Corrente Comunista Internazionale

Questioni di organizzazione: siamo diventati leninisti?

Pubblichiamo qui di seguito la seconda parte di un articolo apparso sulla versione trimestrale (disponibile in lingua inglese, francese e spagnola) della nostra Révue Internationale nn. 96 e 97. Nella prima parte abbiamo risposto all’accusa che ci è stata rivolta di essere diventati “leninisti” e di aver cambiato posizione sulla questione organizzativa. Dopo aver chiarito la differenza fondamentale che esiste tra Lenin e le sue posizioni politiche da una parte e, dall’altra, il cosiddetto “leninismo”, cioè la deformazione che è stata fatta di queste posizioni, abbiamo dimostrato che il “leninismo” non solo si oppone ai nostri principi e posizioni politiche, ma che esso mira anche alla distruzione dell’unità storica del movimento operaio. In particolare, esso rigetta la lotta delle sinistre marxiste all’interno - e poi al di fuori - della II e III Internazionale, spingendo Lenin contro Rosa Luxemburg, Pannekoek, etc.. Il “leninismo” è la negazione del militante comunista Lenin. Esso è l’espressione della controrivoluzione staliniana all’inizio degli anni 1920.

Abbiamo anche affermato di aver sempre rivendicato la lotta di Lenin per la costruzione del partito contro l’opposizione dell’economicismo e dei menscevichi. Abbiamo anche ricordato che manteniamo il nostro rigetto nei confronti dei suoi errori in materia di organizzazione, particolarmente sul carattere gerarchico e “militare” dell’organizzazione, come a livello teorico sulla questione della coscienza di classe che dovrebbe essere apportata al proletariato dall’esterno, ricollocando questi errori nel loro quadro storico per comprenderne la dimensione ed il loro significato reale.

In questa seconda parte risponderemo invece alle seguenti questioni: qual è la posizione della CCI sul “Che fare?” e su “Un passo avanti, due passi indietro?” Perché affermiamo che queste due opere di Lenin rappresentano delle acquisizioni teoriche, politiche ed organizzative insostituibili? Le nostre critiche, rivolte a dei punti tutt’altro che secondari - come è in particolare la questione della coscienza sviluppata nel “Che fare?”, rimettono per caso in dubbio il nostro accordo fondamentale con Lenin?

Saluto alla creazione di un nucleo della CCI in Brasile

Informiamo i nostri lettori della creazione di un nucleo della CCI in Brasile. Per noi questo è un avvenimento di grande importanza che viene a concretizzare lo sviluppo della presenza politica della nostra organizzazione nel primo paese dell’America latina, con la maggiore concentrazione industriale in questa regione del mondo e tra le più importanti a livello mondiale.

Tesi sul movimento degli studenti della primavera 2006 in Francia

Queste tesi sono state adottate dalla CCI il 3 aprile 2006 mentre il movimento degli studenti stava ancora svolgendosi. In particolare, la grande manifestazione del 4 aprile, che il governo sperava meno potente della precedente del 28 marzo, ha superato quest’ultima ampiamente con una partecipazione ancora più importante di lavoratori del settore privato. Nel suo discorso del 31 marzo, il presidente Chirac aveva tentato una manovra ridicola: aveva annunciato la promulgazione della legge delle “Pari opportunità” ed aveva chiesto che il suo articolo 8 (il Contratto di Primo Impiego, principale motivo della collera degli studenti) non venisse applicato.

Come aiutare la CCI

La gravità della situazione alla quale l’umanità é confrontata é sempre più evidente. L’economia capitalista mondiale, dopo quarant’anni di sforzi per contenere gli effetti della crisi, sta crollando davanti ai nostri occhi. E le prospettive poste dalla distruzione dell’ambiente appaiono, dal punto di vista scientifico, sempre più buie. Ormai guerra, carestia, repressione e corruzione sono il pane quotidiano di milioni di persone.

Allo stesso tempo, la classe operaia e gli altri strati oppressi della società stanno cominciando a resistere alle richieste del capitalismo di maggiori sacrifici e austerità. Rivolte sociali, occupazioni, manifestazioni e scioperi sono sorti in vari paesi nel Nord Africa, in Europa e nel Nord e Sud America.

Omaggio alla nostra compagna Clara

La nostra compagna Clara è deceduta all'ospedale Tenon, a Parigi, sabato 15 aprile 2006 all'età di 88 anni.

 

Clara era nata l’8 ottobre 1917 a Parigi. Sua madre, Rebecca era di origine russa. Era venuta in Francia perché, nella sua città di origine, Simféropol, in Crimea, non poteva, in quanto ebraica, intraprendere studi di medicina, come era suo desiderio. Finalmente, a Parigi, ha potuto diventare infermiera. Prima ancora di venire in Francia, era una militante del movimento operaio poiché aveva partecipato alla fondazione della sezione del partito socialdemocratico di Simféropol.

16° Congresso della CCI: RISOLUZIONE SULLA SITUAZIONE INTERNAZIONALE

 Nel 1916, nel capitolo introduttivo alla Juniusbroschure, Rosa Luxemburg esponeva il significato storico della prima guerra mondiale:

Federich Engels disse un giorno: ‘la società borghese è posta davanti a un dilemma, o passaggio al socialismo o caduta nella barbarie’. Ma cosa significa ‘caduta nella barbarie’ al livello di civilizzazione che esiste oggi in Europa? Finora noi abbiamo letto queste parole senza riflettervi sopra e le abbiamo ripetute senza comprendere a fondo la loro terribile gravità. Gettiamo un colpo d’occhio intorno a noi in questo momento e capiremo cosa significa una caduta della società borghese nella barbarie. Il trionfo dell’imperialismo significa l’annientamento della civilizzazione – sporadicamente durante la durata di una guerra moderna e definitivamente se il periodo delle guerre mondiali che inizia adesso dovesse proseguire senza ostacoli fino alle sue estreme conseguenze. E’ esattamente questo che Engels aveva  predetto, quaranta anni fa, una generazione prima di noi. Oggi noi siamo posti davanti a questa scelta: o trionfo dell’imperialismo e decadenza di ogni civilizzazione, con le sue conseguenze, come per la Roma antica: lo spopolamento, la desolazione, la degenerazione, un grande cimitero; oppure vittoria del socialismo, cioè della lotta cosciente del proletariato internazionale contro l’imperialismo e contro il suo metodo di azione: la guerra. Questo è il dilemma per la storia del mondo, un dilemma la cui soluzione sta nelle mani del proletariato cosciente. Il proletariato deve gettare risolutamente nella bilancia il peso della sua lotta rivoluzionaria: l’avvenire della civilizzazione e dell’umanità dipendono da questo.

Bilancio del 16° Congresso della CCI: Prepararsi agli scontri di classe ed alla nascita di nuove forze comuniste

Nella scorsa primavera la CCI ha tenuto il suo 16° congresso. “Il Congresso internazionale è l’organo sovrano della CCI”, come è scritto nei nostri statuti. Per questo, come sempre dopo una tale scadenza, è nostra responsabilità renderne conto e trarne i principali orientamenti di fronte alla classe (1).

L'evoluzione della lotta di classe nel contesto degli attacchi generalizzati e della decomposizione avanzata del capitalismo

Pubblichiamo qui di seguito il rapporto sulla lotta di classe presentato e ratificato durante la riunione, nell'autunno 2003, dell'organo centrale della CCI (1). Confermando le analisi dell'organizzazione sulla persistenza del corso agli scontri di classe (aperto dalla ripresa internazionale della lotta di classe nel 1968) malgrado la gravità del riflusso subito dal proletariato a livello della sua coscienza dal crollo del blocco dell'Est, questo rapporto aveva come compito particolare di valutare l'impatto attuale ed a lungo termine dell'aggravamento della crisi economica e degli attacchi capitalisti sulla classe operaia. L’analisi è che "Le mobilitazioni a grande scala della primavera 2003 in Francia ed in Austria rappresentano una svolta nella lotta di classe dal 1989. Esse sono un primo passo significativo nel recupero della combattività operaia dopo il periodo più lungo di riflusso avuto dal 1968".

Riunione pubblica a Buenos Aires: a che sta la lotta di classe oggi?

Il 5 novembre scorso grazie al sostegno dei militanti del NCI d’Argentina, la CCI ha tenuto una riunione pubblica a Florencio Valera, periferia di Buenos Aires. Il tema era sull’evoluzione della lotta di classe a livello mondiale. Come alla precedente riunione pubblica di agosto, l’introduzione è stata volutamente breve per permettere alla discussione di svilupparsi il più possibile.

I trent'anni della CCI: appropriarsi del passato per costruire l'avvenire

(Révue Internationale n. 123)
 Il 16° congresso della CCI è coinciso con i suoi trent'anni di esistenza. Come avevamo fatto all'epoca dei dieci e dei vent'anni della CCI, ci riproponiamo con quest'articolo di trarre un bilancio dell'esperienza della nostra organizzazione nel periodo trascorso. Non si tratta di una manifestazione di narcisismo: le organizzazioni comuniste non esistono per loro stesse; sono strumenti della classe operaia e la loro esperienza appartiene a quest'ultima. Così, questo articolo vuole essere una sorte di mandato affidato dalla classe alla nostra organizzazione durante i trenta anni della sua esistenza. E come per ogni mandato, è opportuno valutare se la nostra organizzazione è stata capace di fare fronte alle responsabilità che le sono state demandate quando è stata costituita. È per ciò che cominceremo con esaminare quelle che erano le responsabilità dei rivoluzionari trent'anni fa di fronte alla posta in gioco della situazione di allora e come si sono evolute in seguito con le modifiche di tale situazione.

Corrispondenza con l’Unione Comunista Internazionalista (Russia): comprendere la decadenza del capitalismo

Pubblichiamo una lettera ricevuta dal gruppo russo UCI (Unione Comunista Internazionalista) (1). Questa lettera è essa stessa una risposta ad una lettera che avevamo mandato precedentemente a questo gruppo; essa contiene infatti numerose citazioni della nostra lettera che appaiono in corsivo.

Come diventare militanti della CCI

In questi ultimi mesi, la nostra organizzazione ha ricevuto tutta una serie di lettere di lettori che ponevano la domanda “come si fa ad aderire alla CCI?” Questa volontà di impegno militante da parte di elementi alla ricerca di una prospettiva di classe si è espressa in parecchi paesi, ed in particolare in paesi molto differenti come la Francia e gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o il Bangladesh. A ciascuno di questi lettori, abbiamo inviato una risposta personale proponendo loro di intavolare una discussione con la nostra organizzazione per chiarire le nostre concezioni. 

MANIFESTO DEL 9° CONGRESSO DELLA CCI (1991)

 

Nella storia la posta in gioco non è mai stata così drammatica e decisiva quanto lo è oggi. Una classe sociale non ha mai dovuto affrontare una responsabilità paragonabile a quella che ha oggi il proletariato.

 "Il comunismo è morto!", "Operai, è inutile sperare di mettere fine al capitalismo, questo sistema ha definitivamente sotterrato il suo mortale nemico". Ecco quello che la borghesia ripete in tutti i toni dopo che è crollato il blocco dell'Est. Così la più grande menzogna della storia, l'identificazione del comunismo con lo stalinismo, cioè una delle forme più barbare dello sfruttamento capitalista, ci viene servita ancora una volta, proprio nel momento in cui questo stesso stalinismo affonda nel fango e nel caos. Per le classi dominanti di tutti i paesi si tratta di convincere gli sfruttati che è inutile lottare per cambiare il mondo. "Occorre accontentarsi di quello che abbiamo poiché non esiste altro. E guai se il capitalismo fosse rovesciato: la società che gli succederebbe sarebbe ancora peggiore". La capitolazione ingloriosa dello stalinismo a partire dal 1989, l'affondamento ignominioso del blocco che dominava ci è stato presentato come una "grande vittoria della Democrazia e della Pace". Essi dovevano annunciare un "nuovo ordine mondiale", pacifico e prospero dove finalmente sarebbero stati rispettati i "diritti degli uomini".

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