La miseria esplode

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Le informazioni pubblicate questi ultimi mesi nel sito Internet dell’Observatoire des inégalités[1] (Osservatorio delle diseguaglianze) mostrano quale realtà terribile e quale sofferenza si nasconde dietro le parole “crisi economica”:

“Un terzo della popolazione dei paesi poveri vive in bidonville o tuguri, cosa che rappresenta in totale più di 800 milioni di persone (…) Si tratta della popolazione urbana che vive nelle condizioni più disastrose, dalle bidonville alle capanne insalubri, in particolare senza acqua corrente”.

Nei prossimi mesi, “46 milioni di individui in più nel mondo potrebbero arrivare a vivere con meno di 1,25 dollari al giorno, cioè sotto la soglia di estrema povertà fissata dalla Banca mondiale (…) Quest’aumento del numero di poveri potrebbe condurre ad una conseguente recrudescenza del tasso di mortalità infantile: se la crisi persiste, tra 1,4 e 2,8 milioni di bambini potrebbero morire a causa di malattie dovute alle loro cattive condizioni di vita”.

Nessun angolo della terra viene risparmiato da quest’esplosione di miseria: “L’associazione americana dei sindaci, che svolge annualmente un’indagine nazionale sui senza tetto, ha constatato a fine 2008 un aggravamento dei problemi delle famiglie. (…) Louisville ad esempio, segnala un aumento del 58% in un anno delle famiglie senza tetto. Da dati più recenti risulta un aumento del 40%, tra 2007 ed il 2008, del numero di famiglie che entrano nei centri di accoglienza new-yorkesi. (…) Quest’aumento importante potrebbe continuare con la progressione della disoccupazione. Le previsioni fatte dalla Goldman Sachs[2] sono di un tasso di disoccupazione al 9% a fine 2009 (contro il 5% a fine 2007 e quasi 7% nel 2008). Gli esperti del Center on Budget and Policy Priorities, basandosi sulle ultime tre recessioni americane, contano in questo contesto su una forbice da 8 a 10 milioni di poveri supplementari. Sempre in quest’ipotesi, il numero di persone in grande povertà (con un reddito inferiore alla metà della soglia di povertà) potrebbe aumentare da 5 a 6 milioni. In totale, circa un milione di nuove famiglie con figli potrebbero conoscere la grande povertà e trovarsi di fronte all’alto rischio di diventare dei senza-tetto”.

Solo la classe operaia, sviluppando le sue lotte a livello internazionale, riacquistando fiducia in se stessa e nella sua forza, è in grado di dare la sola alternativa reale a questo immondo sistema di sfruttamento: la società comunista.



[2] Una delle più grandi banche di New York.

Questioni teoriche: