Ottobre 1917, inizio della rivoluzione mondiale: le masse operaie prendono il loro destino in mano - Introduzione

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La Rivoluzione in Russia del 1917 ha rappresentato finora la più grandiosa azione che delle masse sfruttate abbiano compiuto per distruggere l’ordine che le riduce allo stato di bestie da soma della macchina economica e di carne da cannone nelle guerre tra potenze capitaliste. Essa ha costituito il punto avanzato di un’ondata rivoluzionaria mondiale che si è sviluppata in reazione alla barbarie della prima guerra mondiale. Per diventare padroni del loro proprio destino e cominciare la costruzione di un’altra società, una società comunista, senza sfruttamento, senza miseria, senza guerre, senza classi, senza nazioni, milioni di proletari, trascinando dietro di sé tutti gli altri strati sfruttati della società, sono riusciti a rompere la loro atomizzazione, a unirsi coscientemente, a darsi i mezzi per agire collettivamente come una sola forza. Per la prima volta nella storia del proletariato, questo riusciva a prendere il potere politico in un paese.

Coalizzandovi contro le forze delle sue diverse frazioni nazionali che, ancora alla vigilia, si scontravano nella prima guerra mondiale, la borghesia è riuscita a superare, prima che potesse generalizzarsi, la rivoluzione mondiale, in particolare schiacciando il proletariato in Germania che costituiva il cuore del proletariato industriale mondiale. Soffocando la rivoluzione russa con il blocco delle sue frontiere, ha accelerato il suo processo di decomposizione con la perdita progressiva, da parte del proletariato, del suo potere politico. Così obiettivamente ha favorito la vittoria dello stalinismo in Russia che è stato l’artefice della controrivoluzione in questo paese in cui si è imposto tramite la repressione sistematica e di massa della classe operaia e l’eliminazione, all’interno del partito bolscevico, di quelli che erano state le principali figure dell’ottobre 1917.

Questo primo tentativo rivoluzionario mondiale costituisce per la classe operaia una fonte d’insegnamento considerevole fornendo un patrimonio inestimabile in vista della preparazione dei prossimi confronti rivoluzionari (1).

Nulla fa più rabbia ad una classe sfruttatrice che un sollevamento degli sfruttati. Le rivolte degli schiavi nell’impero romano, dei contadini sotto il feudalesimo sono state sempre represse con una crudeltà spietata. La ribellione della classe operaia contro il capitalismo è un affronto ancora più grande contro la classe dominante di questo sistema poiché porta chiaramente sulla sua bandiera la prospettiva di una nuova società, una società autenticamente comunista che libera l’umanità dai mali di tutte le società di classe della storia fino al capitalismo. Di conseguenza, per la classe capitalista, non basta reprimere soltanto i tentativi rivoluzionari della classe operaia, annegarli nel sangue, anche se la controrivoluzione capitalista è certamente la più sanguinosa della storia, è anche necessario snaturarli per discreditarli.

È a tale scopo che, oltre al suo arsenale repressivo, la borghesia ha utilizzato il suo arsenale ideologico per mettere in scena e mantenere la più grande menzogna della storia secondo la quale lo stalinismo avrebbe costituito la continuità del regime politico uscito dalla rivoluzione del 1917 in Russia. Inoltre, un’altra menzogna vuole che tutti i paesi sui quali l’URSS ha successivamente esteso il suo dominio sarebbero stati essi stessi dei “regimi comunisti”. Tutte le frazioni della borghesia, dai partiti comunisti alla estrema destra passando per i socialdemocratici (senza dimenticare le correnti trotskiste da quando queste hanno raggiunto la borghesia denunciando l’internazionalismo proletario in occasione della Seconda guerra mondiale), dalla fine degli anni 1920, hanno apportato il loro contributo a questa mistificazione. Le campagne democratiche assordanti che, con il crollo dei regimi stalinisti all’inizio degli anni ‘90, hanno trascinato nel fango il movimento operaio, le sue ore di gloria (ottobre 1917), le sue organizzazioni rivoluzionarie (il partito bolscevico) e le sue grandi figure (Marx, Lenin), hanno rilanciato questa mistificazione con l’obiettivo, raggiunto in parte, di indebolire la coscienza della classe operaia.

Tuttavia, la borghesia non è riuscita a sradicare la coscienza di classe del proletariato e, ancora una volta, sotto la pressione dello sprofondamento nella crisi e degli attacchi contro la classe operaia, di fronte a delle manifestazioni sempre più evidenti del fallimento del capitalismo, si manifestano dei tentativi da parte di minoranze per ricollegarsi con il passato rivoluzionario della loro classe. Le menzogne più grossolane della borghesia sulla rivoluzione russa non resisteranno alle loro interrogazioni né alla loro ricerca di verità. È per questo che non intendiamo ritornare specificamente in quest’opuscolo sul fatto che, piuttosto che rappresentare una continuità con il movimento rivoluzionario, lo stalinismo è stato, al contrario, il suo principale boia (2).

Attraverso la pubblicazione di questa raccolta di articoli apparsi nella nostra Rivista Internazionale, abbiamo scelto di rispondere a un certo numero di domande o dubbi che ritornano regolarmente quando viene evocata la rivoluzione d'ottobre:

- L’insurrezione d’ottobre è stata un colpo di Stato del Partito Bolscevico o l’emanazione della volontà dei Soviet?

- La classe operaia ha marciato verso la rivoluzione d’ottobre seguendo ciecamente il Partito bolscevico oppure l’Ottobre ha costituito la conclusione di un movimento autentico della classe operaia?

- Come spiegare l’influenza crescente del Partito Bolscevico all’interno della classe operaia? Gli operai, fuorviati e mistificati dal Partito bolscevico, si sarebbero gradualmente liberati delle loro responsabilità per abbandonarlo? Oppure questa avanguardia difendeva realmente gli interessi immediati e storici della classe, di fronte alla posizione di tutti gli altri partiti (compresi i cosiddetti partiti operai) che erano a favore della difesa del capitale nazionale e per la guerra?

- Sarebbe stato possibile, dopo avere dato il potere ad un partito borghese nel febbraio 1917, che il proletariato riuscisse, senza partito, a prendere il potere in ottobre?

- Come spiegare la degenerazione della rivoluzione russa? Forse che questa era già iscritta nel programma del partito bolscevico che portava in modo implicito il progetto staliniano? Oppure è a causa dell’isolamento internazionale del bastione proletario?

1. Leggere il nostro opuscolo Russia 1917, inizio della rivoluzione mondiale - la più grande esperienza rivoluzionaria della classe operaia.

2. Per i nostri lettori interessati, raccomandiamo la lettura del nostro opuscolo “Il terrore stalinista: un crimine del capitalismo, non del comunismo” e “Crollo dello stalinismo”, così come il nostro manifesto “Rivoluzione comunista o distruzione dell'umanità”.

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