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Abbiamo conosciuto Enzo nel 2003 ad una nostra riunione pubblica a Milano dove è approdato dopo una lunga e travagliata traiettoria politica nella sinistra borghese e tutto un lavoro di studio, riflessione, critica ed autocritica che il compagno ha sviluppato con determinazione negli anni in cui, in seguito al crollo del blocco sovietico, imperversava la campagna borghese sul “fallimento del comunismo” e l’impossibilità di un’alternativa al capitalismo. Una campagna che ha significato un riflusso profondo della combattività e della coscienza della classe operaia a livello internazionale. Eppure Enzo, sin da giovanissimo, era convinto che si potesse cambiare, che si potesse lavorare per costruire un mondo diverso e non ha mai smesso di voler capire come fare, di cercare, come lui stesso ci racconta:
“Ho cominciato a svolgere attività politica nel mio piccolo paese in Sicilia per circa 8 anni nel PCI, dopo il diploma all’Istituto tecnico commerciale e aver svolto il servizio militare presso i vigili del fuoco. Nel 1993, trasferitomi a Milano, ho militato per 5 anni nella Lega trotskista d’Italia (Lega Comunista Internazionale) che pubblica il giornale “Spartaco”, filiale della “Spartacist League/US che pubblica il quindicinale “Workers Vanguard”. All’inizio del 2000 mi sono dimesso, fondamentalmente sulla questione della “difesa incondizionata dell’URSS” e la difesa dei Fronti Partigiani durante la II Guerra mondiale imperialista. Ma nonostante questo pensavo di aver rotto organizzativamente con la LTd’I/LCI, ma non programmaticamente con il trotskismo. La lettura dei libri e della stampa della Sinistra comunista, la mia partecipazione ai dibattiti pubblici di Battaglia Comunista e Rivoluzione Internazionale, unite ad una lettura senza dogmi e tabù degli avvenimenti internazionali, mi hanno aiutato a chiarire meglio le questioni politiche; così ho avuto una lenta ma costante evoluzione verso le posizioni politiche della Sinistra comunista e in particolare quelle della CCI[1]” (dalla lettera di Enzo alla CCI del 16/1/2005).
La sua determinazione e il suo porsi “senza dogmi e tabù”, lo hanno portato non solo a comprendere la vera natura antioperaia dei partiti della sinistra del capitale, ma anche a comprendere e far proprio il marxismo come strumento di lotta:“Il marxismo ci dà le chiavi per fare avanzare l’umanità, per combattere l’oppressione e lo sfruttamento, ma nello stesso tempo il marxismo non è un metodo per l’interpretazione passiva del processo storico, ma un metodo per un’azione rivoluzionaria; non una bibbia, né una serie di ricette valide in ogni luogo ed in ogni tempo, ma un metodo che deve essere sempre arricchito alla luce dell’esperienza proletaria” (idem)
Enzo faceva parte della classe operaia non solo per scelta politica. Proveniva da una famiglia di lavoratori ed anche lui, dopo la scuola, ha fatto vari lavori ed alla fine ha dovuto trasferirsi a Milano per trovare un lavoro che gli permettesse di crearsi una propria vita. Come per tutti i proletari, la crisi economica ha significato per Enzo condizioni di lavoro sempre più dure fino alla perdita del posto di lavoro. Nel 2008 la ditta SEA, una società di servizi che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, ha iniziato a “tagliare sui costi”, mettendo in cassa integrazione Enzo ed altri suoi compagni di lavoro. Una cassa integrazione che è durata più di un anno e mezzo, tanto che alla fine Enzo ha preferito andarsene per trovare un altro lavoro, magari in Spagna, paese che amava molto. Nel frattempo, non riuscendo a vivere in una città cara come Milano, con in più un mutuo da pagare per la casa che aveva comprato, è stato costretto a vendere la casa costata tanti sacrifici e ritornare al suo paese in Sicilia.
Tuttavia, nonostante le difficoltà, le rinunce a cui è stato costretto e gli importanti problemi di salute che ha avuto, Enzo ha mantenuto intatta la sua convinzione militante. Come abbiamo già detto nel breve comunicato pubblicato sul nostro sito subito dopo la sua morte “La sua militanza nella CCI è stata sempre caratterizzata da questa convinzione e dalla sua determinazione, anche in situazioni difficili, a dare il suo contributo a questa lotta. Per questo la sua morte è una perdita per la CCI e per l’insieme della classe operaia”.
Nonostante le traversie, Enzo è anche riuscito a preservare la sua grande vivacità, la voglia di vivere, di conoscere cose nuove, gente diversa e più in generale di cogliere il positivo della vita. Al tempo stesso aveva una grande sensibilità per le barbarie di questo sistema. Si commuoveva fino alle lacrime discutendo della gente che muore di fame e di malattie in Africa, degli immigrati torturati nei loro paesi e ridotti in schiavitù nei cosiddetti paesi democratici, di quelli che muoiono in mare … e con altrettanta foga e sentimento esprimeva la sua avversione viscerale per ogni forma di ipocrisia della classe dominante, in particolare per quella della sua componente religiosa.
Amava molto leggere, non solo di politica, ma anche e soprattutto di storia perché riteneva che conoscere la storia dell’umanità fosse essenziale per capire l’oggi. Amava anche molto viaggiare e quando andava in un paese nuovo gli piaceva leggere dei libri sulla storia e sulla cultura di quel popolo e parlarcene quando ne avevamo l’occasione, trasmettendoci l’entusiasmo di queste sue nuove conoscenze.
La sua perdita lascia un vuoto nell’intera CCI, in particolare nei compagni della sezione in Italia ed in altri compagni delle sezioni in Francia e in Svizzera che hanno lavorato più strettamente con lui e che lo conoscevano da più tempo. Ma proprio per la sua evidente voglia di cambiare questa società e per la sua sensibilità e vivacità intellettuale, Enzo lascia un forte dolore anche in quei compagni vicini all’organizzazione che lo avevano conosciuto, come dimostrano le diverse manifestazioni di affetto nei suoi confronti che ci sono giunte[2], come la poesia e la lettera che seguono che danno un’immagine efficace e vivente del nostro compagno.
Ringraziamo di cuore tutti questi compagni ed anche i compagni dell’Istituto Onorato Damen[3] che ci hanno scritto per esprimere la loro solidarietà alla CCI per questa perdita: “Vi esprimiamo la nostra sincera vicinanza per questa grave perdita, confidando che il nostro impegno, il lavoro dell’Istituto Onorato Damen, possa rappresentare un contributo concreto a quella battaglia per il socialismo che ha animato la vita del compagno Enzo”. E non possiamo che concordare con i compagni quando, facendo riferimento a quanto scritto da noi nel comunicato circa le difficoltà lavorative di Enzo, dicono giustamente: “Elementi di drammaticità nella vita di un proletario che sempre più diventano atroce attualità per tutti i venditori di forza lavoro, ma che in Enzo, come ricordate, erano accompagnati da una determinazione a lottare per il socialismo che deve essere da motivazione per tutti i comunisti”.
Naturalmente Enzo lascia un vuoto ed un enorme dolore nei suoi familiari ai quali vogliamo esprimere ancora una volta tutta la nostra solidarietà e disponibilità per qualsiasi cosa possa essere loro di aiuto in un momento così difficile, anche se la lontananza geografica non ci ha permesso ancora di essere loro fisicamente vicini. Abbiamo scritto loro una lettera per esprimere il nostro dolore e per chiedere di poterli incontrare per ricordare insieme Enzo e con grande piacere abbiamo ricevuto una risposta dove ci dicono che “sentitamente e con grande commozione ringraziano per la pubblicazione del vostro articolo. Sarebbe cosa molto gradita avere contatti con tutti coloro che conoscevano Enzo, per cui comunichiamo la nostra completa disponibilità”. Ci auguriamo di poter incontrare al più presto la madre di Enzo che abbiamo conosciuto a Milano e conoscere per intero la sua famiglia.
Enzo non è più fisicamente con noi, ma resterà sempre con noi come compagno di lotta e di viaggio verso una società senza più sfruttamento e barbarie, ma finalmente a misura d’uomo. Una società che Enzo era convinto di poter costruire ed alla quale ha dedicato gran parte della sua vita.
CCI, 11 giugno 2011
Per Enzo …
L’ho appena saputo : te ne sei andato,
in silenzio, come spesso ti ho visto.
Non ti conoscevo da molto tempo,
eppure c’era qualcosa che mi faceva sentire
che eri un mio compagno,
non solo e non tanto perché condividevamo
simili visioni politiche,
ma perché ho subito sentito che provavi come me
la stessa insofferenza per questa società,
la stessa voglia di cambiare,
la stessa voglia di gioire,
la stessa voglia di costruire insieme
un mondo dove veramente tutti saranno liberi e felici.
Ora chissà dove sei andato,
eppure sono convinto
che continuerai a vivere qui con noi,
nelle nostre idee e nelle nostre azioni,
e che quello che saremo in grado di costruire lo
costruiremo anche grazie alla tua presenza viva nei nostri cuori.
Volevi andare in Spagna, poi in Marocco, e poi chissà dove
ma forse il vero viaggio che volevi fare era quello che tutti sogniamo
quello che ci porti in un posto dove potere essere veramente noi stessi,
un posto che non c’è,
un posto che va costruito,
un posto per tutti e di tutti,
un posto che proveremo a costruire anche per te …
Stefano, 16/5/2011
V. per Enzo
Mi dispiace di sentire della morte di Enzo. Era una persona straordinaria, determinata nel suo impegno per la lotta rivoluzionaria, passionale contro le ingiustizie sociali e sempre desideroso di comprendere il mondo in cui viviamo, al fine di trasformarlo.
Mi ricordo quando l’ho incontrato per la prima volta – nelle riunioni pubbliche a Milano. Lui arrivava come una brezza di mare; scoppiettante di pensieri e domande e riflessioni - spesso alla rinfusa, ogni idea cercando di trovare il suo giusto posto tra le altre - ma sempre stimolante e vitale e sempre pronto a sfidare il vecchio modo di guardare le cose.
Per molti lavoratori che, come lui, hanno trascorso molti anni nella convinzione che il trotzkismo offrisse un quadro valido per la trasformazione della società, il crollo del blocco “sovietico” deve essere stato un colpo brutale per la loro fiducia in un’alternativa della classe operaia a questo marcio sistema. Ma Enzo si rimboccò le maniche e cercò un modo per capire cosa stava succedendo nel mondo capitalista e come lottare contro di esso - e con grande determinazione ha trovato la sinistra comunista.
Non posso evitare di pensare che la passione e il contributo di militanti come Enzo rimangano per sempre nel cuore della storica lotta e che la classe operaia porterà una parte di lui con sé quando alla fine tenterà l’attacco al cielo.
Le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Enzo, agli amici e ai compagni.
V. 27 maggio 2011
[1] In realtà Enzo percorre un’ulteriore tappa politica intermedia all’interno di “Ombre Rosse” - della galassia di Rifondazione Comunista – prima di approdare definitivamente alle posizioni della sinistra comunista.
[2] Alcune di queste sono state postate sul forum Napolioltre alla voce “Per Enzo…”, all’indirizzo https://napolioltre.forumfree.it/?t=55713652#lastpost.