Referendum, elezioni, democrazia: ovvero quanto vale il mio voto?

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Il 15 e il 16 maggio 2011 si svolgeranno le elezioni amministrative per l’elezione di sindaci e presidenti di provincia di numerose amministrazioni locali, tra cui Milano, Napoli, Torino e Bologna. Mentre il 12-13 giugno si voterà per i tre referendum abrogativi su acqua pubblica, energia nucleare, legittimo impedimento.

Di norma le elezioni amministrative non assumono una grande importanza in quanto si tratta del governo locale e i fronti elettorali possono essere trasversali. Queste votazioni si inseriscono però in una situazione particolarmente calda, con un governo che, portato al potere con una maggioranza schiacciante soltanto tre anni fa, sembra essere oggi alla frutta avendo perso prima l’appoggio del gruppo di Fini e ultimamente finanche l’intesa con la Lega Nord che sembrava inossidabile.

Nei fatti la situazione è cambiata moltissimo da quando Berlusconi è stato eletto in quanto tutti hanno potuto verificare che il premier non è stato assolutamente all’altezza di difendere il sistema Italia di fronte alla concorrenza internazionale nella misura in cui è stato totalmente preso dalla difesa dei suoi interessi personali che non coincidevano con quelli dello Stato. Di fronte a questa situazione, la componente più responsabile della borghesia italiana ha cercato, invano, di farlo fuori, di farlo dimettere, ma ha trovato di fronte a sé un osso duro. Berlusconi, forte della sua maggioranza parlamentare, ha stravolto di continuo le regole del gioco, bloccando uno per uno tutti i processi in cui era coinvolto con tutti i mezzi a sua disposizione, compresa la modifica delle leggi in modo da prescrivere i suoi reati. Nel momento del massimo pericolo, quando si è avuto il distacco del gruppo di Fini e la messa in minoranza del suo governo alla Camera, ha dimostrato che cosa sono i deputati e i senatori in un sistema democratico: una merce! Basta pagare il giusto prezzo e li si acquista! Insomma, Berlusconi ha dimostrato che cosa è la democrazia, il parlamento, qualcosa utile solo ad approvare ciò che l’esecutivo decide. La sopravvivenza di Berlusconi passa quindi attraverso la vittoria alle prossime elezioni amministrative; se le vince, vuol dire che lui ha il diritto di fare ciò che vuole, viene sgravato da qualsiasi delitto, visto che il popolo continua a sostenerlo: vox populi, vox dei!

Ma la permanenza di Berlusconi sarebbe una vera catastrofe per la borghesia. Berlusconi non è soltanto un personaggio impresentabile, sia a livello nazionale che internazionale, essendo diventato lo zimbello di tutti, per le sue caratteristiche “umane”, per come si comporta da pagliaccio in tutte le occasioni pubbliche, ma soprattutto perché fa danni alla stessa borghesia curando, ad esempio, nelle relazioni internazionali con un Putin o un Gheddafi, più i suoi interessi personali che quelli del paese, o ancora rimandando per ben 5 mesi la nomina del nuovo ministro dello sviluppo economico in piena crisi economica solo per riservarsi il posto di governo come carta di scambio per i favori che gli occorrono. Un premier che si attornia di cosiddette escort, personaggi più o meno squallidi, che considera il personale dello Stato come dei suoi servitori, che sputa sulla magistratura, sui dipendenti statali, sul parlamento, etc. non può continuare a gestire gli affari dello Stato. Il discredito gettato sulle istituzioni borghesi e sulla democrazia è a un punto critico, tanto è vero che Napolitano è sempre più costretto a intervenire per riportare le cose al loro posto.

E’ proprio per recuperare un certo livello di credibilità per la classe politica che da più parti si levano appelli ad una correttezza in uno stato di diritto “teorico”, che sono la magistratura, un parlamento fatto di persone degne, la costituzione, il presidente della Repubblica, quegli elementi che è necessario difendere e sostenere. Più Berlusconi attacca queste istituzioni, come se fosse un rivoluzionario, più si rafforzano le campagne per difenderle.

Questa campagna politica viene portata avanti da moltissimi mesi, soprattutto da quando il premier è inciampato nel caso Ruby, in modi del tutto anomali rispetto agli anni passati. Non sono tanto i grandi partiti di centro sinistra presenti nel parlamento ad organizzarla, anzi questi sono diventati del tutto incapaci di dare una qualsiasi risposta alle esigenze dello Stato, ma i gruppi più o meno informali nati dal basso come il popolo viola o costruiti da personaggi capaci di polarizzare l’attenzione del pubblico, come i Grillo, Santoro, Travaglio,… e naturalmente alcune testate giornalistiche come La Repubblica, Il fatto quotidiano ed il Manifesto.

Il programma televisivo Anno Zero, condotto da Santoro, vede l’ascolto di milioni di persone; Travaglio è diventato la punta di diamante dell’opposizione con le sue denunce perfettamente documentate delle malefatte di Berlusconi; i blog e le pagine di Facebook ci riportano ogni giorno l’ennesima denuncia dell’ennesima escort e tutti insieme ci fanno vedere la possibilità di pulire questa società una volta fatto fuori Berlusconi.

Arrivano lettere, e-mail che ci dicono che se andiamo a votare per il SI abrogativo nei 3 referendum risolviamo il problema dell’Italia! Perché, in caso di vittoria dei SI, Berlusconi dovrà per forza dimettersi, ma non spiegano perché dovrebbe farlo visto che se ne frega anche delle accuse più infamanti e documentate. Ci bombardano con argomentazioni del tipo che è necessario raggiungere il 50% degli aventi diritto al voto altrimenti il referendum non vale, che ogni voto non dato è un voto regalato a Berlusconi. Quindi ogni cittadino deve sentirsi obbligato a partecipare alla farsa elettorale, altrimenti è colpa sua se le cose restano così in Italia. Farsa elettorale, perché è lo stesso Berlusconi che, ancora una volta, ha ben dimostrato che i referendum non servono a niente, come è emerso a proposito del nucleare dove prima è stata sospesa ogni iniziativa per ordine del governo dal 19 aprile scorso in seguito al disastro di Fukushima, per poi confessare, nel recente incontro con Sarkozy, che in realtà la sospensione delle iniziative era solo un bluff per evitare che gli italiani votassero sul nucleare in una situazione emotiva forte per gli eventi giapponesi. Come dire, va bene la democrazia, ma solo quando sono sicuro che non escano fuori delle brutte sorprese dal cappello.

D’altra parte è proprio il sistema democratico che ha partorito Berlusconi. E lui, riconoscente, ha mostrato al gran pubblico cos’è il sistema democratico, un sistema che è a disposizione solo del potere, del capitale. Che una parte della borghesia non sia in accordo con lui, con la sua strategia, nulla toglie a ciò che è la democrazia. La borghesia sta comunque sfruttando fino in fondo l’odio che Berlusconi genera in strati popolari e proletari per rafforzare la difesa di questo sistema, dei suoi meccanismi di partecipazione e delega, e in ciò sta la pericolosità della campagna referendaria in atto. La volgarità di questo sistema democratico e borghese spinge molti lavoratori a prendere le distanze dai suoi meccanismi di delega con il voto segreto infilato nell’urna mentre l’“opposizione” di sinistra fa di tutto per eliminare questa presa di coscienza con uno stillicidio di inviti ad personam sull’utilità e necessità di ritornare a far vivere il sistema democratico partecipando alle elezioni e ai referendum.

Questi inviti a “partecipare” sono tanto più pressanti nella misura in cui è sempre più manifesto che i meccanismi di delega democratica borghese sono sempre più avvertiti come inefficaci, come qualcosa che non riuscirà a cambiare la condizione di sfruttamento e pauperizzazione continua in atto; che tende a farsi strada una riflessione sul fatto che invece è necessario organizzarsi in modo autonomo e con la partecipazione attiva alle lotte, che il problema non è solo Berlusconi ma tutto il sistema borghese.

Oblomov, 1 maggio 2011

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