Lettera di solidarietà dei lavoratori della FIAT di Tychy (Polonia) a quelli di Pomigliano

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Pubblichiamo qui di seguito la lettera degli operai polacchi della Tychy ai loro compagni di classe di Pomigliano. La chiarezza e la lucidità espresse in questa lettera sono esemplari, in particolare sul gioco dei padroni nel dividere i proletari dei vari paesi sulla base di promesse che poi non manterranno. Questa lettera è tanto più importante nella misura in cui è noto che la FIAT ha intenzione di spostare in Italia la produzione della nuova panda che attualmente si produce in Polonia, per cui la mancata resistenza degli operai italiani si rifletterà a breve sulle condizioni di vita di migliaia di famiglie polacche. Mai come oggi da decenni a questa parte risulta così chiaro che la dimensione della lotta di classe è necessariamente una dimensione internazionale. A complemento della lettera abbiamo ritenuto interessante pubblicare alcuni commenti a questa lettera apparsi sul forum https://napolioltre.forumfree.it/. Condividiamo complessivamente gli elementi sviluppati in questi contributi. Vogliamo solo mettere in guardia dal considerare una vittoria dei si come catastrofica tenendo conto che si tratta di un referendum di fabbrica, dove i lavoratori si ritrovano da soli uno per uno a fare i conti con la propria vita e peraltro organizzato in condizioni di ricatto così vili. CCI

“La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend)

A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione.

Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso.

Che cosa abbiamo ormai da perdere?

Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.

In questi giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.

E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.

Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.

Lavoratori, è ora di cambiare

Tychy, June 13, 2010”

fonte:

https://www.dirittidistorti.it/articoli/12-...pomigliano.html

https://libcom.org/article/letter-fiat-workers-tychy

I commenti

La lettera degli operai polacchi dimostra che qualunque sacrificio da parte dei lavoratori non serve a salvaguardare il lavoro e la vita ma solo permette al capitale di estendere quei sacrifici ai lavoratori di tutto il mondo e ad imporne di nuovi con la scusa di dover reggere la concorrenza.

I politici prezzolati dal capitale che parlano della necessità dell'europa e di coordinarne le politiche finanziarie e di bilancio consigliano oggi ai lavoratori di pomigliano l'accettazione di condizioni brutali, ma la verità è che si fermano di fronte alla possibilità di un analogo coordinamento del lavoro in europa a salvaguardia della vita. La lettera degli operai polacchi dimostra che la solidarietà di classe a livello mondiale è una esigenza concreta e quindi comincia a fare capolino nella crisi.

Marchionne fa passare gli operai per dei privilegiati che scioperano solo per vedere le partite della nazionale, ma a questi si chiede di rendersi obbligatoriamente disponibili ad 80 ore di straordinario a testa esigibili in base alle esigenze dell''azienda, di far funzionare gli impianti 24 ore su 24 con tre turni di 8 ore effettive, la pausa per i pasti viene ridotta di 10 minuti ed abolita se ci sono da recuperare i ritardi nelle forniture molto frequenti per la distanza dei fornitori globalizzati.

Non basta lo sfruttamento fordista e poi toyotista, si deve passare al WCM (world class manifacturing) che richiede posizioni del corpo innaturali e la rinuncia a potersi spostare rimanendo così fermi su un punto fisso per tutto il tempo, con degli appositi carrellini che portano i materiali occorrenti, tutto ciò è verificato con le procedure ErgoUas per individuare ed eliminare le posizioni particolarmente dannose alla salute ma la perdita di produttività che da ciò deriva viene recuperata con un ulteriore aumento dei ritmi.

Si chiede ai sindacati l'impegno ad impedire gli scioperi operai, ed i sindacati pur indeboliti non potendo più blandire i lavoratori gestendo gli straordinari, arriverebbero a dispiegarsi fino in fondo come strumento di controllo ed oppressione.

In un sol colpo la Fiat chiude Termini Imerese dove si produce la lanciay, ma si legittima rispetto agli aiuti di stato italiani del passato e del futuro spostando la produzione della panda dalla polonia a pomigliano, consentendosi di ricattare sulle condizioni di lavoro gli operai di pomigliano e quelli polacchi che potrebbero produrre la lanciay.

Il potere economico ed i politici suoi funzionari di centrodestra vogliono sfondare e poi applicare in maniera generalizzata la nuova organizzazione del lavoro, i funzionari di centrosinistra ci spiegano che bisogna ringraziare la Fiat che riporta in patria una produzione de localizzata.

In italia come in europa negli stati uniti o in cina un moloch chiamato capitale é costretto a risucchiare ossessivamente ogni particella di lavoro vivo riducendo gli uomini a dei polli in batteria, solo così esso si anima e procede dispensando disoccupazione miseria ed avvelenamento della natura, di fronte a questa mortifera oppressione che affascia tutta l'umanità é oggi più che mai una necessità vitale la solidarietà di classe a livello mondiale.

Schwalbe, 20/06/2010

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Qualche media borghese sta dando risalto agli operai di Pomigliano che parteggiano per il sì.

Al di là dell'esito di qualsiasi pseudo-referendum sindacale, penso sia importante stabilire realmente quanti sono questi personaggi, di che quota di Pomigliano stiamo parlando.

Penso sia rilevante la questione, proprio perché assistiamo ad uno splendido esempio di solidarietà di classe (lettera dei nostri fratelli polacchi) ed è importante capire se ci possiamo aspettare prossimamente un importante episodio di lotta di classe internazionale, oppure il solito sfacelo. E di chi sarà la colpa.

Questa vicenda è molto significativa, può essere un indice di quanto grande e omogenea (oppure piccola e frammentata) sia la coscienza di classe; se salta fuori che l'80% di Pomigliano è per il sì, possiamo già andare dai nostri compagni polacchi e dire di cestinare la loro lettera perché qui a Pomigliano "siamo ancora al medioevo". Al contrario, se si tratta di una fisiologica retroguardia, Pomigliano continua a vivere; io sono convinto e fiducioso di questa seconda situazione.

Dal momento che non possiamo fidarci degli infimi media borghesi, sarebbe grandioso se qualche compagno di zona potesse fornire informazioni veritiere a riguardo.

Grazie e, ancora una volta, massima solidarietà ai nostri compagni italiani, polacchi e di tutto il mondo.

Daniele, 20/06/2010

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