Ondata rivoluzionaria, 1917-1923

Cento anni fa, la rivolta a Kronstadt

Dopo la rivoluzione russa nel 1917, la rivoluzione in Germania nel 1918, la creazione dell'Internazionale comunista nel 1919, la CCI ritorna oggi sul centesimo anniversario della tragica repressione della rivolta dei marinai, soldati e operai di Kronstadt di marzo 1921 con la ripubblicazione di un documento, Le lezioni di Kronstadt, pubblicato su Rivoluzione Internazionale n° 6 per trarre le lezioni essenziali

Quali lezioni per le lotte del futuro? (II parte)

Nella prima parte di quest'articolo, abbiamo ricordato le circostanze in cui fu fondata la Terza Internazionale (Internazionale Comunista). L'esistenza del partito mondiale dipende innanzitutto dall'estensione della rivoluzione su scala mondiale e la sua capacità ad assumere le proprie responsabilità nella classe dipende dal modo con cui viene effettuato il raggruppamento delle forze rivoluzionarie da cui quest'ultimo proviene.

Centenario della fondazione dell’Internazionale Comunista: quali lezioni trarre per le lotte future?

Un secolo fa, un vento di speranza soffiava sull'umanità. Dapprima in Russia la classe operaia era riuscita a prendere il potere. Poi in Germania, in Ungheria e in Italia, ha coraggiosamente lottato per continuare il lavoro degli operai russi con una sola parola d'ordine: l'abolizione del modo di produzione capitalista le cui contraddizioni hanno fatto precipitare la civiltà in quattro anni di guerra. Quattro anni di barbarie senza precedenti fino ad allora che testimoniano l'ingresso del capitalismo nella sua fase di decadenza.

Rosa Luxemburg: i bolscevichi rappresentano l’onore della rivoluzione. Il significato fondamentale della rivoluzione russa

“Le classi dominanti hanno sempre ricompensato i grandi rivoluzionari, durante la loro vita, con incessanti persecuzioni; la loro dottrina è stata sempre accolta con il più selvaggio furore, con l'odio più accanito e con le più impudenti campagne di menzogne e di diffamazioni.

Una testimonianza: l’anno I della rivoluzione russa

Questi estratti dall’opera di un testimone della rivoluzione, Victor Serge, costituiscono una clamorosa smentita alla campagna ideologica ripetuta fino alla nausea cento anni dopo da tutti i mezzi di informazione, secondo cui quella dell’Ottobre 1917 non sarebbe stato che un volgare “colpo di Stato” operato da Lenin e da un pugno di bolscevichi.

90 anni fa, la rivoluzione tedesca: di fronte alla guerra il proletariato ritrova i suoi principi internazionalisti

90 anni fa, la rivoluzione proletaria culminava in modo tragico in Germania nelle lotte del 1918 e 1919. Dopo l‘eroica presa del potere da parte del proletariato in Russia nell’ ottobre del 1917, il cuore della battaglia per la rivoluzione mondiale si spostò in Germania. Là fu condotta la battaglia decisiva, ed essa fu persa. La borghesia mondiale ha sempre voluto mantenere questi avvenimenti nell'oblio. Tuttavia, non potendo negare l'esistenza delle lotte in quel periodo, la borghesia afferma pretestuosamente che quest'ultime sono state condotte in nome

90 anni fa, la rivoluzione proletaria in Germania mette fine alla Prima Guerra mondiale

Il 4 novembre del 1918, a Kiel, porto tedesco sul Mar del Baltico, migliaia di marinai si rivoltarono contro il comando dell'esercito che aveva ordinato loro di lanciarsi in un'altra avventura guerriera.

Era stato raggiunto un punto culminante di malcontento e di rigetto della guerra. Dopo quattro anni di uccisioni di massa, 11 milioni di morti, un numero incalcolabile di feriti, dopo l'estenuante guerra di trincea che stava causando numerosissime perdite per gli attacchi con gas nel Nord della Francia ed in Belgio, con la carestia che stava colpendo la popolazione operaia, dopo questa immonda carneficina senza fine, la classe operaia tedesca fu tanto disgustata dalla guerra da non essere più disposta a sacrificare la propria vita per gli interessi della "nazione". Tuttavia, il comando militare impose il proseguimento della guerra con una brutale repressione e decise di punire spietatamente i marinai che si erano ammutinati.

L'isolamento è la morte della rivoluzione

Il destino della rivoluzione in Russia dipendeva completamente dagli eventi internazionali. Il fatto che i Bolscevichi avessero basato la loro politica interamente sulla rivoluzione proletaria mondiale è la prova più chiara della loro lungimiranza politica, della loro fermezza di principi e dell’audace scopo della loro linea politica” (Rosa Luxemburg, La Rivoluzione Russa).

Fin dal 1914, quando la Prima Guerra Mondiale mise in chiaro che il periodo di decadenza del capitalismo era cominciato, i Bolscevichi erano all’avanguardia dei rivoluzionari, mostrando che come alternativa alla guerra mondiale c’era soltanto la rivoluzione mondiale del proletariato.

Con questo fermo orientamento internazionalista, Lenin e i Bolscevichi vedevano nella rivoluzione russa “…solo il primo passo della rivoluzione proletaria che sarebbe inevitabilmente sorta come conseguenza alla guerra”. Per il proletariato russo, la sorte della rivoluzione dipendeva in primo luogo dalle insurrezioni operaie negli altri paesi, e principalmente in Europa.

Le tesi di aprile, faro della rivoluzione proletaria

Nulla fa arrabbiare di più una classe sfruttatrice quanto un sollevamento degli sfruttati. Le rivolte degli schiavi sotto l’impero romano, dei contadini sotto il feudalesimo, sono state sempre represse con la crudeltà più disgustosa. Ma la ribellione della classe operaia contro il capitalismo è un affronto ancora maggiore contro la classe dominante di questo sistema perché porta in sé i vessilli di una società nuova, una società comunista che realmente corrisponde ad una possibilità ed a una necessità storica.

L'insurrezione di ottobre, una vittoria delle masse operaie

Certi storici al soldo del capitale sono pieni di elogi ipocriti per “l’iniziativa” e “lo slancio rivoluzionario” degli operai e dei loro organi di lotta di massa, i consigli operai. Sono traboccanti di comprensione per la disperazione degli operai, dei soldati e dei contadini provati dalla “grande guerra”. Soprattutto questi signori si spacciano per i difensori della “vera rivoluzione russa” contro la sua pretesa distruzione da parte dei bolscevichi. In altri termini, la borghesia attacca la rivoluzione russa mettendo al centro una falsa contrapposizione tra il febbraio e l’ottobre ‘17, una contrapposizione tra l’inizio e la conclusione della lotta per il potere che è l’essenza di ogni grande rivoluzione.

La conquista dei soviet da parte del proletariato

L’Ottobre 1917 ci ha lasciato una lezione fondamentale: la borghesia non lascia via libera alla lotta rivoluzionaria delle masse operaie. Al contrario, cerca di sabotarla con tutti i mezzi. Oltre la repressione diretta, essa utilizza un’arma molto pericolosa: il sabotaggio dall’interno, esercitato dalle forze borghesi mascherate da “operaie” e “radicali” – allora i partiti “socialisti”, oggi i partiti di “sinistra” e di “estrema sinistra”, e i sindacati.

Questo sabotaggio ha costituito la principale minaccia per la rivoluzione iniziata a febbraio: il sabotaggio dei soviet da parte dei partiti socialtraditori che tenevano in piedi l’apparato di Stato borghese. In questo articolo affronteremo questo problema e gli strumenti con i quali il proletariato è riuscito a risolverlo: il rinnovamento dei Soviet, il Partito bolscevico, l’insurrezione.

Lo sviluppo del movimento, da febbraio a ottobre '17

All’avanguardia di questo movimento internazionale che fermerà la guerra ed aprirà la possibilità della rivoluzione mondiale, fin dal 1915 troviamo gli scioperi economici degli operai russi che vengono duramente repressi. Tuttavia il movimento cresce: il 9 gennaio 1916, l’anniversario dell’inizio della rivoluzione del 1905 viene celebrato con grossi scioperi operai. Nuovi scioperi scoppiano durante tutto l’anno accompagnati da riunioni, discussioni, rivendicazioni, scontri con la polizia.

“Verso la fine del1916 il costo della vita aumenta a salti. All’inflazione ed alla disorganizzazione dei trasporti si aggiunge una vera e propria penuria di merci. In quel periodo, il consumo si è ridotto della metà. La curva del movimento operaio delinea una brusca ascesa. A partire dall’ottobre, la lotta entra in una fase decisiva, che unisce insieme tutte le gamme svariate di malcontento: Pietrogrado prende la rincorsa per il grande salto di febbraio. Nelle fabbriche i comizi dilagano. Argomenti trattati: i rifornimenti alimentari, l’alto costo della vita, la guerra, il governo. Vengono distribuiti i volantini dei bolscevichi. Si proclamano scioperi politici. All’uscita dalle fabbriche si svolgono manifestazioni improvvisate. Capita che gli operai di certe aziende fraternizzano con i soldati. Scoppia un violento sciopero di protesta contro il processo ai marinai rivoluzionari della flotta del Baltico. (… ) Gli spiriti sono sovraeccitati, i metallurgici si sono messi in prima fila, gli operai hanno sempre di più la sensazione che non c'è possibilità di ritirata. In ogni fabbrica si costituisce un nuovo nucleo d’azione, perlopiù raccolto attorno ai bolscevichi. Gli scioperi e i comizi si succedono senza interruzione nel corso delle due prime settimane di febbraio. L’8 febbraio, alla Poutilov i poliziotti vengono accolti da ‘una grandine di ferraglie e di scarti’. Il 14, giorno di apertura della Duma, ci sono circa 90.000 scioperanti a Pietrogrado. Molte fabbriche chiudono anche a Mosca. Il 16, le autorità decidono di introdurre a Pietrogrado le tessere del pane. Questa novità accresce il nervosismo. Il 19, vicino ai negozi di rifornimento, si formano dei gruppi, composti soprattutto da donne, e tutti esigono pane. L’indomani, in certi quartieri della città, vengono saccheggiati i forni. Sono i lampi che preannunciano l’insurrezione destinata a scoppiare qualche giorno dopo.” (1).

La rivoluzione proletaria può trionfare solo estendendosi all'insieme del pianeta

Come reazione alla degenerazione incarnata dallo stalinismo e vittime delle menzogne sparse dalla borghesia, molti operai sono convinti che la rivoluzione russa fosse “marcia dall’interno” e che i bolscevichi avessero profittato dei lavoratori per impadronirsi del potere. (1) Questa visione della borghesia non fa che applicare alla rivoluzione russa ciò che è sempre stata la sua visione della politica: la menzogna e la manipolazione delle masse. Ma il corso degli avvenimenti successivi all’insurrezione d’Ottobre è disciplinato dalle “leggi storiche” delle rivoluzioni proletarie e non dal machiavellismo proprio della borghesia: “In ciò, la rivoluzione russa non ha fatto che confermare l’insegnamento fondamentale di qualsiasi grande rivoluzione, la cui legge vitale si formula così: occorre avanzare molto rapidamente e risolutamente, rovesciare con mano di ferro tutti gli ostacoli, porre gli obiettivi sempre più lontano, se non si vuole ben presto essere riportati al fragile punto di partenza né essere schiacciati dalla controrivoluzione.” (2)

Il ruolo indispensabile del partito

Una cosa è certa: l’odio ed il disprezzo della borghesia per la rivoluzione proletaria che è cominciata in Russia nel 1917, i suoi sforzi per deformare e snaturare la sua memoria, riguardano soprattutto l’organizzazione politica che ha incarnato lo spirito del vasto movimento insurrezionale, il partito bolscevico. Ciò non ci deve sorprendere: dall’epoca della Lega dei Comunisti e della Prima Internazionale, la borghesia ha sempre voluto “perdonare” alla maggioranza dei poveri operai di essere stati ingannati dai complotti e dalle macchinazioni delle minoranze rivoluzionarie e queste ultime sono state sempre viste invariabilmente come l’incarnazione del male. E per il capitale, nessuna di queste organizzazioni è stata così nefasta come i bolscevichi; questi sono riusciti “a fuorviare” i semplici operai più a lungo e andando più lontano di qualsiasi altro partito rivoluzionario nella storia.

La rivoluzione proletaria d’Ottobre 1917 è il prodotto dell’azione cosciente e di massa dei lavoratori

Nel 1914, i vari signori a capo dei governi, re, politici e soldati, agenti di un sistema sociale che entrava nella sua epoca di decadenza, condussero il mondo al cataclisma della I Guerra mondiale: più di 20 milioni di morti, distruzioni mai viste fino allora, razionamento, penuria e carestia tra la popolazione civile, morte, incrudimento della disciplina militare, sofferenze illimitate al fronte. Tutta l'Europa si è vista annegata nel caos e la barbarie, nella distruzione di industrie, costruzioni, monumenti...

Ottobre 1917, inizio della rivoluzione mondiale: le masse operaie prendono il loro destino in mano - Introduzione

La Rivoluzione in Russia del 1917 ha rappresentato finora la più grandiosa azione che delle masse sfruttate abbiano compiuto per distruggere l’ordine che le riduce allo stato di bestie da soma della macchina economica e di carne da cannone nelle guerre tra potenze capitaliste.

Febbraio 1917 in Russia. La rivoluzione proletaria in marcia

Dopo 90 anni, lo scoppio della Rivoluzione russa del 1917 resta il movimento più gigantesco, più cosciente, più ricco di esperienze, di iniziative e di creatività delle masse sfruttate che la storia abbia mai conosciuto. Milioni di proletari riuscirono a rompere la loro atomizzazione, ad unificarsi consapevolmente, a darsi i mezzi per agire collettivamente, come una sola forza imponendo gli strumenti del capovolgimento dello Stato borghese per la presa del potere: i consigli operai (soviet). Al di là del rovesciamento del secolare regime zarista, questo movimento di massa cosciente, annunciava niente di meno che l'inizio della rivoluzione proletaria mondiale nel contesto internazionale di un’ondata di rivolte della classe operaia contro la guerra ed il sistema capitalista.

Corrispondenza con l’Unione Comunista Internazionalista (Russia): comprendere la decadenza del capitalismo

Pubblichiamo una lettera ricevuta dal gruppo russo UCI (Unione Comunista Internazionalista) (1). Questa lettera è essa stessa una risposta ad una lettera che avevamo mandato precedentemente a questo gruppo; essa contiene infatti numerose citazioni della nostra lettera che appaiono in corsivo.

Abbonamento a RSS - Ondata rivoluzionaria, 1917-1923