Italia

L’Autunno caldo 1969 in Italia, un momento della ripresa storica della lotta di classe (I)

Quello che viene comunemente ricordato come l’Autunno caldo italiano è un insieme di lotte che scuotono l’Italia dal Piemonte alla Sicilia giusto 40 anni fa e che cambieranno in maniera durevole il quadro sociale e politico del paese. Ma queste lotte non sono una peculiarità italiana. Infatti, alla fine degli anni ’60, si può assistere, particolarmente in Europa ma non solo, allo sviluppo di una serie di lotte e di momenti di presa di coscienza da parte del proletariato che mostrano, nel loro insieme, che qualcosa è cambiato: la classe operaia era tornata finalmente sulla scena sociale.

E in Italia, a che sta la lotta di classe?

Nell’articolo “Perché tanti attacchi e così poche lotte?”, pubblicato in questo stesso numero del giornale, affermiamo che “la violenza con cui colpisce oggi la crisi economica ha, per il momento, un effetto allarmante e dunque paralizzante” sulla classe operaia. Ma questo non significa che non ci siano lotte.

A che serve il "No Berlusconi day"?

"Il 5 dicembre sarà un giorno speciale per l'Italia, si terrà probabilmente la più grande manifestazione della storia italiana nata completamente dal basso tramite internet.” Così scriveva qualcuno sul proprio blog su internet a proposito del “No Berlusconi Day”.

A proposito degli appelli di Saviano. Se “la malavita avvelena la società”, la risposta non è più democrazia!

Con la pubblicazione di Gomorra e la sua diffusione a livello internazionale, Roberto Saviano è divenuto il simbolo della lotta alla Camorra ed alla mafia più in generale, riscuotendo calorosi consensi non solo da parte di un’importante fetta dei media nostrani ed internazionali, ma anche di tanta gente che, già disgustata da una classe politica sempre più palesemente imbrogliona ed ipocrita, ha trovato in Saviano chi fa una denuncia della criminalità organizzata e, soprattutto, dei suoi molteplici legami con il mondo politico ed imprenditoriale.

Autunno caldo 1969: tappa della ripresa storica della lotta di classe. Estratti presentazione alla Riunione Pubblica di novembre

Quello che viene comunemente ricordato come l’Autunno caldo italiano è un insieme di lotte che scuotono l’Italia dal Piemonte alla Sicilia e che cambieranno permanentemente il quadro sociale e politico del paese. Ma queste lotte non sono una peculiarità italiana. Infatti alla fine degli anni ’60 si può assistere, particolarmente in Europa ma non solo, allo sviluppo di una serie di lotte e di momenti di presa di coscienza da parte del proletariato che mostrano, nel loro insieme, che qualcosa è cambiato: la classe operaia, risvegliatasi dal lungo torpore degli anni della controrivoluzione in cui l’avevano cacciata la sconfitta degli anni ’20, la guerra e l’azione nefasta dello stalinismo, torna finalmente sulla scena sociale per riprendere la sua lotta storica contro la borghesia. Il maggio francese del 1968, gli scioperi in Polonia del 1970 e le lotte in Argentina del 69-73, assieme all’Autunno caldo in Italia sono soltanto gli eventi maggiori di questa dinamica nuova che investe tutti i paesi del mondo e che aprirà la nuova epoca di scontri sociali che, tra alti e bassi, è arrivata fino a noi oggi.

Solidarietà con la lotta dei precari della scuola

Se da mesi e mesi si sviluppa una lotta tra i precari della scuola che viene completamente oscurata rispetto ad altre avvenute nello stesso periodo è perché questa, per le condizioni in cui si è prodotta, può destare maggiori preoccupazioni alla borghesia in quanto meno facilmente governabile. Innanzitutto le decine di migliaia di lavoratori coinvolti sono decisamente superiori a quelli che hanno scioperato, ad esempio, alla INNSE di Milano o in altre piccole fabbriche. Inoltre si tratta, nel caso dei precari della scuola, di un settore che tradizionalmente ha avuto un rapporto difficile con il sindacato e che ha espresso nella sua storia diversi episodi di lotte organizzate dal basso e di collegamento anche a livello nazionale.

E i precari hanno oggi ben motivo per mobilitarsi in massa e per lungo tempo. Ben 18.000 di loro infatti, dopo anni di incarico, perderanno il lavoro a causa dei più di 45.000 posti tagliati nella scuola dal governo, in parte assorbiti dai pensionamenti. E qui non c’entra niente il mercato, ma solo la volontà del governo di fare cassa per far fronte alla crisi del capitalismo. Un tale attacco, uno dei più importanti tra quelli portati avanti contro un settore di lavoratori negli ultimi tempi, non poteva rimanere senza risposta, visto che quello che è in gioco è la stessa sopravvivenza. Ed infatti, fin dal mese di agosto, i precari si sono mobilitati in varie città d’Italia, dal nord al sud.

Solo una lotta unita e solidale consente di resistere agli attacchi

Ormai non è più soltanto Berlusconi a ripeterci fino alla nausea che la ripresa è già cominciata, ma la maggior parte dei mezzi di informazione e dei vari organismi internazionali, dall’OCSE al FMI, che ci dicono che la recessione è ormai finita, che gli strumenti messi in atto dai vari Stati hanno consentito di frenare ed anche di cominciare a superare la crisi.

Perché il governo Berlusconi ce l’ha a morte con gli immigrati?

La crisi potrebbe innescare una guerra nei Paesi più poveri”! A sostenerlo è il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn, in un discorso tenuto a New York. La posta in gioco sul tavolo della crisi, ha detto Strauss-Kahn, “è molto alta nei paesi a basso reddito dove la popolazione è particolarmente vulnerabile” e per i quali “le conseguenze potrebbero essere disastrose”… “In molte aree del mondo - ha affermato - la posta in gioco non è solo un’elevata disoccupazione o un ridotto potere d’acquisto, ma la vita o la morte”.

Dietro lo scandalo di escort, festini e cocaina, gli scontri nella maggioranza governativa

Dopo mesi di prime pagine de la Repubblica e dei quotidiani esteri su escort e festini, l’attenzione è adesso puntata sullo scontro Berlusconi-Fini, arrivando persino ad ipotizzare da più parti la fine del governo Berlusconi come conseguenza della reazione della parte più responsabile e sobria (come dice il vaticano) delle forze politiche di fronte alle ultime vicende berlusconiane.

In realtà, impostazioni differenti ed attriti ci sono sempre stati nel Pdl e ancor prima nella coalizione di centro-destra. E allora a cosa è dovuta la cattiva sorte in cui è caduto in questo momento Berlusconi? E’ solo una serie di coincidenze che hanno portato alla ribalta le porcherie che tutto il mondo ormai conosce, oppure c’è dietro qualcuno che ha alimentato questa dinamica? E se c’è qualcuno, chi è? La sinistra che complotta contro il premier e vuole fare un colpo di Stato, come dicono Berlusconi e Brunetta? O Fini che aspira al posto di Berlusconi come lascia intendere La Repubblica?

L’imperialismo italiano si difende nel mondo

Se c’è un mito a cui molti credono, a proposito della storia patria, è quello degli “italiani brava gente”, secondo il quale l’Italia non ha mai fatto male a nessuno (eccezion fatta ovviamente per la parentesi nera del fascismo), e che anzi, se si è impegnata nel mondo, è solo per “difendere la pace”, per imporla alle popolazioni in guerra civile, e così via.

Coordinamento di Sesto S. Giovanni : un chiaro segno del processo di maturazione nella classe dal ’68 ad oggi

Segnaliamo e raccomandiamo ai compagni la lettura e la discussione dei due documenti pubblicati dal Coordinamento degli operai delle fabbriche Breda, Falck e Magneti Marelli di Sesto San Giovanni. Il primo, “La svolta sindacale gli interessi degli operai” costituisce una critica del documento economico del direttivo delle confederazioni CGIL-CISL-UIL del gennaio 1978 in cui si analizza il ruolo di sostegno e di difesa del capitale svolto oggigiorno dai sindacati, l’irreversibilità della crisi e la prospettiva di guerra cui già si prepara la borghesia. Il secondo, il “Manifesto politico del Coordinamento degli operai di Sesto San Giovanni”, oltre ad una breve presentazione sulla formazione del coordinamento, costituisce tanto una sorta di piattaforma politica e programmatica, quanto un appello “per l’unificazione dell’avanguardia di fabbrica, per la lotta politica indipendente degli operai”.

Abbiamo letto. IL PROBLEMA DELL’AVANGUARDIA DI CLASSE: COORDINAMENTO DI OPERAI O ORGANIZZAZIONE POLITICA PROLETARIA?

Quella che segue è una lettera che abbiamo spedito ai due compagni del Gruppo Operaio Fiat, estensori di un documento di minoranza dal titolo “Dove va ‘Operai Contro’, dove vanno i gruppi operai”. Questo documento, scritto in occasione del Convegno di Milano del 6 novembre '82 e fornitoci contemporaneamente da uno dei due compagni nel novembre scorso, attende ancora una risposta dalle persone cui esso è rivolto. Non poteva essere che così visto che i compagni estensori, in larga misura in maniera inconsapevole, hanno fornito in esso le prove del fallimento del gruppo operaio Fiat, del Coordinamento di cui esso fa parte, nonché del giornale “operaio” prodotto da quest’ultimo.

La crisi economica si abbatte sul sistema Italia

Sono ormai due anni che quest’ultima crisi economica si è messa in moto e non si vede ancora la fine, si ipotizza solo che durerà almeno fino al 2010. Sono stati bruciati miliardi e miliardi di euro e dollari, sono crollati interi settori economici e soprattutto finanziari. Grandi e storiche banche, famosi istituti finanziari - la crema della crema a livello mondiale - sono scomparsi nel nulla. Milioni di lavoratori, soprattutto degli istituti di credito, sono stati mandati a casa; i più fortunati hanno cambiato lavoro, altri sopravvivono

Lampedusa. Solidarietà di classe contro le politiche bestiali della borghesia

La politica del governo Berlusconi nei confronti dell’immigrazione “clandestina” (1) non è propria di questo governo, né dei governi di destra in generale. Il governo “progressista” di Zapatero, nell’ottobre 2005, ha fatto di peggio: è arrivato addirittura a far sparare dalla propria polizia sugli emigranti che cercavano di scavalcare il muro di confine con il Marocco (2). La ragione principale di questa politica di esclusione di una immigrazione regolare è che, oggi che la crisi impone ai vari capitali nazionali di risparmiare

“Caso” Eluana: ovvero come il capitalismo cerca di bloccare la riflessione nella classe operaia

La situazione economica e sociale mondiale è ormai nota a tutti. Non siamo più i soli a denunciare che il sistema capitalista è fallito, anche se tv e giornali spostano l’attenzione più sui singoli casi che sul sistema nel suo insieme. E potendo fare di più e meglio, le televisioni e i giornali di grande audience spostano l’attenzione su fatti di cronaca che normalmente resterebbero un solo giorno o al massimo una settimana come notizia. Come spiegarsi che venerdì 6 febbraio i telegiornali di prima serata intorno alle 20 abbiano aperto tutti con la storia di Eluana? E che

Comunicato sullo sgombero del Cox 18 e della Libreria Calusca a Milano

Una serie di messaggi pubblicati stamattina su Indymedia hanno dato la notizia secondo cui "La polizia ha occupato tutto lo stabile compreso l'archivio Primo Moroni e la libreria e non è possibile entrare. Hanno blindato il quartiere con tutte le specie di polizia e si sta creando un presidio con tutte le compagne ed i compagni disponibili. Si ricorda a tutti che anche il Torricelli/Circolo dei malfattori in via Torricelli è sotto sgombero e che si prevede possa succedere qualcosa entro i primi giorni di febbraio."

Quello a cui assistiamo è dunque l'agire del pugno forte dello Stato che cerca di ridurre al silenzio le voci di dissenso che esistono nella realtà sociale. Ma noi crediamo che ci sia in più un atteggiamento volutamente provocatorio tendente appunto ad attirare i compagni nella trappola della violenza per la violenza. L'ormai famosa intervista a Cossiga di cui abbiamo già riprodotto degli ampi estratti in un precedente articolo sul movimento degli studenti[1] non poteva essere più eloquente.

La lotta degli studenti, in Italia come in Europa, una tappa importante della lotta di classe

Nel precedente articolo sul movimento degli studenti apparso il 5 novembre scorso sul nostro sito web[1] mettevamo già in evidenza come questo traesse la sua maggiore forza non tanto dalla sua specificità di movimento di studenti quanto piuttosto dal riconoscimento, ampiamente presente al suo interno e testimoniato proprio dalla parola d'ordine diffusa a livello nazionale "Noi la crisi non la paghiamo", di costituire la nuova generazione di proletari e, in questo senso, di essere sottoposti, già a livello di formazione, alle esigenze di ristrutturazione del capitale.

Alitalia: la santa alleanza della borghesia porta alla sconfitta i lavoratori

Sulla vicenda Alitalia sono tantissime le lezioni che possiamo trarre. E’ molto probabile, che Berlusconi con la “cordata italiana” abbia voluto fare un favore ai suoi amichetti (a buon rendere evidentemente), così come sembra vero che nel decreto sull’Alitalia si sia cercato di fare passare in maniera nascosta un altro favore per altri amici degli amici; è altrettanto vero che il piano contenuto nella proposta di acquisto fatta da Air France in marzo era migliore

Il governo Berlusconi nella traiettoria del governo “di sinistra” Prodi Obiettivo primo: scaricare la crisi sulla classe operaia

Le ultime elezioni hanno visto la piena vittoria di Berlusconi e dei suoi alleati di destra. Con la maggioranza assoluta un uomo d’azienda come Berlusconi non poteva che darsi da fare a risolvere i problemi immediati con la bacchetta magica. Non poteva giocherellare come in passato con “la sinistra che ci ostacola” e frasi ad effetto. Il primo problema che incominciava a puzzare un po’ troppo era la presenza massiccia in molte zone del napoletano di cumuli di

Il V2-Day del 25 aprile. Una nuova chiamata alla difesa del “democratico Stato italiano”

Beppe Grillo è soddisfatto! “Il V2-day è stato un successo perché quasi 500 piazze in Italia e all’estero hanno partecipato, perché sono state raccolte 1.300.000 firme in un giorno, perché 120.000 persone hanno ascoltato per sei ore in piedi sotto un caldo estivo economisti, ambientalisti, operai metalmeccanici e anche Beppe Grillo” (da La Settimana

BREVE STORIA DEL PCI (1936-1947) ad uso dei proletari che non vogliono più credere a niente ad occhi chiusi

Nella prima parte di questo articolo (Rivoluzione Internazionale n°63) abbiamo visto come il Partito Comunista nato nel ’21 a Livorno sia stato prima castrato del suo programma rivoluzionario (Congresso truccato di Lione, 1926) e successivamente trasformato in un nuovo partito borghese “di sinistra” (Appello di Togliatti ai fascisti italiani, 1936). Questo processo non è stato indolore ed il passaggio

Elezioni politiche 2008: La sconfitta della “sinistra parlamentare” non è una sconfitta per i lavoratori

Passata l’ennesima ubriacatura di propaganda elettorale, fatte sedimentare tutte le polemiche della vigilia, ci ritroviamo un quadro politico che ha meravigliato anche i più preparati esperti politologi e prodotto stati di sconcerto, se non di vera demoralizzazione, in non pochi compagni. Cosa è successo dunque? Anzitutto le elezioni sono andate,

Alitalia: i sindacati preparano la sconfitta e la demoralizzazione dei lavoratori

Il ritiro di Air France rende ancora più drammatica la situazione dell’Alitalia e, soprattutto, di quelli che vi lavorano. Il prestito di 300 milioni, che l’uscente governo Prodi ha stanziato per dare un po’ di ossigeno all’azienda, viene utilizzato come giustificazione alla menzogna che una possibilità di salvaguardare i posti di lavoro per tanti proletari forse c’è. In realtà la prospettiva è che come minimo ci sarà un drastico ridimensionamento, perché più

Veltroni o Berlusconi, Casini o Bertinotti. I lavoratori non possono aspettarsi nulla dal nuovo governo

I lavoratori italiani hanno i salari più bassi d’Europa” (Eurispes), “Il 15% delle famiglie italiane vive in condizioni di assoluta povertà!”, “In Italia ci sono morti sul lavoro ogni giorno”. Queste notizie non vengono da giornali rivoluzionari, ma direttamente da enti statali, da personaggi eminenti della borghesia e del governo e successivamente dai sindacati i quali, sentendosi chiamati in causa, portano il “loro contributo di

Dalle riunioni pubbliche della CCI. L’Emergenza rifiuti in Campania: un sintomo del degrado del capitalismo

Dopo tre mesi dallo scoppio dell’emergenza rifiuti la situazione in Campania continua ad essere critica. La città di Napoli è stata in parte ripulita, ma nella periferia esistono cumuli di rifiuti ormai in piena fermentazione da prima di Natale che continuano ad invadere le strade e le “soluzioni” del commissario De Gennaro non fanno che esasperare ancora di più la popolazione. Intanto le 7mila pseudo eco-balle sparse sul

I perché della crisi di governo

Caduto un governo, se ne fa un altro, si diceva una volta, per sottolineare il fatto che la storia continua più o meno uguale a se stessa. Ma possiamo veramente tirare questa filosofia dagli avvenimenti dell’ultima legislatura e soprattutto dagli ultimi mesi del governo Prodi? Onestamente no! Proviamo a ripercorrerli velocemente. Tutti ci ricordiamo che il governo Berlusconi, che è rimasto in carica fino al 2006, ha ceduto il passo al governo Prodi lasciando un campo minato, quello della legge

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