Iraq, Afghanistan, Kosovo. I danni delle armi ad uranio impoverito

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L’armamento con uranio impoverito è certamente una delle più chiare manifestazioni del cinismo machiavellico della borghesia. L’uranio impoverito è un metallo pesante e denso; caratteristiche che gli conferiscono una durezza eccezionale capace di perforare blindati o penetrare in bunker sotterranei. Questo metallo somiglia al tungsteno ma mentre quest’ultimo, prodotto in gran parte in Cina, è costoso e non infiammabile, l’uranio impoverito è gratuito, nel senso che è sempre disponibile dove esiste una qualsiasi attività di fissione nucleare ed in più brucia ed esplode! È un sottoprodotto dell’attività nucleare. Una scoria che, in un certo senso, la “genialità” capitalista ricicla i vari modi, per usi civili ma, nei fatti, quasi esclusivamente per equipaggiare missili e bombe perforanti. Un missile di questo tipo può così penetrare in un centro di comando sotterraneo dove, esplodendo, uccide e distrugge tutto ciò che vi trova.

Ma il colmo dell’orrore è che questa scoria è estremamente nociva per la sua radioattività. Le polveri prodotte dalla sua combustione ed esplosione sono estremamente leggere e possono dunque essere facilmente inalate. La polemica sull’incidenza dell’uranio impoverito sulla “sindrome della guerra del Golfo”1, gli studi “segreti” sulla situazione in Kosovo o in Afganistan, ha portato a questa conclusione: nessuno può con certezza dire che l’uranio impoverito non ha un’attività radioattiva nociva per l’organismo umano. E allora? Quali conseguenze ne trae la borghesia? Forte di questa grandiosa ignoranza, essa continua a diffondere resti e polveri dell’uranio impoverito su tutti i teatri di scontro imperialista. Al diavolo le conseguenze a lungo termine! Poco importa se nascono e per decenni, perfino secoli, nasceranno bambini malformati o che muoiono di leucemie inspiegabili, nessuno potrà accusare qualcuno poiché “nessuno sapeva”2. Responsabili ma non colpevoli!

Inoltre, come scoria nucleare non si può escludere che l’uranio impoverito sia totalmente privo di altre sostanze che troviamo nei processi di fissione atomica. Come per esempio il plutonio, del quale al contrario si conosce l’estrema nocività!3

E’ evidente che la borghesia non ha bisogno del’'uranio impoverito per seminare morte, malattie e miseria sul pianeta. Come causa primaria della fame nel mondo, la guerra è già abbastanza mortale in quanto tale! E si potrebbero aggiungere le armi chimiche, come i gas velenosi largamente utilizzati dal potere iracheno. Ciò che distingue l’uranio impoverito è soprattutto la sua potenziale capacità d’inquinare radioattivamente, per diversi secoli, vaste zone del pianeta e modificare per numerose generazioni il patrimonio genetico delle popolazioni colpite. Alcuni studi ritengono questi inquinamenti più mortali dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki del 1945 che già produssero un importante carico di radioattività.

Questa pesante eredità ci viene lasciata con un cinismo insopportabile e rivoltante da una borghesia che non può che risolvere la questione con un semplice “a priori non è nocivo”, che taglia la testa al toro circa la sua pretesa preoccupazione per l’avvenire del nostro ecosistema. Dietro i bei discorsi della classe dominante sullo “sviluppo sostenibile”, la realtà è profondamente allarmante: più il capitalismo sprofonda nella crisi e nella barbarie, più lo stato del pianeta va in rovina, viene impoverito, modificato, inquinato! Ciò ci mostra con forza l’urgenza dello sviluppo internazionale della lotta di classe, solo mezzo per bloccare questa infernale distruzione.

GD, 20 aprile 2008

(da Révolution Internationale n. 390, pubblicazione della CCI in Francia)

1. Così vengono definite gli inspiegabili aumenti di leucemie, malformazioni ed altre malattie gravi tra gli iracheni ed i veterani americani della guerra del Golfo. Statistiche credibili sono difficili a trovarsi. Da interviste al personale del dipartimento degli Affari dei veterani americani realizzate da parte dell’American Free Press, il numero attuale dei “veterani dell’Era del Golfo” invalidati dal 1991 ammonta a 518.739, allorché “solo” 7.035 feriti sono stati censiti in Iraq. Allo stesso modo, in un rapporto scritto da un ingegnere petrolchimico irlandese si denuncia una crescita quattro volte superiore dei casi di leucemie nelle regioni in cui sono stati utilizzati proiettili contenenti uranio impoverito!

2. Ciò detto, anche “senza sapere”, la prudenza resta come messinscena nei paesi occidentali: il poligono di tiro del Pentagono nell’Indiana (80 ettari), in cui sono stati testati proiettili ad uranio impoverito, sarà certamente trasformato in “zona nazionale di sacrificio” e santuario per l’eternità!

3. 1,6 kg di plutonio possono provocare la morte di otto miliardi di individui!

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