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In Gran Bretagna la propaganda della borghesia sulla pandemia di Covid-19 ha una serie di temi, ma nessuno tanto ripetuto e falso come quello del "Siamo tutti coinvolti in questo", "Siamo tutti sulla stessa barca". Il primo ministro Boris Johnson è arrivato persino a rifiutare una pietra miliare del Thatcherismo e a dire: "Una cosa che credo la crisi del coronavirus abbia già dimostrato è che esiste davvero una cosa come la società". In realtà, mentre chiunque può contrarre il virus, compreso Johnson, il Segretario della Sanità, il Responsabile Capo della Sanità, e il Principe Carlo, la società di classe rimane e la crisi si ripercuote pesantemente sul servizio sanitario, sulla vita politica della borghesia, sull'economia e sul proletariato, ma in modo molto diverso. La pandemia è un disastro per l'economia, aumenterà il disorientamento della classe operaia e peggiorerà le sue condizioni di vita. In più, ha stimolato la propaganda per l'unità nazionale con la quale la borghesia cercherà di cavarsela addossando tutta la colpa al Covid-19. L'unica cosa su cui non può farla franca è la responsabilità della classe dirigente nell’aver lasciato che il coronavirus si diffondesse tra la popolazione. Non ci sono statistiche affidabili perché sono stati fatti pochissimi test ma sicuramente sono state colpite molte più persone di quante ne mostrino le cifre ufficiali. La responsabilità è della borghesia e già si prevede che la Gran Bretagna avrà il maggior numero di morti in Europa, nonostante l'allarme preventivo ricevuto dai morti in Cina, Iran, Italia e Spagna.
La crisi sanitaria era stata prevista
Il Servizio Sanitario Nazionale (NHS, National Health Service) non è stato in grado di far fronte allo sviluppo della crisi in atto. Già a gennaio la rivista medica The Lancet diceva: "I piani di emergenza dovrebbero essere pronti per un impiego con breve preavviso, compresa la messa in sicurezza delle catene di fornitura di prodotti farmaceutici, dei dispositivi di protezione individuale, delle forniture ospedaliere e delle risorse umane necessarie per affrontare le conseguenze di un'epidemia globale di questa portata" (20/1/20). Questo non è stato fatto e l'editore del Lancet ha attaccato questo fallimento "Ha fallito, in parte, perché i ministri non hanno seguito il consiglio dell'OMS di 'testare, testare, testare' ogni caso sospetto. Non hanno isolato e messo in quarantena. Non hanno fatto una tracciatura dei contatti. Questi principi di base della sanità pubblica e del controllo delle malattie infettive sono stati ignorati, per ragioni che rimangono oscure. Il risultato è stato il caos e il panico in tutto il servizio sanitario nazionale (NHS)". E per quanto riguarda le misure che sono state messe in atto "Questo piano, concordato troppo tardi nel corso dell'epidemia, ha lasciato l’NHS del tutto impreparato all'impennata di pazienti in situazione critica o gravemente malati che arriverà presto" (27/3/20).
Le carenze dell’NHS non sono una novità. Negli ultimi 30 anni il numero di letti d'ospedale è sceso da 299.000 a 142.000. La Germania ha 621 posti letto ospedalieri ogni 100.000 persone, mentre la Gran Bretagna ne ha 228 ogni 100.000. La Germania ha 28.000 posti letto per la terapia intensiva – che presto saranno raddoppiati - rispetto ai 4.100 della Gran Bretagna. In Gran Bretagna un posto di infermiere su otto è vacante. Tra i paesi sviluppati la Gran Bretagna è al penultimo posto per medici e infermieri per abitante, con rispettivamente 2,8 e 7,9 ogni 1.000 abitante.
Una domanda che viene posta frequentemente è: “Come mai la Germania può fare 500.000 test a settimana, ma il Regno Unito non può farne nemmeno 10.000 al giorno?” C'è una tempesta crescente su questo aspetto, poiché diventa sempre più chiaro quanto sia mal preparato il servizio sanitario. Inoltre, la questione dei dispositivi di protezione individuale (DPI) è diventata una delle principali preoccupazioni per gli operatori sanitari e sociali. Non si tratta solo della mancanza di fornitura, ma anche della qualità dei DPI da indossare quando si curano i pazienti Covid. Inizialmente il servizio sanitario nazionale utilizzava i DPI raccomandati dall'OMS ma poi ha cambiato seguendo dei propri criteri, il che ha portato a una diffusa diffidenza. C'è anche lo scandalo dei DPI inviati dalla Gran Bretagna in Cina all'inizio dell'epidemia, nonostante che le forniture in Gran Bretagna fossero seriamente limitate.
E la conversione dei centri espositivi di Londra e Birmingham in ospedali temporanei, il ritorno degli operatori sanitari in pensione, insieme ai volontari che svolgeranno compiti non medici, dimostrano ulteriormente le carenze dell’NHS.
La mancanza di efficacia del servizio sanitario era nota da tempo. Nel 2016 il governo organizzò un'esercitazione di 3 giorni (Exercise Cygnus) per vedere come gli ospedali, le direzioni sanitarie e altri vari enti governativi sarebbero stati preparati ad affrontare una pandemia di influenza respiratoria per sette settimane. L’NHS non ha superato il test e il rapporto non è mai stato pubblicato. Il Daily Telegraph (28/3/20) ha descritto i risultati dell'esercitazione: "Il picco dell'epidemia non era ancora arrivato, ma i forum locali sulla resilienza, gli ospedali e gli obitori di tutto il paese erano già sopraffatti. Non c'erano abbastanza dispositivi di protezione individuale (DPI) per i medici e gli infermieri della nazione. Il servizio sanitario nazionale stava per "crollare" a causa della carenza di ventilatori e di letti per i malati critici. Gli obitori erano pronti a traboccare ed era diventato terribilmente evidente che la messaggistica d'emergenza del governo non riusciva a raggiungere il pubblico". Tra le ragioni addotte per non pubblicare il rapporto c'era il fatto che i risultati erano "troppo terrificanti" e c'erano preoccupazioni "di sicurezza nazionale".
Tra le carenze individuate vi era la mancanza di letti per la terapia intensiva e di DPI, ma le misure di austerità del governo hanno impedito qualsiasi azione in proposito. Sebbene il rapporto non sia stato pubblicato, le sue implicazioni sono state prese in considerazione da diversi organismi, come ad esempio il fatto che se i vertici del NHS non fossero stati in grado di operare, sarebbero stati chiamati i militari a coordinare il sistema sanitario. Infatti, a mano a mano che il servizio sanitario nazionale diventa sempre più stiracchiato, le risorse militari e quelle dei volontari vengono rapidamente utilizzate per far fronte alle difficoltà. Va anche detto che non è solo l’NHS ad essere in difficoltà, ma l'intero sistema di assistenza sociale è messo a dura prova. Il fatto che il numero di decessi nelle case di cura per anziani sia stato enormemente sottovalutato dimostra che non è solo il servizio sanitario nazionale, ma tutta una serie di istituzioni che sono al punto di rottura.
Dopo averlo lasciato dilagare la pandemia, la borghesia è stata impotente a rispondervi
Mentre la classe dirigente della maggior parte dei paesi ha risposto in modo simile alla crescente pandemia, la Gran Bretagna, pur non comportandosi come Trump negli Stati Uniti o Bolsonaro in Brasile, ha agito diversamente. Come dice un articolo dell'Observer (15 marzo 2020): "Piuttosto che imparare da altri Paesi e seguire i consigli dell'OMS, che provengono da esperti con decenni di esperienza nell'affrontare le epidemie in tutto il mondo, il Regno Unito ha deciso di seguire la propria strada. Questa sembra accettare il fatto che il virus è inarrestabile e che probabilmente diventerà un'infezione annuale e stagionale. Il piano, come spiegato dal capo consulente scientifico, è quello di lavorare per "l'immunità del gregge", che consiste nel far sì che la maggior parte della popolazione contragga il virus, sviluppi anticorpi e poi ne diventi immune".
L'idea che la Gran Bretagna potesse andare avanti da sola, con i “propri” esperti, ignorando le linee guida dell'OMS è propria dell’ideologia del governo Brexit. In particolare l’idea che il Covid-19 dovesse essere lasciato liberato di agire per sviluppare una "immunità del gregge" tra i sopravvissuti, a spese di quelli che sarebbero morti. Questo cinico approccio avrebbe dovuto proteggere l'economia e se molti pensionati fossero morti… beh "peccato"! Detto o no esplicitamente questo è in sintesi l'atteggiamento di chi è al governo.
Il governo, guidato dai suoi esperti scelti, ha avuto una politica di “sopravvivenza del più forte”, che sarebbe stata una condanna a morte per i più vulnerabili, i vecchi, i sovrappeso e quelli con condizioni mediche difficili. A febbraio Johnson ha criticato la "bizzarra retorica autarchica" e difeso "il diritto delle popolazioni della Terra di comprare e vendere liberamente tra loro". Tuttavia, dopo che un rapporto dell'Imperial College ha suggerito che la politica del governo avrebbe significato 250.000 morti, il governo ha fatto marcia indietro. Il 16 marzo Johnson è apparso in televisione dicendo che tutti i contatti non essenziali con gli altri dovevano cessare e che le persone dovevano dal quel momento restare a casa. Il fatto che elementi vicini al governo dicessero poi che meno di 20.000 morti sarebbe stato "un ottimo risultato" per il Regno Unito dimostra come la borghesia stesse ancora giocando con la vita della gente, come se fosse tutto un macabro sport.
I critici della politica del governo hanno attribuito questo alla specifica negligenza dei Conservatori, senza alcun riconoscimento del fatto che la risposta della borghesia internazionale è stata inadeguata e sopraffatta, a prescindere da ciò che è stato detto in elogio alla Germania, alla Corea del Sud, ecc. Con il passare del tempo la risposta dello Stato britannico è diventata più simile a quella di altri Paesi. Tuttavia il populismo ha ancora la sua influenza. Per esempio, il Regno Unito era in trattative con l'UE per l'acquisto di 8.000 ventilatori, ma ha fatto marcia indietro perché (ha detta di un portavoce del Primo Ministro) il Regno Unito "non ne è più membro" e sta "facendo gli sforzi per proprio conto".
In seguito l'UE è stata accusata di un "problema di comunicazione". Le implicazioni di tutto questo si vedranno presto. Per i vecchi e per quelli con problemi sanitari preesistenti, l'approccio della borghesia, alla luce della mancata produzione di ventilatori, sarà quello di curare i giovani e lasciar perdere il resto.
Molti di questi stessi critici dell'indubbia complicità e arroganza del governo nell'attuale crisi, ci invitano a concentrare l'attenzione sul governo Tory appena eletto, così come sui suoi predecessori di destra. Ma dimenticano il ruolo storico e continuo della “Leale Opposizione a Sua Maestà”, il Partito Laburista, nel ridurre i "servizi pubblici", per esempio espandendo notevolmente la politica dell'Iniziativa di Finanza Privata che ha prosciugato circa 80 miliardi di sterline dalle risorse del Sistema sanitario nazionale tra il 1997 e il 2010, che rappresentano fino a un sesto dei bilanci delle autorità sanitarie locali (Trust), lasciando i debiti da pagare fino al 2050.
Nonostante tutto l'antagonismo passato di Johnson/Cummings nei confronti della funzione pubblica è chiaro che il ruolo dello Stato è stato accettato in questo periodo di crisi, con l’insieme delle misure adottate. Lo slogan "Proteggere il servizio sanitario nazionale" è stato propagandato da tutti e, allo stesso tempo, si fa ricadere la colpa sugli "individui egoisti" per aver fatto scorta di cibo, disinfettante per le mani o rotoli di carta igienica, o per essere andati al lavoro anche se non essenziale, o per aver fatto troppo esercizio fisico all’aperto. Cosi come, con la campagna di guerra al lavoro nero, gli attacchi ai piccoli approfittatori servono a distogliere l'attenzione dal vero colpevole - la classe capitalista.
Un qualcosa di “straniero” che la borghesia britannica ha fatto proprio sono gli applausi per gli operatori sanitari facendone una indicazione istituzionale: applausi ogni giovedì alle ore 20. Non costa nulla e si aggiunge alla campagna "Proteggi il Servizio sanitario nazionale". Ma cosa è questo servizio sanitario da proteggere? La sua inadeguatezza è stata evidente fin dall'inizio. Il personale viene trattato con disprezzo non fornendo alcuna protezione, i ventilatori mancano, così come i DPI, i test, ecc. questo è il servizio che il Sistema sanitario nazionale è in grado di fornire. Il fatto che il governo abbia dovuto fare appello ai volontari ne è una ulteriore dimostra dimostrazione. Quando 750.000 persone hanno risposto alla chiamata, sono state accolte dalla stampa popolare lodandole per la loro umanità: "Un esercito popolare di generosità", "una nazione di eroi", "un esercito di cuori buoni". Da parte dei volontari è senza dubbio l'espressione di un desiderio di dare aiuto nel momento del bisogno. In pratica, la necessità di attingere alle risorse dell'esercito e alle masse di volontari dimostra che quello che si vuole proteggere è solo il mito del Servizio sanitario nazionale. Non ci sono eroi, ma solo una forza lavoro pesantemente sovraccaricata che è costretta a lavorare in condizioni disperatamente inadeguate.
Mentre in altri paesi si è fatto ricorso all'immagine della guerra, in Gran Bretagna si rievoca lo spirito del Blitz durante la seconda guerra mondiale[1]. Il Regno Unito è sotto attacco da un nemico invisibile e tutti devono "fare la loro parte". Sia che si tratti del Servizio sanitario nazionale, del volontariato, di fare altri lavori essenziali o semplicemente di stare a casa, dobbiamo essere tutti uniti... dietro la borghesia che è responsabile di migliaia di tragedie.
Lo Stato si precipita in soccorso dell'economia
Con la chiusura di tutte le attività non essenziali e la popolazione che deve rimanere a casa, ogni sorta di impresa si trova ad affrontare il fallimento e i lavoratori di fronte alla disoccupazione cercando di rivendicare sovvenzioni, pagare l'affitto e provvedere al pagamento dei debiti già accumulati. Le previsioni per l'aumento della disoccupazione sono di 1,4 milioni di persone in più, per un totale di 2,75 milioni entro giugno.
Per quanto riguarda il PIL, la Nomura Bank International UK prevede che ci sarà un crollo del 13,5%, altri del 15%. Il governo ha stanziato l'enorme somma di 266 miliardi di sterline quest'anno per affrontare tutte le eventualità derivanti da Covid-19. Questo potrebbe significare un debito di almeno 200 miliardi di sterline e il tasso di indebitamento del Regno Unito potrebbe raggiungere i 2.000 miliardi di sterline entro 12 mesi, cosa che il bilancio dell'11 marzo non si aspettava fino al 2025. Questo livello di indebitamento, equivalente al 9 per cento del PIL, spazzerebbe via quasi tutte le riduzioni del debito dell'ultimo decennio di austerità.
L'Office for Budget Responsibility ha ipotizzato che l'economia del Regno Unito potrebbe ridursi del 35% questa primavera, con la disoccupazione al 10% e, con il debito pubblico che cresce ai tassi più veloci dalla seconda guerra mondiale, il debito crescerà oltre il 100% del PIL. E’ stata prevista la recessione più profonda degli ultimi 300 anni.
La Banca d'Inghilterra ha tagliato i tassi di interesse per due volte, fino ad un tasso marginale dello 0,1%. Il programma di agevolazione quantitativo della Banca, che fondamentalmente significa stampare denaro per stimolare l'economia, è stato esteso a 645 miliardi di sterline.
L'intervento dello Stato nell'economia non è una sorta di "svolta a sinistra", come sostengono quelli di sinistra, ma la risposta inevitabile del capitalismo ad ogni svolta della crisi economica. Tra le misure adottate dal governo troviamo:
- Il governo coprirà l'80% delle spese salariali dei datori di lavoro per mantenere i dipendenti, fino a 2.500 sterline al mese.
- Accordi simili per i lavoratori autonomi
- Differimenti delle fatture IVA del valore di 30 miliardi di sterline
- Aumento di 7 miliardi di sterline delle prestazioni sociali
- Aumento di 1 miliardo di sterline dell'assistenza abitativa per aiutare gli inquilini
- Uno incentivo di bilancio di 30 miliardi di sterline, di cui 2 miliardi direttamente per la lotta contro i coronavirus, con più soldi per il Sistema sanitario nazionale
- Garanzie sui prestiti garantiti dal governo per un valore di 330 miliardi, pari al 15% del PIL
- Pacchetto da 20 miliardi di sterline per le aziende, inclusi 12 mesi di ferie per tutte le aziende del settore della vendita al dettaglio, del tempo libero e dell'ospitalità, e sovvenzioni in contanti fino a 25.000 sterline per le piccole imprese;
- Sospensione ipotecaria di tre mesi per i proprietari di casa;
- Divieto di sfratto di tre mesi per gli inquilini.
Questo è solo l'inizio. Il governo Johnson aveva già iniziato un regime di spesa che non era stato valutato in termini di costi; ora si stanno aggiungendo tutta una serie di misure. L'economia sta subendo un duro colpo, senza sapere dove verranno presi questi soldi. Quello che è certo è che sarà la classe operaia a pagarne le spese. Quale che sia la forma che prenderanno le misure attuali, le misure di austerità degli ultimi 10 anni sembreranno insignificanti al confronto. Ma mentre è stato possibile dare la colpa degli attacchi precedenti ai "banchieri" e al "neoliberismo", gli attacchi futuri saranno attribuiti all'impatto della pandemia.
Condizioni della classe operaia
Va detto che il lavoro - e lo sfruttamento - non è cessato in GB. Gli ospedali e le case di cura sono diventati come fabbriche che devono far fronte ad un'accelerazione della domanda per i loro servizi. Le vittime del virus sono state numerose tra i lavoratori del trasporto pubblico e gli autotrasportatori continuano a portare rifornimenti. Nei centri di distribuzione di cibo e abbigliamento ci sono state proteste contro l’insufficiente protezione. Al personale del Ministero della Difesa – nella regione del Clyde e altrove - è stato chiesto di tornare alle postazioni di lavoro "igienizzate" con solo 2 metri di "nastro distanziatore" come protezione in nome della "sicurezza nazionale", mentre il personale dei supermercati è salutato come "fieri proletari patriottici" che fanno la loro parte per la Regina e il Paese.
Tuttavia, dal punto di vista della sopravvivenza immediata, diversi milioni di lavoratori hanno poche alternative se non seguire le direttive di restare a casa e, quando sono fuori, di praticare il "distanziamento sociale". Ma allo stesso tempo queste condizioni fungono da grande barriera allo sviluppo di qualsiasi resistenza aperta al sistema. Questa nebulizzazione forzata per milioni di persone va di pari passo con il presentare come eroi quelli che lavorano nella sanità. Mentre l'associazione fa parte della condizione della classe operaia, attualmente gran parte della forza lavoro è bloccata a casa, soggetta alla propaganda mediatica 24 ore su 24. Ci viene continuamente detto che è tutta colpa di un coronavirus, non di qualcosa che deriva dalla decomposizione di un modo di produzione in declino da più di un secolo.
È comprensibile che i lavoratori siano presi dalla preoccupazione per aspetti immediati. Devo muovermi? Dove posso trovare da mangiare? Come faccio a mantenere la distanza tra me e gli altri che potrebbero essere portatori? Se sono licenziato, da dove arriveranno i soldi?
L’Universal Credit è la sovvenzione da richiedere, ma le richieste hanno sopraffatto il Dipartimento per il Lavoro e le Pensioni (DWP). In due settimane 950.000 lavoratori hanno fatto domanda. I lavoratori hanno chiamato il DWP fino a 100 volte senza poter parlare con nessuno. La stragrande maggioranza non è riuscita a ottenere la sovvenzione per il volume della richiesta. E per chi ci riesce c'è un'attesa di almeno cinque settimane.
Nei sondaggi 1,5 milioni di persone dicono di non riuscire a procurarsi cibo a sufficienza, e 3 milioni di aver dovuto prendere in prestito denaro a causa del cambiamento della propria situazione economica causato dalla crisi.
Tutto questo, in una situazione di isolamento sociale, renderà nell’immediato più difficile per i lavoratori sviluppare una risposta collettiva. Aumenterà il senso di atomizzazione e creerà un ostacolo alla percezione di appartenere ad una classe. Al contrario, ci stiamo trasformando in un esercito di individui che chiedono credito allo Stato capitalista.
È normale che tutte queste preoccupazioni dei lavoratori vengano prima di tutto, prima della riflessione sulla natura della crisi sociale o sulla necessità di rovesciare il capitalismo. E la sinistra esiste proprio per contribuire al disorientamento della classe operaia. Il SWP[2], per esempio, critica Corbyn, il Labour Party e il TUC[3] per aver espresso il loro accordo con le misure del governo, chiedendo allo stesso tempo che lo Stato "prenda in consegna i servizi essenziali dai padroni privati per assicurarsi che le persone ottengano ciò di cui hanno bisogno". C'è anche il tentativo di identificare le persone come responsabili, come nel caso di Alan Thornett (di Socialist Resistance) che ha detto che "la profondità e la gravità della crisi che stiamo per affrontare in Gran Bretagna è stata creata a Westminster da Boris Johnson e Dominic Cummings". Altri hanno chiesto le dimissioni del segretario alla Sanità, Matt Hancock. Cercare un colpevole tra la classe dirigente - come se la sostituzione di alcuni di questi "leader" cambiasse qualcosa - serve solo a distogliere la riflessione dalla crisi di fondo del capitalismo come sistema mondiale.
Il capo della Croce Rossa Internazionale ha detto che, poiché milioni di persone hanno visto diminuire il loro reddito o dipendono dai sussidi statali, mancano poche "settimane" al "disordine civile". Ha detto che i disordini stanno per "esplodere da un momento all'altro", dato che le più grandi città europee stanno lottando con i bassi o inesistenti redditi a causa della pandemia. "Questa è una bomba sociale che può esplodere da un momento all'altro, perché non hanno modo di avere un reddito". "Nei quartieri più difficili delle maggiori città temo che tra qualche settimana avremo problemi sociali". In Gran Bretagna, ci sono state alcune lotte sulla sicurezza sul lavoro, in particolare scioperi selvatici dei lavoratori postali preoccupati per la sicurezza in Scozia e sia nel nord che nel sud dell'Inghilterra[4], mentre del Kent lavoratori del settore caseario hanno minacciato uno sciopero per preoccupazioni simili. Ma, a nostra conoscenza, queste azioni sono state più deboli degli scioperi che si sono avuti in Italia, in Spagna e negli Stati Uniti, per esempio. E dobbiamo essere consapevoli che i "disordini sociali", soprattutto a causa delle caratteristiche del periodo di decomposizione sociale, potrebbero assumere qualsiasi forma, non necessariamente quella della lotta dei lavoratori su un terreno di classe.
Stiamo però comunque assistendo a una certa riflessione sulla situazione. Mentre continuano i battibecchi all’interno della borghesia su chi è “il colpevole” delle carenze, lo stato del servizio sanitario o il cambiamento della politica di governo, c'è una minoranza in ricerca che comprende che il capitalismo come sistema è alla base della pandemia ed è aperta alla discussione sulla natura del capitalismo. La questione della pandemia è qualcosa che non può essere evitata, poiché è stato colpito ogni aspetto della vita sociale e sono state sollevate questioni profonde sulla realtà della società capitalista. E questa riflessione si accompagna a una grande rabbia per il modo in cui i lavoratori sono stati trattati, gli anziani lasciati a morire, gli operatori sanitari lasciati senza protezione. C'è la prospettiva che questi elementi possano combinarsi nelle lotte future. Per il momento è fondamentale la necessità di una discussione -, al momento non faccia a faccia, ma nei forum e nei canali online. Il capitalismo è messo a nudo per quello che è e cerca di nascondersi sotto le menzogne. I lavoratori possono sviluppare la capacità di vedere attraverso la propaganda e rendersi conto che solo la classe operaia può fermare il processo del capitalismo verso la distruzione.
Barrow, 19 aprile 2020