La corruzione è parte integrante della politica parlamentare

Printer-friendly version
Questo articolo sembra scritto  per descrivere Berlusconi e la borghesia italiana. E invece no, è stato scritto in seguito al recente scandalo scoppiato in Inghilterra sullo sperpero di danaro da parte dei dignitosi e rigorosi gentlemen di Westminster. Ma lo stesso articoletto sarebbe valido a descrivere la borghesia di qualsiasi altra parte del mondo perché il marciume politico e morale fanno parte della sua natura di classe che esiste solo grazie allo sfruttamento ed alla prevaricazione.

La gente si mette a fare politica borghese per i motivi più vari, ma pochi possono resistere all’opportunità di usare il fatto di essere membri del parlamento o del governo per cercare di aumentare le proprie finanze. La loro lealtà allo Stato nell’ingannare e sfruttare la popolazione è ampiamente ricompensata dai lauti stipendi, dai regali, dai lussuosi privilegi e da tutto ciò che passa abbondantemente tra le loro mani.

Il continuo scandalo delle spese di ministri e parlamentari, dei responsabili delle varie strutture statali ha rivelato questa verità elementare del funzionamento della macchina democratica dello Stato.

È certamente interessante conoscere i brutti particolari dell’ingordigia di quelli il cui lavoro dovrebbe essere l’applicazione dei principi di uguaglianza e di responsabilità sociale. È anche istruttivo vedere l’inesorabile aumento dell’avarizia dei politici: sembra che più il capitalismo affondi nella sua crisi irrisolvibile, più i responsabili del sistema cercano di conservare la propria pelle a scapito della popolazione con un numero sempre maggiore di furti dalle finanze pubbliche. Le colossali indennità pagate ai manager delle banche, che spesso sono gli stessi responsabili delle perdite di miliardi di euro avutesi nella crisi del credito, sono una eco del settore privato della sordida mungitura dei parlamentari dalla mucca pubblica. Ma perché i media sbattono tutta queste venalità davanti ai nostri occhi sulle prime pagine dei giornali e con le prime notizie televisive? Perché non continuano a tenerle nascoste per non far infuriare la massa della popolazione che nel frattempo affonda nella povertà? La borghesia ha imparato da tempo – forse con le inchieste sul lavoro infantile nelle fabbriche del diciannovesimo secolo – che non può nascondere completamente la corruzione e l’ampia disumanità del sistema capitalista agli occhi dei lavoratori. Deve trovare un modo per presentarle e preservare il sistema sociale attuale dalla grave minaccia degli sfruttati deviandoli su false questioni. Quindi le classi dirigenti più intelligenti e più potenti del mondo a volte ci fanno vedere un pezzo di verità ma nello stesso tempo presentano la loro intrinseca natura di sfruttatori come qualche cosa di provvisorio, di eccezionale oppure come qualcosa che possa essere “riformata” facendo pressione tramite l’attuale macchina democratica.

Su questo piano la sinistra del capitale mostra la sua totale dedizione al capitalismo con la pretesa che possiamo “smascherare” tutti i vari abusi del sistema. Così gli scandali delle spese dei parlamentari, delle frequentazioni poco pulite, della corruzione dei politici, etc., vengono scoperti da un giornalista coraggioso o da un magistrato inflessibile; i politici sorpresi in queste attività poco edificanti scompaiono temporaneamente dalla scena, mentre i politici più esperti si uniscono nell’impegno di ripulire la vita pubblica e… bla, bla, bla. Tuttavia questo familiare processo di redenzione che avviene dopo ogni scandalo spesso è poco convincente; il meccanismo elettorale non sempre ne viene rinvigorito. Oggi la borghesia ha meno possibilità di manovre e gli scandali sono sempre di più e più grandi. La corruzione dei parlamentari e dei politici non è un’eccezione del sistema, è il sistema democratico.

Como 6/3/10

(da World Revolution, n.332, organo della CCI in Gran Bretagna)

 

Correnti politiche e riferimenti: