati dei nuovi contagiati da Coronavirus, dei morti e della tendenza del contagio, se in aumento o in decrescita. Leggere che ogni giorno si trovano 30-40 mila nuovi contagiati (tra quelli controllati) e 700-800 morti è come leggere un bollettino di guerra. Al 23 dicembre il totale dei contagiati arriva ai due milioni, con circa 70 mila morti e ancora più di 600 mila persone attualmente positive[1]. Questa malattia non è un raffreddore o una influenza, chi è contagiato e non è asintomatico soffre le pene dell'inferno. Inoltre la procedura per accedere alle terapie non è semplice, le macchine per la terapia intensiva sono insufficienti, ne servirebbero il doppio rispetto a quelle attuali (in data 27 ottobre il numero è di 6960 e prima del Covid erano 5179[2], quando in Italia esiste una delle poche aziende produttrici a livello mondiale[3]. Mancano inoltre 9 mila medici e anestesisti. E le stesse notizie non sono una prerogativa dell'Italia ma di tutto il mondo.

La pandemia frutto di un complotto?

Di fronte a questa tragica situazione, le varie borghesie, impotenti e smarrite, hanno prima cercato di minimizzare il problema riducendolo a quello di una normale influenza – vedi atteggiamenti di Trump, Johnson, Salvini, Meloni, … per poi attribuirne la responsabilità a qualcun altro, come ha fatto Trump & consociati con la Cina, dando credito all’ipotesi che il virus abbia origini artificiali e sia nato in laboratorio[4], seminando così irresponsabilmente dubbio e confusione tra la popolazione. Perché mai questa disinformazione? Perché ancora una volta la verità fa male al potere!

Già nel lontano passato, e particolarmente durante il più grave episodio di pandemia dovuto alla peste nera che, tra il 1348 e il 1351, ridusse di un terzo la popolazione di tutta l’Europa, numerosi ebrei vennero accusati di diffondere la peste e per questo giustiziati, spesso col fuoco purificatore del rogo, in Spagna, Germania, Paesi Bassi e altri ancora. Ma all’epoca, per lo meno, si poteva addurre come giustificazione di tanto orrore il fatto che nell’antichità era quasi impossibile scoprire la natura delle epidemie perché non c’era una comprensione scientifica dell’origine e della trasmissione delle pestilenze, e l’ignoranza dell’epoca poteva dare un minimo di ragionevolezza alla caccia agli untori e alla proliferazione di spiegazioni irrazionali. Ma oggi le teorie complottiste sono del tutto assurde e costituiscono non solo una falsa interpretazione del mondo, ma anche un blocco contro lo sviluppo della coscienza necessaria per cambiarlo. Ed è appunto per questo che vengono alimentate dallo stesso potere.

La pandemia colpa degli animali che ce l’hanno trasmessa?

Ma oggi, in un'epoca in cui da 50 anni l’uomo ha dimostrato che andare sulla Luna non è più solo un sogno e si progetta addirittura un viaggio su Marte, quando la robotica e l’informatica ci permettono di controllare ogni cosa e lo sviluppo della conoscenza scientifica sembra non incontrare più limiti in nessun settore, come possiamo spiegarci che l’umanità, per far fronte al Coronavirus, è dovuta ricorrere agli stessi metodi usati ai tempi della peste nera del ‘300, fermandosi per quasi un anno e che, nonostante tutto questo, non ne è venuta ancora fuori? Un’altra bufala che gira e che sembra più verosimile perché più vicina alla realtà è che è tutta colpa di questa o quella specie di animali che avrebbe trasmesso il virus all’uomo. Per cui dagli addosso all’animale di turno. Ma ancora una volta questa è una falsa verità: “Gli animali selvatici non hanno nulla a che fare con questo. Nonostante gli articoli che fotograficamente indicano la fauna selvatica come il punto di partenza di epidemie devastanti, è un malinteso che la fauna selvatica sia particolarmente infestata da agenti patogeni mortali che sono pronti a contagiarci. In realtà, la maggior parte dei loro microbi vive in loro senza far loro del male. Il problema sta altrove: con la dilagante deforestazione, l'urbanizzazione e l'industrializzazione, abbiamo dato a questi microbi i mezzi per raggiungere il corpo umano e adattarsi. […] La distruzione degli habitat minaccia l'estinzione di molte specie […] Il risultato è una maggiore probabilità di contatto stretto e ripetuto con l'uomo, che permette ai microbi di passare nel nostro corpo, dove passano dall’essere benigni ad agenti patogeni mortali. […] Lo stesso vale per le malattie trasmesse dalle zanzare, poiché è stato stabilito un legame tra l'insorgenza di epidemie e la deforestazione […] Secondo uno studio condotto in 12 paesi, le specie di zanzare che trasportano agenti patogeni umani sono due volte più numerose nelle aree disboscate che nelle foreste intatte.”[5]

Tutte le responsabilità della borghesia

Ma c’è di più. Se siamo arrivati a tanto è ancora perché scontiamo anni di ristrutturazioni del settore sanitario, vale a dire di riduzione progressiva dei fondi per la sanità per far fronte alla crisi, con chiusura di ospedali o di interi reparti, la mancata prevenzione e assunzione di medici e personale infermieristico.

Ad esempio, sul giornale on-line quotidianosanità.it del 19 marzo 2020 si legge: In 10 anni tagliati 200 ospedali, 45 mila letti, 10 mila medici e 11 mila infermieri. In Terapia intensiva un leggero aumento ma i posti letto sono poco più di 5.200. Tra chiusura di strutture, riduzioni di personale, privato in crescita e finanziamenti inadeguati anche negli anni '10 del nuovo millennio il Servizio sanitario ha proseguito la sua opera di dimagrimento. E proprio oggi in piena emergenza il Coronavirus ci sta presentando il conto, con il paradosso che il prezzo più alto lo stanno pagando i più fragili e gli operatori sanitari che proprio questa dieta per anni hanno denunciato”[6]. Ancora una volta tutto è avvenuto in perfetto parallelismo, anche se con intensità diversificate, con i vari paesi del mondo. Ad esempio il governo degli Stati Uniti, giusto due mesi prima dell’inizio di questa pandemia, ha deciso di tagliare i finanziamenti a Predict,  un programma lanciato nel 2009 negli Stati Uniti dall’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) per aiutare gli scienziati in Cina e in altri Paesi a formarsi sulla minacce di nuovi virus e, all'inizio di febbraio 2020, ha annunciato l'intenzione di ridurre del 53% il suo contributo al bilancio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Quello che è però veramente nauseante è il fatto che, dopo aver fatto credere di essere stata presa di sorpresa dall’espansione del virus e dopo un primo relativo successo nel contenere la pandemia con il lockdown, la borghesia, piuttosto che tirare la lezione, ha continuato come se fosse stato definitivamente risolto un problema che invece stava ancora lì tutto intero. Ad esempio, dicevamo all’inizio che manca un numero adeguato di macchine per la terapia intensiva. Allora ci chiediamo: queste non potevano essere comprate in estate? Ciò non è stato fatto, sperando in un calo dei contagi, pur di risparmiare. Anzi si è incentivata la dismissione dei reparti a terapia intensiva per ritornare alla gestione dei tempi normali. Confidando in un calo dei contagi e non ascoltando gli esperti che ne prevedevano un forte e preoccupante ritorno in autunno, non è stato fatto nulla per evitare una ripresa vigorosa del virus durante l'estate, lasciando andare tutti dappertutto, in massa nelle località di vacanza, Spagna, Grecia, Sardegna, in massa nelle discoteche, etc.. e tutto senza controlli, quarantene. Poi, durante l’estate, c’è stata tutta una campagna governativa che ha insistito sul ritorno a scuola a tutti i costi come obiettivo prioritario perché tenere i figli a casa significa un problema per i genitori che devono produrre, ma il problema dei trasporti, ad esempio, non è stato minimamente preso in considerazione. Ecco quello che pensa il fisico Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana: “L’aumento dei contagiati ha iniziato dai primi di ottobre una crescita esponenziale. […] che non si è più fermata raggiungendo in tre settimane valori molto più alti della prima ondata, superando oggi i 19.000 nuovi casi di contagi al giorno e portando alla saturazione delle terapie intensive. […] Per cambiare da un giorno all’altro l’andamento dell’epidemia è necessario un evento che abbia improvvisamente mutato i comportamenti sociali di milioni di persone. Un evento che sia accaduto circa una settimana prima del primo ottobre, un evento che abbia coinvolto tutta l’Italia. […] di fatto la scuola è ripartita a pieno ritmo intorno al 24 settembre mettendo improvvisamente in movimento quasi otto milioni di studenti: esattamente quello che serve per spiegare i dati. […] Nella settimana seguente la situazione cambia drasticamente: il ritmo di crescita degli infetti tra gli studenti è 2,65 volte (+265%) più alto che per il resto della popolazione, quello del personale docente è esattamente il doppio (+200%), quello del personale non docente è 1,67 volte (+167%) più alto del resto della popolazione italiana!”[7]

La storia del piano pandemico nazionale

Per chiudere sul tema non possiamo non riportare la ridicola e sconcertante storia del piano pandemico nazionale, cioè delle linee guida che avrebbero dovuto suggerire tutte le misure da prendere in caso di pandemia ma che, come si è poi scoperto, è rimasto inalterato dal lontano 2006 laddove, con l’evoluzione delle malattie infettive nel mondo, per definizione dovrebbe essere aggiornato ogni anno[8]. Il servizio di Report RAI 3, La consapevole foglia di fico del 30 novembre scorso riporta ancora che un rapporto redatto da un team veneziano dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), è letteralmente scomparso pochi giorni dopo dal sito dell’ente che l’aveva pubblicato, quello dell’OMS Europa[9]. Tale rapporto faceva riferimento non solo al mancato aggiornamento del piano, ma anche ad uno scomodo articolo[10] di Filippo Curtale, Direttore UOC Rapporti internazionali, INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà), in cui si ricorda che già “nel 2005 la minaccia mortale di una pandemia era un argomento che occupava le copertine della stampa internazionale. La cover story di TIME, del 17 ottobre 2005, riportava l’allarme degli esperti di sanità sulla pandemia (di influenza aviaria) che stava arrivando, e che avrebbe ucciso milioni di persone, devastato l’economia mondiale e causato la chiusura (shut down) di tutto il mondo industrializzato e non.” Non sembra strano dunque che la mail di censura di questo rapporto, attribuita a Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS, si rivolga al team veneziano ingiungendo di “correggere subito nel testo” alterando la data da 2006 a 2016 al piano pandemico e aggiungendo “Non fatemi casino su questo. Ed eliminate il riferimento a quello scemo di Curtale. Stasera andiamo sui denti di Report e non possiamo essere suicidi. Ti avevo pregato di farmi rileggere il draft prima della stampa … accidenti… Adesso blocco tutto con Soumya. Fammi avere la versione rivista appena puoi. Così non può uscire.”

Che lezioni possiamo trarre?

Oggi, a fine anno 2020, la borghesia italiana e mondiale si trova completamente impreparata a fare alcunché e cerca disperatamente di riparare promettendo la salvezza dell’umanità con i vaccini appena preparati. Vaccini preparati in qualche mese laddove sono di norma richiesti anni di studio e di sperimentazione. Cosa ne verrà fuori? Per il momento possiamo solo sperare che questa macrosperimentazione sulla pelle dell’umanità non procuri troppi danni.

In realtà questa pandemia, con il carico di morti e le tragiche conseguenze sull’economia e sulle condizioni di vita di miliardi di persone, esprime un elemento di aggravamento dell’agonia del capitalismo, quella che abbiamo definito di decomposizione. Il capitalismo è incapace di gestire la società e questo lo si vede dappertutto, vedi le lacerazioni all'interno degli Stati Uniti tra Trump e Biden e all'interno dei loro stessi partiti; vedi in Italia i conflitti tra stato e regioni, tra regioni e comuni!! Vedi gli scontri verbali tra Sala, sindaco di Milano, e Fontana, presidente della Lombardia, e in Campania tra De Magistris e De Luca. Lo stesso governo non è immune da forti contrasti tra i partiti che lo compongono, all’interno dei quali esistono peraltro anime contrapposte. Ciò che dicono oggi può essere stravolto l'indomani. Non esiste un programma unificante, l'improvvisazione è di casa e questo in piena catastrofe sociale! Gli stessi partiti di opposizione ne pensano una e ne dicono un'altra, presi dalla preoccupazione non della salute pubblica ma di guadagnare simpatie attaccando il governo Come fa d’altra parte la stessa Italia Viva di Renzi che richiede una verifica di governo sul Mes e sulla Task force in piena pandemia!

In tutto questo quelli che pagano il conto sono i lavoratori, e particolarmente quelli che per il tipo di lavoro svolto non sono potuti ricorrere allo smartworking, come quelli del settore sanità, obbligati a lavorare senza protezioni individuali, in quanto anche reperire mascherine e disinfettanti era arduo! Inoltre il sopraggiungere dell'emergenza sanitaria e le misure restrittive introdotte nel periodo del lockdown hanno provocato forti perturbazioni nel mercato del lavoro: “il massacro di posti di lavoro dei giovani precari e autonomi: con il Covid persi 841 mila occupati, la metà ha meno di 35 anni. Gli occupati sotto i 35 anni sono calati dell’8% nei primi sei mesi del 2020. A pagare sono stati i lavoratori con un contratto a termine e gli autonomi, non tutelati dal blocco dei licenziamenti e dalla cassa integrazione. Nel dettaglio, i contratti a termine sono diminuiti di 677 mila unità, mentre le partite Iva sono calate di 219 mila unità”[11].

La chiusura di esercizi commerciali, ristoranti, alberghi, negozi vari, palestre e quant'altro ha prodotto una improvvisa marea di disoccupati ufficiali anche in questo settore, ma ci sono anche centinaia di migliaia di lavoratori in nero che non esistono per lo Stato. Questi lavoratori, e soprattutto gli immigrati che non sono regolarizzati, perdendo il lavoro, non hanno diritto ad alcun ristoro, nei fatti non esistono. E non esistendo, è anche difficile far sentire la propria voce in un periodo in cui la classe operaia ha una crisi di identità e fa fatica a battersi.

Se a tutto questo aggiungiamo che “quella di Covid-19 non sarà l'ultima pandemia”[12] possiamo capire che, al di là dello sfruttamento sempre più intenso della manodopera dei lavoratori, quando si riesce a essere sfruttati, questa società non riesce a garantire neanche più la stessa sopravvivenza della specie umana. La realtà è che la società capitalista non ha nulla più da offrire se non guerre, miseria e pandemie; è incapace di dare una risposta globale alle necessità dell’umanità, non ha alcun futuro! E questo quando nella stessa società esistono risorse tecnologiche e capacità umane che potrebbero risolvere in poco tempo tutti i maggiori problemi di cui soffre oggi l’umanità. Questa contraddizione tra le enormi capacità produttive, di sviluppo scientifico e organizzative acquisite dall’umanità e l’incapacità crescente da parte dei detentori del potere a gestirle è il punto critico su cui si deve innestare l’azione del proletariato, la classe che ha nelle mani le chiavi della futura società.

Oblomov & Ezechiele                                                                                      27 dicembre 2020

 

[4] Vedi i commenti sul cosiddetto “Yan Report”, uno studio realizzato da una virologa cinese Li-Meng Yan e reso pubblico il 14 settembre 2020 su: Li-Meng Yan: “Covid-19 creato in laboratorio?” e Coronavirus. Il Sars-Cov-2 creato in laboratorio?

[5] Sonia Shah, Contre les pandémies, l’écologie, Le Monde diplomatique, marzo 2020.

[8] In verità, se andiamo a leggere l’elenco dei piani pandemici pubblicati nel sito dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), l’Italia è in buona compagnia visto che pochi paesi, come la Germania e la Svezia hanno aggiornato i loro documenti al 2015 e 2016 mentre gli altri riportano date anche precedenti al 2006. Vedi Il servizio di Report e il Pdf del Piano pandemico mai aggiornato dal 2006.

[9] Qui un salvataggio su Archive.

[10] "C’era una volta il piano pandemico".

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Pandemia Covid19