Il V2-Day del 25 aprile. Una nuova chiamata alla difesa del “democratico Stato italiano”

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Beppe Grillo è soddisfatto! “Il V2-day è stato un successo perché quasi 500 piazze in Italia e all’estero hanno partecipato, perché sono state raccolte 1.300.000 firme in un giorno, perché 120.000 persone hanno ascoltato per sei ore in piedi sotto un caldo estivo economisti, ambientalisti, operai metalmeccanici e anche Beppe Grillo” (da La Settimana sul blog di B. Grillo). Effettivamente può ben essere soddisfatto! E’ riuscito ancora una volta a fungere da valvola di sfogo alla rabbia e alla sfiducia di migliaia e migliaia di lavoratori e di giovani verso una classe politica il cui marciume e la cui incapacità a dare un minimo di stabilità sociale ed economica alla stragrande maggioranza della popolazione diventa sempre più evidente.

Anzi, ha fatto molto di più. E’ riuscito, temporaneamente, da una parte ad incanalare questa rabbia sui binari della legalità borghese, dall’altra a convertirla in rinnovata fiducia verso la classe dirigente e le sue istituzioni. Qual è infatti la “grande battaglia” che Grillo porta avanti con i tre referendum sull’informazione? Libera informazione in libero Stato” perché, come ci spiega Grillo a proposito delle emittenti televisive, “le frequenze radiotelevisive sono in concessione, significa che sono di proprietà dello Stato, che può decidere, liberamente, a chi assegnarle. Le frequenze sono quindi dei cittadini, di nostra proprietà. Per cui, come ci spiega anche Travaglio sullo stesso blog, noi “cittadini” dovremmo essere solidali e batterci a fianco di un Di Stefano, proprietario dell’emittente Europa7 che, poverino, continua a rimanere al palo con la sua televisione, per la quale ha investito una marea di soldi per creare un centro di produzione di 22.000 metri sulla Tiburtina, otto studi di registrazione, gli uffici, le tecnologie, la library con tremila ore di programmi”, perché non ha ottenuto la concessione, mentre Rete4 di Berlusconi trasmette senza aver avuto la concessione. Quale ingiustizia!

Dovremmo batterci per abolire l’albo dei giornalisti in modo da “essere tutti giornalisti” e avere così la possibilità di dire ognuno la sua. Questa è democrazia!

E come dovremmo fare questa battaglia? Mettendo nelle mani della Corte di Cassazione le nostre firme confidando nella giustizia e nel rigore delle leggi dello Stato.

Qualcuno potrebbe obbiettare: “ma voi sottovalutate l’importanza dell’informazione nella presa di coscienza del marciume di questa società e della necessità di reagire a questo”.

Niente affatto! Ci chiediamo solo come mai, mentre sul blog di Grillo, su quello di Travaglio e su quello della “compagna” Franca Rame si spendono ogni giorno milioni di parole sulle malefatte di questo o quel politico, sulle loro magagne e gli affari loschi, sulla “giustizia” che non funziona, mentre si fa tanto clamore sul fatto che Berlusconi vuole abolire le intercettazioni telefoniche, non si spende mezza parola sulle lotte dei lavoratori che in Germania, in Inghilterra, in Francia, in Egitto, in Turchia, in Cina stanno effettivamente reagendo contro le insostenibili condizioni economiche in cui questo sistema ci costringe a vivere?

D’altro canto, mai come in questo momento ci sono state tante trasmissioni di denuncia del malcostume politico, delle menzogne o delle verità occultate sulla gestione criminale da parte delle istituzioni pubbliche pagate a caro prezzo dalla popolazione sia in termini economici che di salute. Da Report ad Ambiente Italia, da Annozero a Matrix e persino da una trasmissione come Le Iene, senza contare i libri e la stampa “alternativa”, siamo quotidianamente bombardati dalle “denunce”. Tutto questo, contrariamente alle aspettative, va benissimo alla classe dominante perché il messaggio che ne viene fuori è: risolvere i problemi si può individuando i responsabili, e per fare questo occorre stringersi intorno al nostro Stato, perché lo Stato siamo noi cittadini; per cui difendiamo la vera democrazia contro gli egoismi ed il malaffare di una classe politica di corrotti. E la democrazia serve proprio a questo: tutti possono dire tutto, tranne che mettere in discussione il sistema, il suo Stato con la sua Costituzione e le sue leggi.

Travaglio, nel suo intervento critico sul discorso di Napolitano per il 25 aprile, ha detto che in questo discorso: “… è tutto sconvolto, non solo il vocabolario delle nostre istituzioni. È sconvolta la logica, è sconvolto l’ordine pubblico, è sconvolta la Costituzione. Di fatto vengono sospese le garanzie costituzionali, vengono vietate le manifestazioni come simboli di complicità con la monnezza e viene espropriata la magistratura del suo diritto-dovere di perseguire i reati e presto non avremo più nemmeno il controllo delle intercettazioni” (riportato sul blog di Grillo). Dov’è la menzogna? Nel far credere che in questo momento la borghesia stia sconvolgendo la sua stessa logica, che sia in atto una “virata fascista”. La logica borghese è invece ben salda: le “garanzie costituzionali” di cui parla Travaglio sono appunto lo strumento che giustifica l’uso della polizia quando le proteste, come a Chiaiano, diventano “eccessive”, mandando all’ospedale e in galera chi manifesta, in nome della salvaguardia dell’ordine pubblico e degli interessi dei “cittadini”[1]. Cosa ci chiede Travaglio? Di identificarci con queste “garanzie costituzionali” e di farci difensori del “diritto-dovere di perseguire i reati” della magistratura, in altri termini di farci difensori di quest’altro strumento di repressione dello Stato che condanna, mette in galera e perseguita anche chi cerca di difendersi dagli attacchi sul posto di lavoro, come gli operai della Fiat di Pomigliano recentemente.

Come abbiamo già detto nel nostro articolo sul V-day dello scorso ottobre[2], anche il V-day del 25 aprile e questo “movimento” che vi ruota intorno non è che: Un appello rivolto soprattutto alla nuova generazione che invece di sviluppare una comprensione della barbarie di questa società e trovare la via per combatterla, è chiamata a soccorrerla partecipando alla sua gestione, spacciando la partecipazione per libertà. E’ chiamata a difendere la democrazia, cioè l’arma di mistificazione più potente che ha in mano la borghesia, …, quando l’unica possibilità per cambiare veramente le cose è la lotta autonoma e gestita in prima persona dai proletari di oggi e di domani.”

Eva, 11 giugno 2008



[1] Ricordiamoci del G8 del 2001 a Genova quando mentre si lasciavano indisturbati i Black block a spaccare vetrine e bruciare auto, si pestavano a sangue giovani inermi e un giovane venne ucciso, o quando nel marzo dello stesso anno a Napoli la manifestazione contro il Global Forum fu strategicamente ingabbiata dalla polizia in piazza Municipio per poter pestare con calci e pugni chi capitava, senza neanche avere la scusa delle “provocazioni esterne”, e qui c’era anche allora una giunta di “sinistra”.

[2] Dove porta il movimento del “Vaffa Day” di Beppe Grillo?

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