Il paradosso della borghesia italiana

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La situazione politica attuale, che dura da qualche tempo in Italia, ha qualcosa di paradossale. Da una parte infatti abbiamo un governo che sembra essere tra i più odiati di tutta la storia repubblicana, che va avanti menando mazzate a più non posso contro lavoratori, immigrati e povera gente ed esibendo al tempo stesso il disprezzo più elementare per un senso di giustizia e di equità sociale, intascando tutto quello che si può razziare sul piano economico e garantendosi tutte le impunità attraverso la creazione di leggi ad hoc. Dall’altra abbiamo invece un’opposizione di centro-sinistra che, di fronte ad un avversario così smaccatamente cialtrone e colto più volte con le mani nel sacco, piuttosto che passare all’offensiva per cacciare via i mariuoli e gli affamatori, attende, cincischia, si divide, si fa auto-concorrenza, insomma le imbrocca tutte per non vincere. Anche se può sembrare inutile riportare in questo articolo gli elementi che confermano questa nostra osservazione, pensiamo che sia comunque importante farlo per capire fino a che punto è stato superato, da una parte come dall’altra, abbondantemente il segno.

Le porcate della destra …

Non c’è giorno che passi senza una dichiarazione di politici, soprattutto della maggioranza parlamentare, o di un episodio riportato da giornali che accresca l’assurdità della situazione politica italiana. Qualche settimana fa la deputata Angela Napoli, del gruppo di Fini (Fli), dichiarava che molte deputate si erano concesse in cambio di cariche pubbliche e, dopo essere stata zittita da tutti i partiti - compreso il suo - rincarava la dose un altro deputato della maggioranza (Pdl), Giorgio Stracquadanio, che dichiarava: “È assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l’intelligenza o la bellezza che siano”. Da ricordare che Stracquadanio è consigliere politico del ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini!! Certo è che chi ragiona così può consigliare qualsiasi riforma scolastica!

Il 22 settembre la Camera nega la richiesta di autorizzazione per l’uso delle intercettazioni contro Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia e attuale coordinatore campano del Pdl, indagato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Che il parlamento vieti l’uso di intercettazioni contro un indagato per associazione mafiosa non fa altro che confermare l’idea che si ha in Italia e forse in tutto il mondo della classe politica nostrana! Che la classe politica italiana, inoltre, avesse e abbia a che fare con associazioni mafiose non è un mistero per nessuno da decenni. La novità, con l’arrivo di Berlusconi, è che questo stato di cose viene quasi pubblicamente dichiarato e difeso senza il minimo pudore, come l’utilizzo del proprio corpo per entrare nei palazzi del potere.

Berlusconi - e molti della sua corte - dedicano la maggior parte del tempo non per portare l’economia italiana a standard europei, come richiesto dalla borghesia industriale[1], ma per modificare le leggi in modo da evitare i processi, diluire i procedimenti, condonare le pene, in breve per salvare la propria pelle dopo 30 anni e più di misfatti. Come confermato dall’ennesima storia di manomissione del bene pubblico con la scellerata storia della P3 che doveva servire tra l’altro, con l’avvicendamento di alcuni giudici costituzionali, ad influire sull’esito del lodo Alfano[2]. Fare l’elenco dei processi penali di Berlusconi è come studiare da avvocato, si riesce ad averne un’immagine leggendo qualche articolo di Marco Travaglio, ma risulta interessante vedere che non è solo lui ad avere a che fare con la legge, perché molti membri del suo partito e del Governo sono frequentatori assidui di avvocati e tribunali. E intorno ai parlamentari brandiscono coltello e forchetta gruppi di palazzinari e appaltatori pronti a spartirsi il bottino della ricostruzione, degli appalti, degli interventi straordinari, ecc...

Ci sono sempre stati scandali tra i politici, la corruzione non è di oggi e neanche le cosche mafiose sono una novità tra i banchi parlamentari. Questo è vero. Il parlamento e i governi sono, nel loro insieme, espressione della borghesia e quindi la corruzione, gli scandali sono nella norma. Ciò che è cambiato è la quantità e la qualità. Finora le abitudini sessuali dei politici restavano private, non venivano usate come arma di ricatto da sbandierare pubblicamente, non ci si vantava di certe amicizie come quelle mafiose, c’era un certo pudore anche perché non si doveva mostrare al popolo la sostanza di cui erano fatti i “loro rappresentanti” nelle istituzioni.

… e quelle della sinistra

Per quanto riguarda l’area del centro-sinistra, questa viene da tempo un po’ derisa e un po’ tempestata di critiche per la sua assoluta inerzia, per il suo andamento da bradipo (senza voler offendere questa cara creatura sudamericana). Il Partito Democratico, pur avendo molti parlamentari, è come se non esistesse. Non fa una vera opposizione, è ingovernabile a causa delle divisioni interne e non ha la capacità di coagulare attorno a sé tutta l’area che si oppone a Berlusconi. Anzi, di fronte alla possibilità di agguantare finalmente l’avversario politico, pare farlo apposta a disgregarsi ulteriormente. Prima l’uscita di Rutelli che, da vice premier del secondo governo Prodi fino al maggio del 2008, se ne esce dal PD per andare a dialogare con l’ex fascista Fini, quello che finora ha sostenuto anni e anni di malapolitica berlusconiana e che, dalla sala di regia della Questura di Genova, ha seguito (diretto?) il furioso pestaggio dei dimostranti contro il G8 del 2001. E ancora più di recente la sortita di Veltroni che, un po’ seccato di essere stato messo da parte, ha cominciato a rimettere tutto in discussione nel partito, la strategia, la politica, tanto da far gridare al sabotaggio. Certo è che è veramente deprimente leggere le parole d’ordine che lancia questo partito, anche nella versione del presunto “cattivo” Bersani il quale, di fronte a tanto provocatorio squallore, sa dire solo … “rimbocchiamoci le maniche”! Ma per fare che! I disoccupati, i cassaintegrati, quelli che stanno perennemente sotto ricatto di perderlo un lavoro, che maniche si devono rimboccare, per fare che? E’ questa ignavia, questa indolenza, questa vacuità di pensiero che è tutto il programma della sinistra e che riempie la scena di tutti i giorni. Tolto il PD, resta poi l’IDV di Di Pietro che, da ex poliziotto ed ex magistrato, si è convertito ad un ruolo di difensore della legalità, cercando di nascondere il fatto basilare che la legalità è quella dei padroni e che dunque, come questo governo mostra chiaramente, viene mutata tutte le volte che si rende necessario farlo per difendere gli interessi dei potenti.

Ma come è possibile una situazione del genere?

Se siamo arrivati a tanto è perché questa società non ha più futuro, perché non c’è più una prospettiva che possa perseguire. La crisi economica che si è installata ormai in maniera permanente a livello internazionale è una crisi irrisolvibile. Per cui la mancanza di dinamismo, lo stallo, la decomposizione in cui versa la società non è “colpa” di questo o quel personaggio politico, di questo o quel partito, ma è viceversa l’espressione dei tempi che viviamo. Il fatto che non ci sia spazio per uno sviluppo dell’economia secondo i meccanismi classici di mercato apre tutte le vie alternative della speculazione, del malaffare, del parassitismo per far fruttare comunque i capitali che girano per il mondo. Ugualmente sul piano politico i partiti, privi di ideali o di prospettive a lungo termine a cui far riferimento, cercano sempre più nel populismo la base su cui raccogliere adesioni, scavando spesso consapevolmente negli istinti più triviali della popolazione. Questo fenomeno non è soltanto di stampo italiano, perché al nostro Berlusconi fa da sponda Sarkozy in Francia, Putin in Russia e, in forme diverse, molti altri.

In questa fase di declino la società sembra perdere ogni principio etico e morale. La prevaricazione, l’abuso, il disprezzo delle regole, l’assenza di senso civico prendono il sopravento e questo – paradossalmente - particolarmente da parte della classe che domina la società.

Anche lo scontro fra le varie componenti borghesi non è più per la difesa di una strategia di sviluppo economico rispetto ad un altra[3], quanto piuttosto per imporre gli interessi economici della propria “banda” o quanto meno difenderla dallo strapotere degli altri. Ed allora la battaglia si fa a colpi di scandali, di rivelazioni scottanti sull’avversario, scavando con ogni mezzo nella vita privata degli altri per trovare quello che può screditarli agli occhi dell’opinione pubblica. Ed in questo sono maestri tutti, dall’ala democratica e legalista che ha messo allo scoperto le escort, i legami con la mafia e gli imbrogli finanziari di Berlusconi, a quella più apertamente prevaricatrice e opportunista che ha messo sotto accusa Fini per la casa a Montecarlo[4].

Per quanto riguarda le sinistre in particolare, anch’esse devono ricorrere in questo periodo a degli argomenti forti per poter avere un certo seguito, come i vari leader che l’hanno spuntata uno dopo l’altro in sud America, da Chavez a Evo Morales e Lula da Silva, anche se i loro argomenti contro la globalizzazione e in difesa della loro patria si trasforma presto in qualcosa di diverso, come le brame imperialiste che ha tirato fuori il Venezuela di Chavez. Per cui a breve anche queste “speranze” che alcuni hanno voluto riporre nella salita al potere delle sinistre in sud America non sembra portare lontano. Ma se mancano anche questi argomenti, come in Italia, …

Il governo Berlusconi non ha fatto altro che mostrare pubblicamente il degrado della classe politica, ma se Berlusconi è entrato in scena come rappresentante della borghesia è perché questa non è stata capace di produrre altro. Quale che sia l’esito del governo attuale, per i proletari non ne verrà nulla di buono perché dietro le chiacchiere di un Fini, di un Bersani o di un Di Pietro (e loro compari di sinistra come Vendola o Ferrero), non c’è altro se non continuare a farsi ammazzare di fatica perché non sanno offrire altro che il mantenimento di questa società, laddove l’unica salvezza per l’umanità intera è il rivolgimento completo di questo regime e l’instaurazione di una società nuova senza sfruttamento e senza classi.

CCI, 5 ottobre 2010 


[1] Emma Marcegaglia all’attacco: “Non è vero che siamo andati meglio degli altri”, www.affaritaliani.it/economia/marcegaglia_berlusconi_pil_meglio24092010.....

[2] Tutto sulla P3: piani, favori, appalti e giudici corrotti: www.blogo.it/post/8128/tutto-sulla-p3-piani-favori-appalti-e-giudici-cor....

[3] Cosa del resto non facilmente realizzabile visto che le uniche misure reali di fronte alla crisi economica mondiale possono essere solo quelle di attacco ulteriore alle condizioni di vita dei lavoratori, cosa che appunto stanno facendo e su cui tutti sono concordi.

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