Repressione di uno sciopero in Brasile (volantino)

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Pubblichiamo il volantino realizzato in comune dalla CCI e dal gruppo Opposizione Operaia, distribuito in Brasile il 20 ottobre nelle assemblee generali di lotta degli impiegati di banca.

La borghesia brasiliana, scontrandosi con i movimenti che sfuggono al suo controllo, in realtà al controllo dei sindacati, utilizza in modo grottesco il suo apparato repressivo, la polizia, per intimidire i lavoratori. Il 16 ottobre a Puerto Alegre (RS), nel sud del Brasile, ha represso violentemente una manifestazione di impiegati di banca facendo uso di gas lacrimogeno, di proiettili di gomma e ferendo circa 10 persone. Come se la repressione mattiniera non fosse bastata, anche la "13a marcia dei Senza"(1), che, lo stesso giorno e nella stessa città, ha mobilitato una decina di migliaia di persone, ha subito una repressione poliziesca che ha provocato numerosi feriti.

Prima di ciò, i dirigenti delle banche avevano già cominciato a prendere delle misure contro l'attuale sciopero degli impiegati di banca perseguitandone e licenziando dei leader, per contenere lo sviluppo del movimento.

La solidarietà di classe: una necessità

È necessario sottolineare che l'attuale lotta degli impiegati di banca va al di là delle classiche rivendicazioni economiche poiché la sua rivendicazione essenziale è quella dell'omogeneizzazione del trattamento degli impiegati. Le banche, e soprattutto quelle federali, hanno creato un abisso tra le condizioni degli impiegati già a lavoro da tempo e quelle degli assunti dal 1998, sopprimendo certi "vantaggi" che comunque erano stati strappati lottando. Più della rivendicazione di un semplice compenso economico, si tratta dunque di un gesto importante di solidarietà tra lavoratori: non si può accettare un trattamento differenziato, come se alcuni lavoratori fossero inferiori, mentre effettuiamo tutto lo stesso lavoro, negli stessi locali, e sottomessi alle stesse pressioni.

E sia chiaro che se alcuni tra noi beneficiano di "vantaggi" che sono il frutto della lotta, tutti ne devono beneficiare, qualunque sia il momento in cui sono stati assunti. Allo stesso modo, questo sciopero cerca di ricuperare ciò che ci è stato tolto, e questa volta a tutti, come i premi annui, ecc. Tutte queste conquiste economiche sono state il prodotto delle nostre lotte di resistenza ma in seguito esse sono state annullate dai padroni con la complicità dei loro "partner sindacali".

Vogliamo anche delle migliori condizioni di lavoro, la fine dell'oppressione morale, la fine degli obiettivi di vendita dei prodotti e dei servizi imposti dalle banche; che, tutte, hanno provocato tante malattie tra i lavoratori del settore bancario. Lo ripetiamo, non vogliamo essere trattati differentemente gli uni dagli altri. Non possiamo essere d'accordo con un taglio dei nostri "vantaggi" che sono il prodotto delle nostre lotte e non di regali fatti dai padroni del settore pubblico o privato.

La rivendicazione delle stesse condizioni di lavoro e delle stesse remunerazioni per quelli che sono assunti ora costituiscono un atto di solidarietà tra le differenti generazioni di lavoratori di questo settore. Questa stessa solidarietà noi la dobbiamo manifestare con azioni verso coloro che sono state vittime della repressione statale. Non possiamo rinunciare ad unirci ed essere solidali con tutti coloro che lottano per non lasciarsi schiacciare dalle necessità del capitalismo in crisi, con tutti coloro che la borghesia ha represso o sta per reprimere a causa della loro partecipazione nelle lotte.

Queste lotte e la repressione dello Stato non sono fatti che riguardano soltanto gli impiegati di banche, ma coinvolgono l'insieme dei lavoratori, con o senza lavoro.

1. Movimento che riunisce differenti categorie di emarginati sociali, il Movimento dei Senza terra, il Movimento dei Senza tetto, il Movimento dei Senza lavoro. Come indica il suo nome, quest'ultimo è costituito essenzialmente da proletari senza lavoro. Il movimento dei Senza tetto raggruppa elementi dei differenti strati non sfruttatori della società che si organizzano per occupare alloggi vuoti. Anche il movimento dei Senza terra è costituito da differenti strati non sfruttatori della società di provenienza cittadina, senza lavoro, e che sono organizzati all'interno di questa struttura per l'occupazione di terre da coltivare. Questa struttura è solidamente controllata dallo Stato, in particolare dal primo mandato di Lula da presidente.

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