Lotta degli insegnanti di New York: i lavoratori hanno bisogno di rendere reale la solidarietà

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Un recente avvenimento fra gli insegnanti della High School della città di New York dimostra chiaramente che i lavoratori negli Stati Uniti stanno facendo i primi tentativi nel mettere da parte le divisioni imposte dal capitalismo, in questo caso quelle che mettono i lavoratori ‘anziani’  contro i più giovani, assunti da poco. In questo senso, i lavoratori di New York City fanno completamente parte della rinascita della combattività di classe e della solidarietà cui abbiamo assistito negli ultimi tre o quattro anni in tutto il mondo. Mentre i nostri fratelli e sorelle di classe nel mondo riapprendono che uno degli strumenti più importanti per la classe lavoratrice nell’organizzare le sue lotte è la diffusione della solidarietà tra i suoi ranghi, così anche i lavoratori negli Stati Uniti iniziano a cimentarsi con la solidarietà e l'unità nella lotta.

Questo piccolo momento nella lotta di classe per gli insegnanti di New York si è presentato nel contesto della stessa questione cui sono confrontati centinaia di migliaia di altri lavoratori: la minaccia del posto di lavoro. Come al solito, la Federazione Unita degli Insegnanti (UFT), il sindacato degli insegnanti, stava cercando di usare il criterio dell’anzianità come parte integrante del contratto per dividere gli insegnanti in due categorie, mettendoli uno contro l'altro nel corso di una riunione alla High School a Brooklyn. La UFT ha sempre seminato  la bugia che queste “regole di anzianità” diano agli insegnanti anziani una maggiore protezione sul lavoro. In realtà, queste regole hanno lo scopo di scoraggiare i lavoratori anziani dall'ingaggiare una lotta unificata generando l'illusione che saranno risparmiati dagli attacchi o saranno meno toccati e quindi isolando gli insegnanti giovani dai loro fratelli e sorelle con più esperienza di lotta di classe per creare sfiducia tra di loro. Con questa tattica di dividere per dominare l’UFT è stata un’arma fedele del tentativo della classe dominante nel rompere la solidarietà tra i lavoratori.

Man mano che la crisi economica generalizzata si sviluppa, si apre la prospettiva per gli operai di capire la bancarotta totale del capitalismo. Gli insegnanti, come tutti gli altri lavoratori, cominciano a vedere che nessuno è risparmiato e che l’unico percorso da seguire è quello che porta all’unificazione delle lotte per meglio affrontare il nemico comune. In breve, si solleva la questione della solidarietà. Quindi alla riunione recente di cui parliamo il tentativo dell’UFT è stato quello di ‘rassicurare’ gli insegnanti anziani che sarebbero stati i lavoratori assunti di recente i primi ad essere licenziati. Questo tentativo è stato denunciato e rigettato apertamente. C’è stata una riaffermazione forte e chiara della necessità della solidarietà espressa da un insegnante intervenuto per dire “un danno ad uno è un danno a tutti” e poi ha spiegato che la solidarietà non era solo un legame di famiglia o amicizia, che i nuovi assunti possono essere le sorelle minori, nipoti o il figlio del vicino, e che la solidarietà era l’unico modo di difendere tutti dagli attacchi comuni. Chi è intervenuto ha anche detto che le condizioni di lavoro e di vita continuerebbero a deteriorarsi anche per quelli che restano al lavoro perché gli attacchi poi sarebbero stati applicati più facilmente, essendosi rotto lo spirito di solidarietà.

Questi commenti sono stati ricevuti con applausi e consensi da parte degli altri lavoratori giovani e vecchi mostrando chiaramente che ciò che ha detto questo operaio esprimeva i sentimenti di molti altri. La necessità della solidarietà era espressa di nuovo ad un’altra riunione dove i lavoratori giovani neo-assunti erano invitati esplicitamente a partecipare e dire la loro. Chiaramente l’UFT non è rimasto con le mani in mano. Avendo capito l’importanza di ciò che era stato detto, il sindacato ha già cercato di occupare questo terreno dove la coscienza di classe ha un forte potenziale di sviluppo, convocando riunioni in cui invitava gli insegnanti a dare suggerimenti per l’ordine del giorno da discutere! Mai sentito prima! È chiaro che l’UFT cercherà di far sfumare la rabbia e lo scontento dei lavoratori e dirottare la direzione su questioni meno importanti nel tentativo di annegare la combattività e la coscienza degli insegnanti che si sta sviluppando. Come tutti gli altri sindacati l’UFT sarà obbligato a fare la parte del protagonista man mano che la classe si avvicinerà ad una vera solidarietà dentro i suoi ranghi e tra le differenti categorie. Il raduno chiamato per il 5 marzo dall’UFT, dal DC 37, 1199 e una miriade di altri sindacati, mostra come questo apparato dello stato borghese si mobilizza velocemente quando gli operai mostrano che sono disposti a lottare. Il raduno ha attirato circa 70.000 lavoratori secondo l’UFT. Questo mostra chiaramente come i lavoratori delle diverse categorie sono profondamente preoccupati della situazione attuale con ciò che significa per il loro futuro. Al raduno questi lavoratori di differenti categorie non potevano discutere tra di loro e niente è stato fatto per assicurare che le discussioni potessero  avvenire o continuare in futuro. Chiaramente i sindacati faranno di tutto per appropriarsi di qualsiasi tentativo dei lavoratori per autorganizzarsi ed estendere la solidarietà.

Gli insegnanti sentono gli stessi bisogni degli altri lavoratori ed esigono una partecipazione più larga alle riunioni, vogliono incontrarsi e discutere. Si comincia a capire che è solo prendendo la situazione nelle proprie mani, nell’estendere la lotta e nell’unirla tramite la solidarietà che può esprimersi una riflessione profonda sul destino dell’umanità. E che le prime risposte alle domande essenziali su quale futuro il capitalismo ci può offrire e che cosa dobbiamo fare in risposta possono essere già date. Alle prossime riunioni gli insegnanti come tutti gli altri lavoratori a livello internazionale devono continuare a sollevare la necessità di discutere nel modo più largo possibile nelle assemblee generali e la necessità di rafforzare ed estendere la solidarietà, unificare le lotte attraverso generazioni, etnie e qualsiasi altra divisione artificiale che la classe dominante e i suoi sindacati cerca di metter come un ostacolo all’unità.

Non vogliamo esagerare il significato di questo modesto sviluppo ma comunque è importante capire che non è un avvenimento isolato e che è una dimostrazione di una tendenza generale internazionale verso lo sviluppo della coscienza ed il rafforzamento della risposta della classe operaia alla crisi economica. Dalla lotta degli studenti e operai francesi nel 2006 allo sciopero degli operai della SEAT in Spagna nello stesso anno, agli scioperi selvaggi degli operai del settore automobilistico tedesco e recentemente degli studenti in Italia, Francia, Germania e Spagna, alle proteste massicce degli studenti e degli operai greci contro l’ondata di attacchi senza precedenti sulle condizioni di vita e di lavoro, negli ultimi 3 anni la classe operaia europea ha mostrato una capacità tremenda di esprimere e dirigere la sua combattività e rabbia contro il crescente impoverimento che soffre a causa del peggioramento della crisi del capitalismo. La classe operaia ha iniziato a dire no alla violenza senza precedenti degli attacchi che la classe dominante è obbligata a dirigere contro i lavoratori come risultato della crisi del suo sistema. Negli Usa, nello sciopero del settore dei trasporti del 2005, e più recentemente nell’occupazione di una fabbrica di Chicago nel dicembre 2008, vediamo l’eco di questa tendenza globale. In questo senso i lavoratori di New York sono completamente parte della ripresa della combattività e solidarietà di classe che abbiamo visto negli ultimi 3 o 4 anni a livello internazionale.

Ana, 29 marzo 2009

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