Scandalo Lega: il puzzo asfissiante della decomposizione capitalista

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Il fatto che anche la Lega Nord, quella “pura e dura”, quella che doveva raddrizzare “Roma ladrona”, sia stata coinvolta in ruberie e nell’uso disinvolto dei soldi pubblici, può aver sorpreso solo gli ingenui iscritti che avevano creduto nella diversità della Lega e nel fatto che esistesse finalmente un partito capace di preoccuparsi degli interessi della gente (fosse anche solo di quella del nord). Invece la Lega non è che un altro partito borghese, cioè un partito che ha come suo unico obiettivo la difesa di questo sistema sociale, e per fare questo sporco lavoro i suoi funzionari devono essere ben pagati, devono vedere i loro interessi coincidere con la sopravvivenza del sistema. E quando diciamo ben pagati non ci riferiamo certo solo ai sostanziosi stipendi che toccano a parlamentari, ministri, consiglieri regionali e compagnia bella, che sarebbero una pacchia per un normale lavoratore, ma anche alla possibilità di sfruttare a proprio favore tutti meccanismi propri di un sistema che si basa sulla truffa e l’inganno: dal clientelismo, al raggiro della legalità, alla corruzione vera e propria, al ricatto, insomma a tutto quello che permette una posizione di potere. Oggi, con l’avanzata della decomposizione del sistema, della sua putrescenza, il fenomeno assume contorni anche più clamorosi perché, venendo a mancare il senso di responsabilità che contraddistingueva prima l’apparato politico borghese, anche la ricerca del proprio interesse personale può a volte essere messo davanti agli interessi generali della classe dominante.

Ma lo scoppio degli scandali non corrisponde certo a un sussulto di moralità di una parte dell’apparato. Al contrario, gli scandali non sono altro che un modo di regolare i conti fra queste bande di gangster, tutte unite quando si tratta di tenere sotto controllo gli oppressi, ma pronte a scannarsi fra loro appena è possibile, o necessario per aggiustare un po’ di carte per il proprio capitale[1].

Ed è anche questo il caso per l’attuale scandalo che coinvolge la Lega. La Lega è sempre stata un partito anomalo nel quadro politico classico, un partito regionale senza un’etnia di riferimento (la Padania non è mai esistita), che con la sua politica localista metteva in difficoltà la stabilità del regime, con un linguaggio poco politically correct (anche se efficace verso i propri seguaci), ma che tuttavia è stata utile per assicurare la resistenza dei governi di centrodestra fino a che l’irresponsabilità e l’incapacità di Berlusconi non hanno convinto la borghesia a metterlo da parte e formare un governo che fosse più capace di far fronte alla tempesta della crisi economica attuando una feroce politica di austerità. Fino ad allora (e stiamo parlando di cinque mesi fa) nemmeno veniva ipotizzato che nella Lega ci potesse essere corruzione, eppure l’elezione di un personaggio come Renzo Bossi era un bel segno di quel nepotismo che è un parente stretto della corruzione, la villa di Gemonio della famiglia Bossi era già stata ristrutturata con i soldi della Lega, la casa che una simpatizzante aveva lasciato in eredità alla Lega Bossi se l’era già venduta trattenendosi i soldi; insomma tutti gli atti oggi sotto accusa e che hanno già causato un terremoto interno alla Lega erano già stati commessi e non è possibile che nessuno sapesse o sospettasse. La questione è che cinque mesi fa la Lega tornava comoda ed oggi non è più così.

L’operazione governo Monti non serve solo ad affrontare con energia diversa la crisi economica, serve anche a cercare di rinnovare la politica italiana, a mettere fine a quel teatrino politico che, a dispetto di tutte le alchimie sul sistema elettorale, o non garantisce una stabilità ai governi, o comunque non garantisce un sufficiente senso di responsabilità verso gli interessi generali del capitale nazionale (che è l’accusa vera che la borghesia fa a Berlusconi, anche se i giornali preferiscono parlare del suo scarso senso etico): insomma il governo Monti è un monito a tutti i partiti ad essere più seri e più responsabili.

In questo quadro un partito come la Lega (che peraltro non serve ad assicurare la maggioranza al governo) non andava più bene, almeno non andava più bene così come si era presentato finora[2]. Perciò scoppia lo scandalo, che non necessariamente ha l’obiettivo di farla sparire, anzi molto più probabilmente ha il doppio obiettivo di ridimensionarla e soprattutto di costringerla a rientrare nei canoni di comportamenti politici più seri. Non a caso ci sono frange interne alla Lega stessa che spingono per un cambiamento radicale, un cambiamento che ovviamente deve anche significare una rimozione dei rappresentanti più importanti della Lega partito folcloristico e populista[3]3. E quello delle denunce e della messa in evidenza delle malefatte è ovviamente il metodo più rapido e sicuro per portare a termine l’operazione di rinnovamento. Un ulteriore elemento che lascia pensare che l’obiettivo sia un ridimensionamento e non la sparizione della Lega è la preoccupazione con cui anche il principale alfiere del rinnovamento e dell’operazione di pulizia, Maroni, sta ben attento a salvare il gran capo, Bossi, a dispetto del fatto che molti dei soldi sottratti alle case del partito siano stati spesi per la famiglia di Bossi e per quelli che gli erano più vicini. Maroni non cerca di salvare Bossi per affetto (tra questi banditi questi sentimenti non esistono), ma perché il coinvolgimento fino in fondo di Bossi sarebbe probabilmente fatale per la sopravvivenza stessa della Lega.

Questi scandali, se hanno come primo obiettivo di regolare i conti interni alle forze politiche borghesi, vengono utilizzati contro i proletari seminando l’illusione che ci possano essere campagne moralizzatrici in questo sistema si sfruttamento e di ruberie, mentre deve essere chiaro che questo sistema non conosce né morale, né scrupoli, e può solo aumentare il degrado della società, dal punto di vista morale oltre che economico.

Helios, 25/4/2012



[1] . Il caso più famoso di queste operazioni di pulizia tutte a profitto dei piani del capitale è stato Mani Pulite, un sistema per fare fuori un partito ormai non più utile dopo il crollo del blocco sovietico, e cioè quella DC che aveva garantito per 40 anni la fedeltà dell’Italia all’alleanza con gli USA contro il pericolo “rosso”.

[2] . La Lega ha comunque svolto, e può continuare a svolgere, un ruolo utile al mantenimento del sistema, nella misura in cui riesce a controllare settori importanti di popolazione (anche di lavoratori) in una regione cruciale dal punto di vista produttivo come il nord Italia.

[3] . Sembra addirittura che le indagini siano partite con denunce di militanti della Lega, militanti evidentemente ben guidati da quei dirigenti che sapevano e non volevano esporsi in una denuncia.

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