Tentativi di lottare al di fuori del controllo sindacale

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Pubblichiamo qui di seguito due volantini che rappresentano lo sforzo manifestato da una parte della classe operaia, ancora molto minoritaria, a prendere il controllo delle sue lotte. Il primo è stato redatto e adottato dall’Assemblea Generale di Saint-Sernin (Tolosa). Il secondo è stato realizzato da alcuni partecipanti all’Assemblea Generale interprofessionale della Stazione dell’est a Parigi.

Ci sarebbero molti altri episodi interessanti, tra i quali ricordiamo solo quelli di Tours o di Rennes, dove dei lavoratori si sono raggruppati in assemblee generali intercategoriali, e l’iniziativa della CNT-AIT che ha organizzato un po’ dappertutto in Francia delle Assemblee popolari autonome.

L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori medesimi (Karl Marx).

Volantino dell’Assemblea generale di Saint-Sernin (Tolosa)

Di fronte alla determinazione di Sarkozy, i suoi mezzi di comunicazione e lo Stato poliziesco ad annullare la lotta attuale ed a screditarla attraverso le più infami provocazioni:

Disoccupati, pensionati, precari, lavoratori, studenti, universitari,

Affermiamo la nostra unità e prendiamo l’iniziativa delle nostre lotte!

La mobilitazione e l’entusiasmo manifestati in occasione della manifestazione di martedì scorso sono stati giganteschi. Noi abbiamo raggiunto il numero, adesso dobbiamo sviluppare la coscienza che soltanto attraverso il controllo delle lotte, la discussione la più larga possibile, la fusione di tutti i settori, l’appoggio degli studenti liceali ed universitari, dei precari e dei disoccupati possiamo realmente guadagnare ed imporre la volontà delle più ampie masse.

Teniamo immediatamente delle assemblee generali aperte a tutti, decidiamo azioni comuni che estendano il più possibile la lotta e la solidarietà! Condividiamo l’esperienza degli ultimi picchetti e blocchi: inviamo delle delegazioni di sostegno, coordiniamo i nostri sforzi. E’ arrivato infine il momento di portare la lotta nei settori più folti come Thales o Airbus. La nostra sola “violenza” è di voler generalizzare lo sciopero. La vera violenza è lo Stato che la genera e la provoca.

Solidarietà con le vittime della repressione! La lotta che noi portiamo avanti riceve la solidarietà da altri paesi, come in Spagna o in Grecia per esempio: in tutti i paesi, la classe operaia subisce le esigenze del Capitale e della sua sete irrefrenabile di accumulare.

I proletari di tutti i paesi contano sulla nostra vittoria per le loro lotte future!

Ritroviamoci per condividere le informazioni e le prospettive della lotta nell’Assemblea Generale alla fine della manifestazione, ma anche tutte le sere di questa settimana: Camera del lavoro, piazza Saint-Sernin – ore 18.00.

Volantino prodotto da pensionati, disoccupati, lavoratori e studenti riuniti davanti la Camera del Lavoro, 20/10/2010.

saint-sernin.internationalisme.fr

Volantino dei partecipanti all’Assemblea generale della Stazione dell’Est a Parigi

APPELLO a tutti i lavoratori

Per iniziativa dei ferrovieri della Stazione dell’Est e degli insegnanti del 18° Distretto, un centinaio di salariati (delle ferrovie, della scuola, delle poste, del settore agroalimentare, dell’informatica …), di pensionati, di disoccupati, studenti, di immigrati con o senza permesso di soggiorno, di sindacalizzati e non, si è riunito il 28 settembre e il 5 ottobre per discutere delle pensioni e più in generale degli attacchi che subiamo e delle prospettive che abbiamo di fronte per fare arretrare questo governo.

In occasione delle ultime giornate di azione siamo scesi a milioni a manifestare e a fare sciopero. E il governo non arretra ancora. Solo un movimento di massa sarà capace di farlo. Questa idea si sta facendo strada attraverso tutte le discussioni a proposito di sciopero illimitato, generale, prorogabile e del blocco dell’economia …

La forma che prenderà il movimento è un problema nostro. Tocca a noi tutti costruirlo sui nostri posti di lavoro attraverso i comitati di sciopero, nei nostri quartieri attraverso delle Assemblee Generali sovrane. Queste strutture devono riunire il più ampiamente possibile la popolazione lavoratrice, coordinata a livello nazionale attraverso dei delegati eletti e revocabili. Tocca a noi decidere sui mezzi di azione, sulle rivendicazioni … e a nessun altro.

Lasciare gli Chérèque (CFDT), Thibault (CGT) e compagnia decidere al nostro posto significa prepararsi a nuove sconfitte. Chérèque é per un’anzianità di lavoro di 42 anni. Non si può ugualmente avere fiducia in Thibault che non rivendica il ritiro della legge, così come non dimentichiamo che nel 2009 beveva champagne con Sarkozy mentre migliaia di noi venivano licenziati, lasciandoci sconfiggere separati gli uni dagli altri. Non abbiamo fiducia neanche nei pretesi sindacati “radicali”. La radicalità di Mailly (FO) è quella di stringere la mano a Aubry nella manifestazione mentre il PS vota per le 42 annualità. E per quanto riguarda la Sud-Solidaires, la CNT o l’estrema sinistra (LO, NPA), questa non ci offre altra prospettiva che l’unità sindacale. Vale a dire l’unità dietro quelli che vogliono negoziare dei passi indietro.

Se oggi i sindacati usano l’arma degli scioperi prorogabili, è soprattutto per evitare di farsi scavalcare. Il controllo delle nostre lotte serve come moneta di scambio per essere ammessi al tavolo dei negoziati … e perché? Per, come sta scritto nella lettera firmata da sette organizzazioni sindacali della CFTC a Solidaire, fare intendere il punto di vista delle organizzazioni sindacali nella prospettiva di definire un insieme di misure giuste ed efficaci per assicurare la perennità del sistema delle pensioni per ripartizione.” Si può credere per un solo istante che vi possa essere un’intesa possibile con coloro che hanno messo le mani sulle nostre pensioni dal 1993 in poi, con quelli che hanno intrapreso la distruzione metodica delle nostre condizioni di vita e di lavoro?

La sola unità capace di far retrocedere questo governo e le classi dirigenti, é quella tra pubblico e privato, tra salariati e disoccupati, tra giovani e pensionati, tra lavoratori regolari e immigrati senza carta di soggiorno, tra sindacalizzati e non, che sia alla base di Assemblee Generali comuni dove siamo capaci noi stessi di controllare le lotte.

Noi pensiamo che il ritiro della legge sulle pensioni sia l’obiettivo minimo. Questo non ci deve bastare. Centinaia di migliaia di lavoratori in pensione già sopravvivono con meno di 700 euro al mese, mentre centinaia di migliaia di giovani vivacchiano con l’RSA, quando ce l’hanno, per mancanza di lavoro. Per milioni di noi, il problema cruciale è già quello di poter mangiare, avere un alloggio e potersi curare. Di queste cose non ne vogliamo più.

In realtà gli attacchi contro le pensioni sono l’albero che nasconde la foresta. Dall’inizio della crisi, le classi dirigenti con l’aiuto dello Stato gettano per la strada centinaia di migliaia di lavoratori, sopprimendo migliaia di posti nei servizi pubblici. E siamo solo all’inizio. La crisi continua e gli attacchi contro di noi diventano sempre più violenti.

Per far fronte alla situazione, dobbiamo soprattutto stare attenti a non avere alcuna fiducia nei partiti di sinistra (PS, PCF, PG …). Questi hanno sempre gestito lealmente gli affari della borghesia non rimettendo mai in discussione la proprietà privata industriale e finanziaria così come la grande proprietà fondiaria. D’altra parte, in Spagna come in Grecia, è la sinistra al potere che organizza l’offensiva del capitale contro i lavoratori. Per le nostre pensioni, la salute, l’istruzione, i trasporti e per non crepare di fame, i lavoratori dovranno accaparrarsi le ricchezze prodotte per sopperire ai loro bisogni.

In questa lotta, noi non dobbiamo apparire come difensori di interessi categoriali ma di quelli di tutti i lavoratori, compresi i piccoli contadini, i pescatori, i piccoli artigiani, i piccoli negozianti, che sono gettati nella miseria con la crisi del capitalismo. Li dobbiamo trascinare e metterci alla testa di tutte le lotte per meglio far fronte al Capitale.

Che noi siamo salariati, disoccupati, precari, lavoratori senza permesso di soggiorno, e indipendentemente di quale sia la nostra nazionalità, siamo tutti quanti nella stessa barca.

Vediamoci per discutere in Assemblea Generale intercategoriale martedì 12 ottobre alle ore 18,00 e mercoledì 13 ottobre alle ore 17,00. Camera del lavoro, métro République.

Alcuni lavoratori e precari dell’Assemblea Generale intercategoriale della Stazione dell’Est

([email protected]) 8 ottobre 2010

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