Piena solidarietà con gli scioperanti della metropolitana di Madrid

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Naturalmente noi salutiamo calorosamente questa lettera espressione vivente di ciò che è la solidarietà operaia!

Buongiorno compagni!

Vi scriviamo questo testo dal Distretto 43 delle Poste di Madrid. In quanto fattorini stiamo tutto il giorno per strada; in quanto lavoratori, come chiunque di noi, abitiamo a chilometri di distanza dal posto di lavoro (del resto sono i padroni che hanno imposto le delocalizzazioni, obbligando i lavoratori a fare spostamenti sempre più lunghi e spossanti); siamo noi che soffriamo e paghiamo, in quanto settore pubblico, il banchetto al quale il governo ha invitato le banche; stiamo per essere privatizzati e siamo lavoratori con contratti precari e discontinui e, come voi lavoratori della metropolitana, non siamo dei funzionari. Vogliamo mandarvi il nostro sostegno più determinato. Vogliamo che sappiate che anche noi siamo stati costretti ad andare al lavoro in autobus facendo tragitti più lunghi[1], ma lo abbiamo fatto con il sorriso sulle labbra per la semplice ragione che avete dimostrato che SI PUO’, che non c’è ragione di essere sempre delle vittime schiacciate da questo mondo, ci avete ridato un po’ della nostra dignità persa da tanto tempo.

Vogliamo che sappiate che noi, che tutti i giorni parliamo con centinaia di persone per gli spostamenti di lavoro, sappiamo perfettamente che l’immagine del vostro movimento non è quella che danno i media: ci sono delle persone scontente, ma ce ne sono anche molte altre che il vostro movimento ha riempito di speranza, ci sono dovunque delle discussioni negli autobus, nelle strade, nei bar. Non c’è affatto una sola e unica reazione di condanna unanime.

Siamo con voi perché ci date speranza. Nel nostro distretto, durante il lavoro sentiamo commenti del tipo: “Sono sempre gli stessi che pagano” ai quali altri rispondono “Questa è una lotta con le palle” e altri dicono: “Questa si che è una lotta, non i nostri scioperi di un giorno”. Ci state mostrando la via.

Stiamo imparando delle lezioni. Delle lezioni come ad esempio il fatto che quando gli scioperi si decidono per alzata di mano dai lavoratori non veniamo venduti in anticipo. Noi siamo molto stanchi dei nostri sindacati, stanchi e ancora stanchi delle migliaia di volte che ci hanno venduto.

Per questo finiamo la nostra lettera dicendovi che i nostri cuori battono più rapidamente da lunedì, che qui stiamo facendo fronte con voi difendendo la vostra lotta ovunque andiamo.

Non fatevi intimidire, sappiamo bene che Aguirre o Zapatero, la COPE o la Prisa[2] hanno degli interessi opposti ai nostri, si sa che hanno l’abitudine di attaccarci. E’ quello che vogliono, sanno che migliaia di lavoratori hanno lo sguardo su di voi, perché siete il FUTURO e non il futuro grigio che loro vogliono venderci.

Se avete bisogno di noi sappiate che noi ci siamo; nell’attesa continueremo a difendervi di fronte a tutti quelli che oseranno denigrarvi.

Postini e postine del Distretto 43

1 luglio 2010



[1] Forse si fa riferimento al fatto che durante lo sciopero il governo ha messo in opera un servizio di autobus alternativo per trasportare le persone in maniera tale da sfruttare il maggior disagio contro gli scioperanti della metropolitana.

[2] Il COPE è la radio di destra e Prisa è l’azienda di comunicazione di sinistra (El País,…).

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